Marcinelle : 60 anni dopo la strage, Bois du Cazier non dimentica

marcinelle1Bruxelles – Sono passati 60 anni da quando, al Bois du Cazier, la miniera di carbone di Marcinelle (Charleroi), il sole estivo fu oscurato, poco dopo le 8 del mattino, dai fumi neri che cominciavano ad uscire dai pozzi, profondi oltre un chilometro: nelle viscere della terra c’erano quasi 300 minatori erano scesi a lavorare, come ogni mattina, in cunicoli larghi a malapena per consentire il passaggio di un uomo. Un incidente dovuto a disattenzione, un ascensore partito quando non era ancora il momento rompendo la rottura dei condotti dell’olio, dei tubi dell’aria compressa e dei cavi elettrici e provocando il micidiale incendio sotterraneo che, assieme all’inefficienza delle vie di fuga e ai ritardi dei soccorsi, avrebbe portato alla morte 262 minatori, di cui 136 italiani. La strage avvenne esattamente 10 anni dopo il famoso accordo fra Italia e Belgio che prevedeva manodopera in cambio di carbone, di cui ricorre quindi quest’anno il 70/mo anniversario. Da quel 1946, centinaia di migliaia di lavoratori italiani erano partiti (circa 2 mila al giorno, e 65 mila nei soli primi due anni), attirati dal miraggio di una vita migliore nel nord Europa. La realta’ non era cosi’ rosea, e i lavoratori venivano duramente selezionati lungo il percorso (a Milano, in Svizzera) per essere accolti, una volta giunti a destinazione, in baracche gia’ utilizzate per i prigionieri durante la guerra ; inoltre, i sentimenti della popolazione locale nei confronti dei nuovi arrivati venivano ben sintetizzati dai famosi cartelli “ni chiens, ni italiens” appesi fuori dai locali del distretto minerario di Charleroi. Oggi, l’annuale celebrazione cade a meno di 48 ore dopo l’ultimo attentato terroristico rivendicato dall’Isis e avvenuto a pochissima distanza dalla miniera, nel centro della citta’ di Charleroi. Per celebrare il doppio anniversario, nel 2016 l’ambasciata italiana in Belgio, con l’Istituto italiano di cultura, il Bois du Cazier e altre organizzazioni hanno deciso una serie di iniziative anche culturali. A Marcinelle e’ oggi atteso il presidente del Senato Pietro Grasso. La giornata si e’ aperta alle 8 e 10 con i 262 rintocchi della campana e l’appello alfabetico delle vittime, e proseguira’ con la deposizione delle corone ai piedi dei monumenti dedicati ai minatori, alle vittime del lavoro, al sacrificio degli emigrati, nel vicino cimitero. Grasso aveva gia’ visitato il Bois du Cazier in occasione di una precedente missione in Belgio, nel settembre 2013, e in quella occasione aveva ricordato l’importanza del rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e dell’integrazione dei lavoratori immigrati.

Marcinelle: Furlan, dignita’ e sicurezza lavoro sono obiettivi
“La tragedia di Marcinelle non va mai dimenticata. La dignita’ e la sicurezza sul lavoro sono gli obiettivi per cui si battera’ sempre la Cisl”. E’ quanto sottolinea la leader Cisl, Annamaria Furlan, in un tweet dal suo account personale, ricordando il sessantesimo anniversario della tragedia di Marcinelle dove persero la vita 136 lavoratori italiani emigrati.

Marcinelle: Grasso, dobbiamo alle vittime le garanzie sul lavoro
“Siamo qui tutti insieme per onorare la vita dei minatori di Marcinelle e per trasmettere ai nostri figli e a chi verra’ dopo di noi il senso profondo di una storia che ha segnato la vita di tre generazioni di europei. Al sacrificio di quegli uomini noi dobbiamo il riconoscimento, a tutti i lavoratori che si trovano in Unione europea, di diritti e garanzie”. Lo ha detto il Presidente del Senato, Pietro Grasso, alla cerimonia commemorativa del sessantesimo anniversario della tragedia di Marcinelle.
“Per mantenere viva la memoria di questo luogo il Senato ospitera’ in autunno una mostra dedicata a Marcinelle, rivolta soprattutto ai piu’ giovani”, ha aggiunto, “Marcinelle e’ un luogo di dolore ma sempre di piu’ anche di speranza, perche’ anche da qui e’ partito il processo dell’integrazione europea, che ha prodotto liberta’ e diritti, assicurando la dignita’ e la sicurezza del lavoro come uno dei suoi principali obiettivi”. “Ricordare quel lungo cammino, ripensare a come eravamo e vivevamo rafforza la nostra determinazione ad accogliere con spirito di solidarieta’ chi oggi e’ costretto a migrare e ha diritto alla protezione internazionale, senza trascurare il dovere di ridurre le diseguaglianze e le marginalita’ che rendono le nostre societa’ piu’ vulnerabili al fondamentalismo e all’illegalita’”, ha concluso Grasso, “Il luogo per realizzare compiutamente questi valori e’ la nostra Unione europea, un’utopia che Italia e Belgio, insieme ad altri, hanno trasformato in realta’. Ad essa noi affidiamo, tutti insieme, le nostre speranze e i nostri principi”.