‘Ndrangheta: 14 in manette per usura, anche calciatore Modesto

ros-carabinieri18Cosenza – I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 persone accusate di appartenere a un’organizzazione criminale dedita all’usura e all’estorsione, aggravate dalle finalita’ mafiose. Al centro delle indagini c’e’ un sodalizio criminale, emanazione delle cosche dei “Cicero-Lanzino” e “Rango-Zingari”, egemoni nella citta’ di Cosenza. Secondo chi indaga, gli arrestati, utilizzando i capitali della ‘ndrangheta, elargivano prestiti con l’imposizione di tassi d’interesse fino al 30% mensile. Tra le persone arrestate c’e’ anche il calciatore Francesco Modesto, 34 anni, originario di Crotone. Modesto, che e’ il genero di un altro indagato, ha militato in diverse squadre di calcio, anche in serie A e B, tra cui il Palermo, il Genoa, la Reggina, l’Ascoli, il Parma, il Bologna e il Crotone.

Il provvedimento che ha portato stamattina all’arresto di 14 persone, accusate, a vario titolo, di usura e tentato omicidio, scaturisce dalle risultanze investigative incentrate sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Calabrese Violetta, che hanno consentito di fare luce sulla ramificata attivita’ di usura posta in essere da un gruppo di persone ritenute legate alle cosche della ‘ndrangheta dei Lanzino-Cicero e Rango-Zingari. Sarebbe stato utilizzato denaro della cosiddetta “bacinella” della ‘ndrangheta cosentina per elargire denaro ad usura, a favore di imprenditori in difficolta’, soprattutto del settore edile, con l’imposizione di tassi d’interesse fino al 30% mensile. E’ stato accertato come il recupero dei crediti erogati ed il rispetto degli accordi usurari venissero garantiti anche con il ricorso a violenze e minacce nei confronti degli stessi imprenditori. E’ emersa anche l’imposizione di assunzioni e la realizzazione di lavori edili a favore degli indagati e di loro imprese, quale corrispettivo delle somme di denaro dovute dalle vittime. Coinvolto anche il calciatore professionista, attualmente svincolato, Francesco Antonio Modesto, militante in passato di numerose societa’ calcistiche di serie A e B. Il suo nome e’ stato fatto dal pentito Calabrese Violetta, che asserisce che il calciatore avrebbe messo denaro liquido a disposizione dei clan mafiosi, perche’ fosse prestato ad usura. E questo tramite il suocero, Luisiano Castiglia, elemento di spicco della cosca Lanzino-Cicero. Dalle indagini e’ emerso anche il coinvolgimento di uno degli indagati, Mario Mandoliti, anche lui legato a Luisiano Castiglia, nel tentato omicidio di Sandro Calabrese Violetta, fratello del collaboratore di giustizia.
I destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Laqueo”, eseguita oggi dai carabinieri, sono Gianfranco Bevilacqua, 49 anni, Luisiano Castiglia, alias “Mimmo”, 63 anni, Ermanna Costanzo, 62 anni, Giuseppe De Cicco, 37 anni, Domenico Fusinato, 48 anni, Giuseppe Garofalo, 54 anni, Danilo Magurno, 30 anni, Francesco Magurno, 59 anni, Mario Mandoliti, 50 anni, e Francesco Antonio Modesto, 34 anni, finiti in carcere.
Ai domiciliari e’ finito Giovanni Guarasci, 77 anni. Ordinanze sono state emesse anche nei confronti di Massimo Brunetti, 55 anni, Francesco Patitucci, 55 anni, e Maurizio Rango, 40 anni, gia’ detenuti.

‘Ndrangheta: i soldi dei clan per imprenditori in difficolta’
Sono state le dichiarazioni delle vittime a svelare i rapporti usurai tra le cosche e diversi imprenditori cosentini, grazie a soldi che provenivano dalla “bacinella” dei clan. Lo ha svelato il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa che si e’ svolta negli uffici della procura. “La forza di questa operazione – ha detto – sono proprio le dichiarazioni delle persone offese, che hanno svelato i rapporti usurai che si erano instaurati nel tempo. Alcuni soggetti sono stati vittime di piu’ usurai anche per fare fronte ai vari prestiti”.
Secondo Bombardieri “l’operazione da’ uno spaccato dell’usura nel Cosentino anche per gli investimenti delle cosche in quell’area. Nel prestare i soldi si specificava che provenivano dalla bacinella delle cosche e venivano prestati sotto questa indicazione che era una minaccia evidente sulla provenienza e sul metodo”.

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