Roma – I presidenti dei vari comitati per il No (Alessandro Pace, Comitato per il No nel referendum costituzionale, Annibale Marini,Comitato per il No alla riforma costituzio-nale del governo Renzi, Luigi Mazzella, Comitato per la libertà dei cittadini – No al peggio, Raniero La Valle, Comitato dei cattolici per il no, Guido Calvi, Comitato nazionale del centrosinistra per il No, Alfonso Celotto, Comitato “Questa volta No” e
Giuseppe Gargani, Comitato Popolare per il no al referendum, chiedono al Governo di fissare la data del referendum senza ulteriore perdita di tempo. “I cittadini italiani – spiegano in una nota i comitati – hanno infatti il diritto di sapere quando si voterà. Per contro il Governo manifesta un deprecabile atteggiamento “proprietario” sulla data del referendum costituzionale. Per vero l’unica cosa certa è che il Presidente del Consiglio cambia opinione e argomenti sulla data del referendum a seconda di quello che considera più favorevole al Governo stesso. Dopo avere puntato al plebiscito personale, Matteo Renzi – scrivono ancora – deve aver compreso, o qualcuno gli ha fatto comprendere, che potrebbe non essere più così certa la sua vittoria al referendum. E da quel momento il Governo ha tenuto un atteggiamento a dir poco ondivago e altalenante.
“Questo atteggiamento – spiegano ancora i comitati – non è all’altezza di un Presidente del Consiglio che dovrebbe sempre mettere l’interesse del Paese avanti a tutto e conside-rare il diritto dei cittadini di votare in tempi ragionevoli: un principio democratico inde-rogabile”. Per i comitati per il No, “se il problema è far approvare da un ramo del Parlamento la legge di stabilità, non dovrebbe essere difficile stabilire la data del referen-dum di concerto con i presidenti delle Camere portando in trasparenza un comporta-mento finora opaco e di parte. Del resto – conclude la nota – la legge dà al Governo un periodo di tempo congruo (tra 50 e 70 giorni) per decidere la data del voto e quindi i tempi ci sono. La nostra richiesta è che finisca il balletto delle date, delle fughe di noti-zie alla stampa pilotate da Palazzo Chigi. In poche parole che si decida la data del voto e lo si dica con chiarezza al paese”.