Sanità: riuniti a Roma i comitati italiani

sanita-600-x-400– elaborato da Alessandro Sirianni
Roma – Tanto tuonò che piovve. Alla fine le centinaia di comitati sparsi in tutto lo stivale che diniegano una sanità che guarda sempre più verso il privato per accantonare il servizio pubblico sono riusciti a trovarsi per fare fronte comune. L’idea è venuta al calabrese Domenico Spolitu che insieme a Flavio Ceccarelli e Valerio Bobini dei comitati toscani hanno per primi lanciato l’idea a livello unitario nazionale. I tre sostenuti da altri comitati promotori tra i quali il C.R.E.S.T., della Toscana, il C.O.MO.CAL., che rappresenta gli ospedali di Montagna Calabresi, presieduto da Alessandro Sirianni e Antonio Maida, oltre che i Comitati di Agnone, di Novafeltria, di San Severino Marche, di Fossombrone, del S. Biagio di Domodossola e di Sassocorvino. L’appuntamento era presso un hotel di Roma per venerdì 22 nel primo pomeriggio, e puntuali all’ordine del giorno erano rappresentati oltre cento comitati di tutto lo stivale e non solo in rappresentanza di macroaree marginali del paese o montane, ma anche di aree metropolitane come Napoli, Roma e Firenze. Tutto perché il problema è endemico in ogni angolo del territorio, perché le risposte mancano e i cittadini si ammalano sempre di più e si curano sempre meno inghiottiti dal vortice delle prenotazioni matusalemmiche e dai ticket proibitivi incrementando gli indici di mortalità tornati a quelli del 1942, oltre a una politica che vuole forzare i tempi per regalare la fetta più grande del sistema sanitario nazionale ai privati e quindi alle assicurazioni. Almeno questo è stato il commento più gettonato durante l’incontro. E tra i nodi comuni che venivano al pettine sentendo parlare i referenti degli angoli più remoti della nazione, c’era quello della strategia univoca messa in atto per tagliare i servizi. Se a Gemona del Friuli per “azzoppare” e poi mandare al “macello” il Punto Nascite, dapprima si è creata l’emergenza neonatologia per poi calarsi nella matematica dei numeri continuando con la carenza di medici, a Soveria Mannelli in Calabria è avvenuta la stessa cosa. Insomma per gli intervenuti esiste un disegno comune che supera anche le logiche commissariali dove esistono, uniformandole a quelle convenzionali dove esiste un assessore regionale, sia che esse siano in regioni autonome o a statuto speciale. Per l’assemblea tutto questo è insostenibile perché la sanità è un diritto sancito dalla costituzione e va difeso a oltranza e con tutti i mezzi. Più volte per inciso l’ha detto Domenico Spolitu rivolgendosi alla platea. Da questo, si è passati dapprima alla presentazione dei comitati e poi alle proposte, che al momento hanno visto approvare per alzata di mano un documento preparato dai comitati fondatori che si richiamano alla sostenibilità del sistema sanitario per come era prima dell’avvento delle ASP che hanno sotterrato le USL, a detta dei più, capaci di far convergere gli interessi dei territori con quelli del sistema in sé originando un approccio di pacifica convivenza. Se oggi si vive di tagli lineari sarà pure colpa di un politica corrotta che sul sistema ha gettato le basi per le sue prebende infinite, ma di questo nessuno nei comitati se ne assume responsabilità, quello che vogliono almeno per il momento è che lo stato siriorganizzi come vuole senza tralasciare i territori al loro amaro destino, ma soprattutto tenendo a se l’ottanta per cento del SSN e devolvendo ai privati una quota massimo del venti per cento, togliendo alle regioni la prerogativa della gestione del comparto. Per il momento la giornata si è chiusa così, per gli appuntamenti futuri esiste già un’agenda: definizione del documento costituente; costituzione delle rappresentanze Nord-Sud, due incontri prossimi, uno al centro-nord e uno al centro-sud, poi infine la prova muscolare a Roma il 20 settembre, quando i comitati manderanno le truppe dei cittadini su Roma.