Alluvione Crotone: 20 anni dopo ricordate le sei vittime

kr-ist-lucifero-3Crotone   – Ha scelto una scuola l’amministrazione Comunale per ricordare, a vent’anni dall’evento, le vittime della tragedia che il 14 ottobre 1996 sconvolse la citta’ di Crotone. Michela, Paolo, Luca, Bruno, Angelina, Luca, accomunati da un tragico destino ed oggi nell’abbraccio della comunita’ cittadina che si e’ trovata presso l’Istituto “Rosmini”. Si e’ scelto di ricordarli in una “palestra dove si prepara alla vita” con le voci gioiose dei bambini indirizzate a chi fu vittima di una tragedia che a Crotone nessuno ha dimenticato. Alla sentita cerimonia hanno partecipato la vice sindaco Antonella Cosentino, il prefetto Vincenzo De Vivo, la dirigente scolastica Ida Sisca, il dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune Gianfranco De Martino e Pietro Pupa, fratello di Paolo una delle vittime dell’alluvione. Il sindaco Ugo Pugliese non ha voluto mancare all’iniziativa pur impegnato in queste ore a Bari per l’assemblea nazionale Anci. Furono tanti coloro che pur non facendo parte della protezione civile o di altre associazioni diventarono sul campo “angeli del fango” restando eroi senza nome ma dimostrando una solidarieta’ che fece in modo che la citta’ potesse subito rialzare la testa. Li ha ricordati nel suo intervento la vice sindaco Cosentino la quale oltre a sottolineare l’importanza della prevenzione ha ricordato che dopo l’alluvione “interventi importanti sono stati gia’ eseguiti migliorando nettamente le condizioni di sicurezza della citta’. Tuttavia – ha detto – a non ci si puo’ fermare nell’azione di salvaguardia del territorio ma bisogna andare avanti nell’interesse della collettivita’. Occorre che tutti facciano la propria parte. E’ fondamentale che su questo tema la Regione Calabria abbia un ruolo piu’ incisivo”. Il prefetto Vincenzo De Vivo ha evidenziato il tema della prevenzione come elemento cardine per la sicurezza “un tempo si interveniva solo per il soccorso, oggi assume una importanza fondamentale prevenire i rischi ai quali i territori sono esposti” Il prefetto De Vivo ha anche sottolineato l’importanza della conoscenza dei piani di prevenzione e l’opportunita’ di condividerli con la cittadinanza ed in particolare dialogare sul tema con il mondo della scuola.
kr-ist-rosmini-54Il prefetto ha anche sottolineato l’importanza del ruolo che svolgono la Protezione Civile e le Forze di Polizia in caso di calamita’ naturali ma anche in materia di prevenzione dei rischi. La preside Ida Sisca ha ricordato in particolare due delle vittime che erano di Cropani, suo paese natale, che in quell’epoca, con la provincia di Crotone appena nata, fu istituito il Provveditorato agli Studi e che le scuole all’epoca della tragedia diventeranno opportunamente luoghi di accoglienza e centri operativi per la protezione civile. E’ difficile scindere il ricordo dell’epoca anche rispetto al ruolo che si ricopre all’interno del contesto territoriale Il 14 ottobre 1996 rappresenta una data alla quale ciascuno lega ricordi personali. Un filo unico che ha legato gli interventi di tutti i relatori. E’ capitato anche all’Ing. De Martino che nel racconto della fase operativa immediatamente successiva all’evento ed anche nella presentazione dell’attuazione del “Piano Versace”, il piano di interventi infrastrutturali per la messa in sicurezza della citta’ che fu elaborato dall’Universita’ della Calabria, non ha nascosto momenti di commozione soprattutto alla vista di persone che all’epoca collaborarono con lui per i primi soccorsi apparse in un filmato che e’ stato proiettato all’inizio della commemorazione. “Oggi la citta’ e’ certamente piu’ sicura. Il piano e’ stato attuato per oltre il 60% con la realizzazione di opere fondamentali in grado di poter fronteggiare eventi eccezionali come quelli verificatisi nel 1996. Sono stati realizzati ponti, vasche di laminazione, opere di contenimento. Altre sono in fase di appalto” ha detto De Martino. Toccante l’intervento di Pietro Pupa che ha ringraziato l’amministrazione Comunale per il ricordo di suo fratello Paolo e delle altre vittime dell’alluvione sollecitando tutte le istituzioni a tenere alta la guardia in tema di prevenzione e sicurezza del territorio. Ha moderato l’incontro Francesco Vignis.
Alluvione Crotone: 20 anni fa l’apocalisse che fece 6 morti
Sono trascorsi 20 anni dalla violenta alluvione del 14 ottobre del 1996 che travolse la citta’ di Crotone, provocando la morte di sei persone. Era un lunedi’ mattina quando si aprirono le cateratte del cielo: 120 millimetri di pioggia si abbatterono in appena tre ore sulla citta’ che oltre ad essere inondata dalla pioggia venne sommersa da un’ondata di fango e detriti sputati dal fiume Esaro e dai vari affluenti che scorrono nelle vicinanze, incapaci di accogliere l’enorme quantita’ d’acqua caduta dal cielo. La furia degli elementi provoco’ il crollo di due campate del cavalcavia sud della citta’ cadute nell’Esaro, mentre intieri quartieri, Fondo Gesu’, San Francesco, Marinella, ma anche le contrade prossime all’asse fluviale, vennero invasi dai cavalloni di melma che monto’ sino a quasi sfiorare le pensiline dei primi piani delle case. Per le strade anche grovigli di auto sollevate come fuscelli, accartocciate le une sulle altre.
Molti riuscirono a mettersi in salvo, ma sei persone non ce la fecero: Luca Buscema, di 23 anni, Bruno Commisso, di 34, Paolo Pupa, di 28, Angela Trovato, di 72. Di Michela Cicchetto, di 22 anni, e di Luca Tavano, di 23, le altre due vittime dell’apocalisse d’acqua, non sono mai stati trovati i corpi. In questi venti anni molte cose sono state fatte per mettere in sicurezza il territorio e scongiurare nuove vittime in caso di alluvione, ma resta ancora tanto da fare. Grazie al piano di messa in sicurezza varato all’indomani dell’alluvione da un pool di tecnici coordinati dall’ingegnere Francesco Calomino, sono stati rifatti gli argini del fiume Esaro e del torrente Passovecchio, la realizzazione della vasca di laminazione di ‘Acqua della quercia’, il rifacimento del ponte della Stazione, lo spostamento del collettore fognario ed interventi vari di canalizzazione di torrenti minori. E tuttavia mancano all’appello alcuni interventi cruciali, dai quali dipende la sicurezza dei residenti del quartiere Gesu’. I lavori, infatti, si sono fermati all’asta finale dell’Esaro, che corre alle spalle delle abitazioni del quartiere, molte delle quali avrebbero dovuto essere abbattute negli anni immediatamente successivi all’alluvione ed invece sono ancora li’, proprio dove quella maledetta mattina di venti anni fa il fiume in piena fece irruzione nel quartiere seminando morte e distruzione.

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