‘Ndrangheta: Dda, struttura elitaria occulta accanto a vertice

Conf-Mamma-Santissima1Reggio Calabria – C’era una “struttura elitaria occulta”, di cui facevano parte le cinque persone arrestate stamane dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione Mamma Santissima”, accanto agli organi di vertice della ‘Ndrangheta. Una struttura talmente segreta che i nomi dei componenti erano sconosciuti alla “base” della mafia calabrese. Ne facevano parte l’ex parlamentare Paolo Romeo, l’avvocato Giorgio de Stefano, l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra e Francesco Chirico (al quale sono stati concessi i domiciliari), arrestati stamane. Con loro, come emerge dalle 2056 pagine dell’ordinanza, operava il parlamentare Antonio Caridi, per il quale la Dda reggina ha gia’ chiesto al Senato l’autorizzazione all’arresto. L’indagine Mamma Santissima, come spiegato oggi in conferenza stampa dal procuratore capo, Federico Cafiero De Raho, ha permesso di ampliare le conoscenze sulla struttura della ‘ndrangheta acquiste grazie a diverse operazioni (Crimine, Meta, Infinito, Olimpia) permettendo di ridisegnare, rispetto alle acquisizioni del 2010, con l’operazione “Crimine”, l’apparato criminale di cui e’ dotata. La mafia calabrese si caratterizza, ha ribadito il procuratore, per la presenza di una struttura direttiva occulta che opera in sinergia con l’organo collegiale di vertice denominato “Provincia”, alla quale la struttura riservata fornisce indicazioni e scelte strategiche, “allevando” i referenti in seno alle istituzioni, determinando l’elezione di uomini di fiducia in diverse fasi elettorali, partendo dal 2001 fino al 2010, in occasioni di elezioni comunali, provinciali, regionali, fino alle elezioni per il parlamento nazionale e di quello europeo.

“Questa componente riservata – ha detto Cafiero De Raho – Conf-Mamma-Santissimaseleziona gli obiettivi strategici da perseguire e gestisce le relazioni con le altre organizzazioni similari inserite in un piu’ vasto sistema criminale di tipo mafioso operante in Italia ed all’estero”. I componenti del gruppo, definiti “segreti”, in alcune intercettazioni si infiltrano, attraverso i loro referenti, negli ambiti di maggior rilievo politico, economico ed imprenditoriale in cui si articola la societa’ civile. I “riservati” sono soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta ma di estrazione non propriamente criminale, “che hanno seguito un percorso nella ‘ndrangheta – scrive la Dda – pensato in funzione della loro esclusiva proiezione verso i contesti informativi, imprenditoriali, economici, finanziari, bancari, amministrativi, politico-istituzionali piu’ delicati, condizionandoli e piegandoli dall’interno ai fini illeciti del sodalizio unitario”. La ‘ndrangheta ha quindi evoluto il proprio modello – scrivono gli inquirenti – che e’ fondato, non piu’ solo sull’utilizzo di soggetti che si “mettono a disposizione”, “ma anche su soggetti di propria estrazione che meglio di tutti possono garantire gli interessi dell’organizzazione”.

 

 

‘Ndrangheta: Dda, Caridi aveva sostegno elettorale “famiglie”
Il senatore Antonio Stefano Caridi (Gal), per il quale la Dda di caridi-antonio-04-07Reggio Calabria ha chiesto l’arresto nell’ambito dell’operazione “Mamma Santissima” dei Carabinieri, nel corso del tempo, si sarebbe avvalso, “per se’ ed altri candidati”, del sostegno elettorale delle cosche De Stefano/Tegano, Libri/Caridi, Crucitti, Audino, Borghetto/Zindato, Nucera, Morabito di Africo (Rc), Iamonte, Maviglia e Pelle. E’ quanto scrivono gli inquirenti nell’ordinanza che ha portato agli arresti di stamane. Caridi, sempre secondo la Dda, si sarebbe incontrato con esponenti delle “famiglie” in occasione delle elezioni regionali del 2010 operando direttamente in sinergia con l’ex deputato Paolo Romeo, andando a ricoprire nel 2002 e 2007 l’incarico di assessore all’ambiente del Comune di Reggio Calabria. L’esponente politico si sarebbe operato per consentire alla cosca De Stefano di controllare la societa’ Fata Morgana spa. “In particolare, Caridi – secondo la procura – una volta acquisite le funzioni pubbliche a seguito di consultazioni elettorali viziate dalle pressanti ingerenze mafiose – ha agevolato e rafforzato il sistema criminale di tipo mafioso” gestendo un enorme bacino di voti della ‘ndrangheta; imponendo l’assunzione di persone legate alla ‘ndrangheta nelle societa’ a capitale misto pubblico-privato.

 

‘Ndrangheta: Dda, gruppo segreto determinate in diverse elezioni
La “struttura segreta” che affiancava la “Provincia”, organo di vertice della’ndrangheta, sarebbe stata determinante in diverse tornate elettorali, riuscendo nell’intendo di far eleggere in seno alle istuituzioni locali e nazionali, propri uomini di fiducia. Lo sostengono gli inquirenti nel provvedimento relativo all’operazione “Mamma Santissima”.
Dalle indagini sarebbe emerso che molti appuntamenti elettorali “sono stati oggetto di condizionamento da parte della ‘ndrangheta, attraverso la formazione delle liste, orientando i consensi elettorali a propria disposizione e influenzando le nomine all’interno degli organi politico-aministrativi). Negli atti dell’inchiesta si fa riferimento alle elezioni comunali del 2001, alle amministrative del 2002 (comunali e provinciali), alle elezioni europee del 2004, alle regionali del 2005, alle provinciali del 2006, alle comunali del 2007, alle europee del 2009 e alle regionali del 2010. A partire dal 2002, Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, scrivono gli inquirenti, “hanno avuto un ruolo determinante per la elezione di Giuseppe Scopelliti e Pietro Fuda rispettivamente a Sindaco del Comune e a Presidente della Provincia di Reggio Calabria, nonche’ nella formazione degli organi di governo locale secondo un programma che, oltre a garantire loro – secondo un modello replicato nel tempo – il potere di interferire sul regolare funzionamento dei due enti attraverso piu’ soggetti politici, in proiezione prevedeva l’infiltrazione degli organi di governo regionale sino al Parlamento nazionale ed europeo”. Il disegno del gruppo segreto avrebbe trovatocompimento nel 2002, con l’elezione di Giuseppe Scopelliti (successivamente eletto governatore e poi dimessosi in seguito a una condanna) a sindaco di Reggio Calabria. Scopelliti, dimettendosi dall’incarico di assessore regionale per assumere quello di primo cittadini, consenti’ a Sarra, primo dei non eletti nell lista di An nella tornata del 2000, di approdare in Consiglio regionale. Nel 2004, l’elezione di Umberto Pirilli al parlamento europeo, consenti’ allo stesso Sarra di subentrargli in un incarico assessorile.

Il gruppo avrebbe anche pianificato la candidatura di Pietro Fuda alla Presidenza della Regione Calabria, ma l’intento fu vanificato dalle vicende giudiziarie che coinvolsero l’interessato oltre che lo stesso Romeo. In occasione delle elezioni del 2002, in particolare, l’appoggio elettorale a Giuseppe Scopelliti come sindaco per il centro-destra contro il candidato del centrosinistra Demetrio Naccari Carlizzi sarebbe da ricondurre, secondo la Dda, “oltre che alla maggiore controllabilita’ del primo, agli specifici interessi della criminalita’ mafiosa anche nei settori dei lavori pubblici in generale, nella gestione dei fondi del Decreto Reggio e nella creazione delle societa’ di servizi a capitale misto pubblico privato, progetto questo avviato a partire dal 2001”. Ma l’organizzazione criminale avrebbe anche inquinato i risultati delle elezione delle rappresentanze “Provinciali e Grande Citta’” del “Popolo della Liberta’” tenutesi in Reggio Calabria nel febbraio 2012 “sia attraverso la premeditata compilazione di schede elettorali a favore dei candidati prescelti sia alterando i verbali di elezione”.

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