Ricordando un angelo, Emanuela Loi

emanuela-loiLamezia Terme – A Luglio ricorreva il 24°anniversario dalla morte del Giudice Paolo Borsellino.
In un tragico giorno dell’estate del 92 la mano assassina della mafia fece detonare una bomba in via D’Amelio mettendo fine alla vita del giudice che, insieme a Falcone e a tanti altri magistrati ci hanno fatto sperare per qualche anno che la mafia si potesse “sconfiggere utilizzando solo le forze migliori delle istituzioni”.
«Mi hanno dato per scorta una ragazza che con un soffio cade a terra», diceva Paolo scherzando alla madre. La scorta, i suoi “angeli” come li definiva il giudice.
E un angelo pareva anche Emanuela, giovane e solare con dei riccioli d’oro. Poliziotta quasi per caso, legata com’era alla sua terra, ai suoi affetti, al suo mare che non voleva abbandonare.
Emanuela è stata la prima donna della polizia a rimanere uccisa in servizio. Aveva 24 anni Emanuela, quando di colpo non le è stato più concesso di vivere la propria vita.
Di lei si è parlato poco ma tanto ricordano i loro cari, come loi-emanule-divisal’episodio in cui la sorella Claudia stava ritirando i suoi effetti personali a Palermo, appena dopo la sua scomparsa, e trovò il suo armadietto occupato. Le sue cose erano già state riposte in uno scatolone in disparte; la famiglia non ha mai riavuto il suo berretto di ordinanza o una sua divisa, salvo dopo ripetute richieste, quando furono consegnati un berretto e una divisa mai usati, lungi dal suscitare la sensazione che fossero mai appartenuti a lei…
Il suo fidanzato per sette anni andò a trovarla a casa come se lei fosse ancora li ad aspettarlo.
Da semplice cittadino vorrei rinnovare al nostro ammirevole Sindaco Paolo Mascaro e all’Amministrazione la richiesta di valutare la possibilità di dedicare ad Emanuela Loi il piccolo anfiteatro posto sul lungomare Falcone Borsellino; un anfiteatro rivolto verso quel mare che lei tanto amava, in un area rivolta proprio verso la sua amata Sardegna, proprio nel lungomare intitolato a coloro per i quali Emanuela ha sacrificato la propria vita, proprio come se stesse continuando a scortarli simbolicamente.
Ogni tanto leggendo il suo nome potremmo raccontare ai nostri figli che quel 19 Luglio Emanuela come Paolo, Agostino, Eddie, Vincenzo e Claudio si sono sacrificati anche per regalare loro una società migliore, un pò più giusta, in una terra che mette paura ma ricordando le parole di Paolo:“la paura è umana ma combattetela con il coraggio”.
E quel coraggio che ha contraddistinto Emanuela merita di non essere dimenticato.
Francesco Raso

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