Rifiuti: Raspa, “le ferrite sfuggite ai procedimenti giudiziari dove sono?”

raspa-incontroCosenza – La gestione dei rifiuti industriali della Pertusola Sud di Crotone è stata al centro del dibattito che si è svolto a Villapiana, in provincia di Cosenza, martedì scorso alla presenza di Monsignor Francesco Savino. Nel corso dell’incontro, promosso da Raspa (Rete autonoma Sibaritide e Pollino per l’Automia), è emerso che “al netto delle inchieste concluse e di quelle ancora in corso, sono ancora molti gli interrogativi legati allo smaltimento di centinaia di migliaia di tonnellate di ferriti di zinco, interrate chissà dove e ancora “invisibili””. Al dibattito erano inoltre presenti Francesco Chiaradia, avvocato del foro di Castrovillari, e il dottor Ferdinando Laghi, Vicepresidente dell’ISDE Sud Italia, Medici per l’Ambiente, che “si sono ritrovati nel richiamo del Vescovo di Cassano allo Ionio, “volto a non abbassare la soglia di guardia su un territorio, quello della piana di Sibari, in balia di una pericolosissima triangolazione: quella tra massoneria, ‘ndrangheta e politica, attivissime nel gestire quel malaffare che ha messo in ginocchio le nostre contrade”. Durante il confronto gli interlocutori si sono poste diverse domande ad esempio, “dove sono finite le centomila tonnellate di ferriti sfuggite ai procedimenti giudiziari? Gli oltre tremila camion di scorie che, con ogni evidenza, hanno solcato le nostre strade e riempito i nostri viadotti sono sfuggiti alla nostra attenzione narcotizzata? Sono forse invisibili tremila camion? Certo, invisibili come le esigenze e i diritti (quelli alla salute, sopra tutti gli altri) di cittadini disperati. E non è forse il caso di ricordare, come pure ha fatto Laghi, che quasi un quarto delle morti e delle malattie dipendono da fattori ambientali?” L’obiettivo dell’incontro è stato quello di non “mette la testa sotto la sabbia e lotta per difendere i propri diritti, che sono poi quelli di tutti” e nello stesso tempo di raspare “via l’incrostazione di apatia, sudditanza e omertà che pesa sulle nostre coscienze e che ci fa piegare la testa, che ci riportano ad anacronistiche posizioni di sudditanza e riconquistiamo dignità di cittadinanza!”