Roma – E’ morto a Roma, all’eta’ di 95 anni, l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. La camera ardente, sara’ allestita da domani e aperta al pubblico, al Senato per Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica e, quindi, senatore a vita. Secondo quanto si apprende, le esequie dovrebbero tenersi, per volonta’ della famiglia, in forma privata e non dovrebbero essere funerali di Stato.
Una vita in Banca d’Italia e poi al Tesoro dopo la parentesi di palazzo Chigi, mentre il Paese e il Parlamento erano travolti dalle macerie di Tangentopoli. Ma malgrado la sua competenza e il suo ruolo cruciale in tutte le fasi piu’ drammatiche della storia economica recente del Paese, fino all’ingresso dell’Italia nell’euro, Carlo Azeglio Ciampi non fu un economista, piuttosto un umanista ‘prestato’ all’economia. Ciampi si laurea infatti in Lettere alla Normale di Pisa nel 1941, con una tesi in filologia classica, e frequentando l’ateneo pisano si appassiona alle lezioni di filosofia di Guido Calogero, da cui eredita l’impronta azionista che caratterizzo’ la sua visione del mondo e della politica. Ma presto la passione filosofica e letteraria lascia il posto alle necessita’. Ciampi prende un’altra laurea, questa volta in Giurisprudenza, e partecipa al primo concorso indetto dalla Banca d’Italia dopo la Liberazione. A via Nazionale trascorrera’ ben 47 anni, quasi 14 dei quali da governatore, dal 1979 al 1993, quando viene chiamato a guidare il governo. Dopo tutta una carriera trascorsa a palazzo Koch, compreso un passaggio all’ufficio studi per anni considerato il vivaio intellettuale dell’Istituto, Ciampi diventa governatore dopo la bufera che investe Paolo Baffi e Mario Sarcinelli. Sotto la sua gestione, con l’inflazione a due cifre che divora redditi e salari, il Paese vive passaggi delicatissimi, a cominciare dallo scandalo del Banco Ambrosiano, nel 1982, passando per la rocambolesca svalutazione della lira nell’85. Ma sotto la guida dell’ex presidente della Repubblica, la lira entra nella cosiddetta fascia stretta degli accordi di cambio europei e l’Italia fa il suo ingresso nello Sme, preambolo della futura adesione all’euro.
La parabola da ‘economista’ di Ciampi subisce una virata brusca nel 1993, mentre il Paese si lecca le ferite di una delle piu’ grosse crisi politico-istituzionali del dopo guerra, Tangentopoli. L’ex numero uno di Bankitalia viene chiamato a guidare un governo ‘tecnico’, che imprimera’ una svolta decisiva sul terreno concreto della poliica economica. In autunno si firma a palazzo Chigi l’accordo tra governo e parti sociali sulla politica dei redditi che inaugura, dopo anni di scontri, la politica della concertazione. Mette in cantiere il processo di privatizzazione delle aziende di stato e di dismissione graduale della mano pubblica dalle partecipazione nelle grandi banche, che poi sara’ portato a termine negli anni successivi. Ma e’ da ministro del Tesoro del governo Prodi e poi del governo D’Alema che Ciampi torna a occuparsi direttamente di cose economiche. E l’ingresso nella moneta unica resta il momento piu’ importante. Il governo ingaggia una battaglia durissima con gli altri partner europei, tedeschi in testa, sulla definizione dei parametri che avrebbero consentito all’Italia di far parte del gruppo di testa dei paesi dell’euro. L’esecutivo nell’autunno del ’96 vara una manovra che consente un taglio di 4 punti nel rapporto tra debito e Pil e riesce a ottenere il via libera della Germania. Il Financial Times parlera’ di ‘grinta negoziale’ del ministro del Tesoro ai tavoli delle trattative, anche se a Ciampi, successivamente, soprattutto da destra, verra’ contestato l’accordo sul tasso di cambio lira-euro a quota 1936,27, considerato molto oneroso per il sistema delle imprese italiane. L’esperienza di Ciampi a via XX settembre si conclude nel maggio del 1999. L’umanista ‘prestato’ all’economia sarebbe stato scelto da uno schieramento parlamentare vastissimo per salire il gradino piu’ alto delle istituzioni, il Quirinale.
Ciampi: sindaco Cosenza, “principalmente un cittadino esemplare”
Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, nell’esprimere cordoglio a nome suo e della Giunta comunale per la morte di Carlo Azeglio Ciampi, tiene a ricordare con orgoglio la visita istituzionale che il Presidente della Repubblica fece nella citta’ di Cosenza il 7 febbraio 2001. “Dell’uomo che spese la sua vita per creare negli italiani una chiara identita’ nazionale ed europea – afferma Occhiuto – mi piace evidenziare oggi il segno lasciato nella nostra citta’ in occasione della sua visita, quando l’allora sindaco Giacomo Mancini, stravolgendo il cerimoniale, incarico’ l’assessore Eva Catizone di accoglierlo in sua vece presso la sede della Prefettura in piazza XV Marzo, prima di riceverlo personalmente nella casa comunale. Mi viene raccontato questo episodio – aggiunge il sindaco – e lo riporto proprio perche’ emerga l’aspetto dell’attenzione e della sensibilita’ che il presidente Ciampi, principalmente un cittadino esemplare, manifesto’ nei riguardi del sindaco Mancini, a quel tempo impossibilitato a recarsi nella vecchia sede della Prefettura che presentava barriere architettoniche”. Occhiuto, inoltre, ricorda il testo della dedica, piu’ che mai attuale, lasciata dal presidente Ciampi sul libro d’onore del Comune di Cosenza il 7 febbraio 2001: “A Cosenza, che ha saputo unire modernita’ e tradizione nella ricostruzione delle sue antiche atmosfere urbane; a Cosenza, la cui Universita’, modello di nuovi atenei, polo d’attrazione per la gioventu’ del Mezzogiorno, rinnova la fama della ‘Atene della Calabria’, porgo il mio saluto augurale, a conclusione di una visita che ha confermato la mia fiducia nel futuro di questa nobile terra”.
Ciampi: Oliverio, invito’ i calabresi a non mollare mai
Il cordoglio del Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, si unisce al dolore di tutto il Paese per la scomparsa del Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. “La scomparsa del Presidente Ciampi – afferma Oliverio – rappresenta una perdita gravissima per tutto il Paese. Scompare un uomo dalle grandi doti umane e morali, uno strenuo difensore delle istituzioni, un antifascista sincero, un europeista convinto. Come calabresi non dimenticheremo mai la sua partecipazione sofferente ai funerali delle vittime della tragedia di Soverato e la sua ferma esortazione ai calabresi e, in particolare, ai giovani (“Reagite con fermezza. Non siete soli, l’Italia tutta e’ con voi”) pronunziata a Reggio Calabria, dove giunse per rendere omaggio alla salma del compianto vicepresidente del consiglio regionale Franco Fortugno. Da Presidente della Repubblica fu sempre vicino ai cittadini e alle comunita’ locali anche nei momenti piu’ drammatici della vita del Paese e seppe interpretare con sobrieta’ ma con grande passione civile il forte sentimento di unita’ nazionale del nostro popolo, ridando forza, valore e significato ai simboli fondanti della nostra Repubblica. Con la scomparsa di Ciampi – conclude Oliverio – l’Italia perde un grande servitore dello Stato che ha saputo trasmettere a tutti l’orgoglio e la fierezza di essere italiani. La sua lezione di grande coerenza morale e politica rimarra’ per sempre impressa in ognuno di noi che abbiamo il difficile compito di trasmetterla, attraverso i nostri comportamenti e le nostre scelte, alle future generazioni. Alla signora Franca e alla sua famiglia giunga la mia affettuosa vicinanza”.
Ciampi: vedova Fortugno, “restera’ nei nostri cuori”
“Esprimo il mio cordoglio per la morte del Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Una figura di altissimo profilo umano e istituzionale, che ha lasciato un segno indelebile nella coscienza degli italiani”. Lo afferma l’ex deputata Maria Grazia Lagana’ Fortugno, che prosegue: “Ho ricordi che ancora oggi mi emozionano molto degli incontri avuti assieme ai miei figli con il Presidente Ciampi, che fu per noi un punto di riferimento dopo l’uccisione di mio marito Franco. Il Presidente scese in Calabria, rese omaggio alla camera ardente di Franco e riservo’ la massima attenzione e sensibilita’ non solo alla tragica vicenda che ci scosse, ma anche alla Locride e all’intera Calabria, terra per la quale spese la sua autorevolezza politica e istituzionale. Ciampi mi ha sempre incoraggiato, sostenuto, rassicurato. Ci ha indicato la strada e ha alimentato in noi, anche nei momenti piu’ bui e difficili, la fiamma della speranza. Restera’ nei nostri cuori – conclude Lagana’ Fortugno – cosi’ come restera’ nel cuore di milioni di italiani che lo hanno apprezzato e che hanno visto in lui un modello straordinario di spessore etico, spirito di identita’ nazionale e illuminata visione europeista. Rivolgo altresi’ un pensiero deferente alla signora Franca Ciampi, donna straordinaria cui esprimo in questo momento tutta la mia vicinanza”.