Grano: Coldiretti, trattori in piazza per proteste nelle citta’

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Roma – Migliaia di trattori hanno invaso le principali citta’ italiane per difendere il grano italiano dalle speculazioni con la mobilitazione nazionale piu’ grande degli ultimi decenni a sostegno della coltura piu’ diffusa nel nostro Paese. E’ quanto afferma la Coldiretti con i produttori che hanno occupato le principali piazze per la #guerradelgrano dalla Sicilia nel centro di Palermo, al Molise a Termoli, dalla Basilicata a Potenza fino alla Puglia, a Bari, sul lungomare Nazario Sauro dove e’ presente anche il Presidente nazionale Roberto Moncalvo. Il grano – denunciano gli agricoltori – viene pagato praticamente a meta’ deIlo scorso anno su valori che non coprono i costi di produzione e provocano l’abbandono e la desertificazione”. La Puglia che e’ il principale produttore italiano di grano duro e’ paradossalmente – denuncia la Coldiretti – anche quello che ne importa di piu’, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione. Sui cartelli portati dai manifestanti si leggono slogan come “Ci vogliono dieci chili di grano per una coca cola”, “No grano no pane”, “Stop alle speculazioni”, e “Il giusto pane quotidiano”. Ma non mancano azioni eclatanti per denunciare il crollo delle quotazioni del grano italiano con le sfilate dei trattori giunti nel centro delle citta’. A Bari la preparazione del record mondiale della piu’ grande pagnotta Doc per dimostrare la qualita’ del grano italiano rispetto al prodotto estero, che viaggia per mesi e mesi prima di arrivare nel nostro Paese. Ma ci sono anche gli “orrori” dell’agropirateria, con “terrificanti” imitazioni della pasta italiana, dai “chapagetti” coreani alla “Italiano pasta” fatta in Egitto, dagli “spagheroni” olandesi ai “kapeleti” sloveni, fino ai “maccaroni” fatti in Germania. A Palermo migliaia di agricoltori della Coldiretti presidiano i punti chiave della citta’ con i trattori distribuendo ai cittadini sacchetti di grano, dopo il blitz della sera precedente al Teatro Massimo, dove sono stati donati pane e altri prodotti. In Molise, a Termoli, gli agricoltori hanno portato in piazza una trebbiatrice per una dimostrazione di mietitura “dal vivo”, mentre in Basilicata a Potenza, tre cortei di agricoltori hanno invaso la citta’ con oltre duecento trattori, per offrire ai cittadini pasta fatta con grano duro Senatore Cappelli prodotta sul territorio e trasformata grazie a due giovani cooperative di Ue.Coop.

Grano: Coldiretti, crollo prezzi e’ speculazione da 700 milioni
Il grano italiano e’ stato colpito da una speculazione da 700 milioni di euro che sono le perdite subite dagli agricoltori italiani per il crollo dei prezzi rispetto allo scorso anno, senza alcun beneficio per i consumatori. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti #laguerradelgrano diffusa in occasione della Giornata in difesa del grano italiano con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza in tutta Italia con i trattori per la mobilitazione nazionale piu’ grande degli ultimi decenni a sostegno della coltura piu’ diffusa nel nostro Paese.
Nel giro di un anno le quotazioni del grano duro destinato alla pasta hanno perso il 43% del valore mentre si registra un calo del 19% del prezzo del grano tenero destinato alla panificazione. Un crack senza precedenti – denuncia Coldiretti – con i compensi degli agricoltori che sono tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da “spacciare” come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato. Non a caso nei primi quattro mesi del 2016 gli arrivi di grano in Italia sono aumentati del 10 per cento, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, finalizzati soprattutto ad abbattere il prezzo di mercato nazionale attraverso un eccesso di offerta. Il risultato e’ che un pacco di pasta su tre e’ fatto con grano straniero, cosi’ come la meta’ del pane in vendita, ma i consumatori non lo possono sapere. Senza dimenticare che il prodotto estero che sbarca nei porti nazionali, al contrario di quello italiano, ha spesso alle spalle tempi lunghi di trasporto e stoccaggio. Basti pensare – denuncia Coldiretti – al paradosso del grano canadese. Nel paese nordamericano la raccolta avviene in settembre e, quindi, quello che arriva in Italia e’ gia’ vecchio di un anno, mentre quello tricolore e’ stato appena raccolto. Il risultato e’ che oggi il grano duro per la pasta – continua la Coldiretti – viene pagato anche 18 centesimi al chilo mentre quello tenero per il pane e’ sceso addirittura ai 16 centesimi al chilo, su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro del granaio Italia. Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera piu’ rappresentativa del Made in Italy mentre – denuncia la Coldiretti – dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. Le stesse analisi ministeriali – continua la Coldiretti – hanno pero’ anche permesso di smascherare la speculazioni in atto sul prezzo dei grano che colpisce soprattutto i coltivatori italiani con i prezzi che sono praticamente dimezzati rispetto allo scorso anno per il grano duro.

“Per restituire un futuro al grano italiano occorre l’indicazione in etichetta dell’origine del grano utilizzato nella pasta e nei derivati/trasformati – sottolinea il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – ma anche l’indicazione della data di raccolta (anno di produzione) del grano assieme al divieto di utilizzare grano extra comunitario oltre i 18 mesi dalla data di raccolta. Ma serve anche fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che cio’ comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.
L’Italia e’ il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta, che assume un’importanza rilevante data l’elevata superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari per oltre 4,8 milioni di tonnellate di produzione che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale. Piu’ limitata – conclude la Coldiretti – e’ la produzione del grano tenero che si attesta su 3,2 milioni di tonnellate su 0,6 milioni di ettari.

 

Grano: Coldiretti “basta bugie, ecco marchi con 100% italiano”
La qualita’ del grano italiano non puo’ essere certo messa in discussione ed e’ confermata dalla nascita e dalla rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine nazionale del grano impiegato al 100%, da Ghigi a Valle del grano, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a “Voiello”, che fa capo al Gruppo Barilla, che ora vende solo pasta fatta da grano italiano al 100% di varieta’ “aureo” senza dimenticare alcune linee della grande distribuzione come Coop e Iper. E’ quanto afferma la Coldiretti nel replicare alle strumentali bugie dell’Aidepi che continua in una campagna diffamatoria che rischia di danneggiare anche i propri associati e favorisce le speculazioni che stanno distruggendo l’agricoltura italiana con prezzi dimezzati per il grano nazionale. A decidere la qualita’ della pasta e del pane possono essere solo i consumatori e se Aidepi e’ cosi convinta del fatto che il grano italiano non e’ buono sostenga con la Coldiretti l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del grano impiegato in pasta e pane: saranno i consumatori – conclude la Coldiretti – a decidere se comprare pane e pasta con grano siciliano, pugliese, lucano e di alte regioni o se preferire quello che viene dal Canada o dall’Ucraina che ha piu’ che triplicato le proprie esportazioni in Italia.