Caporalato:lavoratori in stalle e porcili, 49 denunce in Calabria

foto-dormitorioCosenza – Lavoratori sottopagati; costretti ad alloggiare in stalle e porcili adibiti a dormitori; privati dei documenti e costretti ad operare senza alcun sistema di protezione. E’ il quadro emerso da un’inchesta della Guardia di Finanza della tenenza di Montegiordano (Cs) che ha denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari (Cs) 49 persone. Al centro dell’organizzazione un pakistano, divenuto punto di riferimento degli imprenduitori agricoli della piana di Sibari in cerca di manodopera a basso costo. Gli indagati sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento di lavoro nero.
Nella sua attivita’ illecita il pakistano intratteneva rapporti condue uomini affiliati alla ‘ndrangheta, con 19 immigrati irregolari e con un latitante. I lavoratiori reclutati erano alloggiati in stalle e foto-dormitorio1porcili in condizioni igieniche e sanitarie proibitive. Erano privati dei documenti che dovevano consegnare al “caporale” il quale li chiudeva a chiave in armadi metallici. Privi di alzature antiscivolo, guanti, casco con visiera protettiva e di qualsisasi altro dispositivo di sicurezza, gli operai percepivano una paga inferiore a quella prevista. Dall’esame delle transazioni finanziarie sarebbe emerso che in poco piu’ di un anno (le indagini si sono protratte dal febbraio 2015 al maggio scorso) il pachistano avrebbe incassato circa 250.000 euro, in parte destinati alle organizzazioni criminali e in parte inviati in Pakistan attraverso servizi di “money-transfer” e “post-pay”. Gli inquirenti segnalano la diffusa richiesta di manodopera illegale proveniente dalla Sibaritide.

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