Caporalato: Martina, “legge tutela lavoratori ma anche aziende”

minsitro-martinaRosarno (Reggio Calabria) – “Le nuove norme sul caporalato sono un fatto rilevantissimo per il destino e il futuro di questa terra. Bisogna ancora lavorare tanto, io non lo nego. Pero’, rispetto ad anni fa, secondo me, noi siamo ad un punto di svolta molto utile, molto interessante. Adesso dobbiamo spingere il piu’ possibile”. Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, intervenuto oggi nell’auditorium comunale di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, per presentare la legge sul caporalato. “Sono contento – ha spiegato – perche’ proprio da qui un anno e mezzo fa, insieme alle organizzazioni sindacali e di categoria, avevamo lanciato la sfida sulla emergenza caporalato nel Paese. Oggi sono qui per dire che siamo passati dalle parole ai fatti e che la legge e’ cosa fatta. Si tratta di un provvedimento – ha aggiunto il ministro – che non solo tutela i diritti e la dignita’ dei lavoratori, ma tutela anche le aziende agricole che lavorano nella legalita’. Il fenomeno del caporalato e’ una piaga che non riguarda solo il Sud, ma anche il Nord e per questa ragione ho scelto Rosarno per venire a presentare la legge. Sono convinto – ha concluso Martina – che questa regione ha risorse agroalimentari importanti che possono contribuire allo sviluppo della regione e del Paese”.

Caporalato: Moncalvo, “bene legge, ora aggiornare norme su frodi”
“Per trasferire il valore aggiunto della legalita’ al Made in Italy e’ necessario ora che l’importante approvazione della legge sul caporalato venga accompagnata da una stretta della legislazione sulle frodi con la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900”. Lo ha detto il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, a Rosarno (Rc) con il ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, per illustrare la legge sul caporalato appena approvata dal Parlamento. “Servono pene severe e rigorosi controlli – ha sottolineato Moncalvo – che colpiscano il vero lavoro nero e lo sfruttamento, portando alla luce quelle sacche di sommerso che peraltro fanno concorrenza sleale alle imprese regolari che hanno gia’ intrapreso un percorso di trasparenza e sulle quali finiscono per concentrarsi esclusivamente oggi le azioni di verifica. E’ necessaria pero’ – ha sottolineato – anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualita’ che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore che non e’ possibile se le arance nei campi sono sottopagate a 7 centesimi al chilo e i pomodori poco di piu’. Il problema del rispetto della dignita’ dei lavoratori – ha continuato Moncalvo – deve valere anche per i prodotti importati che arrivano in Italia spesso sottocosto per effetto dello sfruttamento del lavoro, anche minorile, e dell’ambiente”.
Secondo Moncalvo, “se i prodotti agroalimentari italiani sono ora garantiti, dalle rose alle banane, fino ai gelsomini, sono molti i prodotti importati sui quali secondo la Coldiretti pesa addirittura l’ombra dello sfruttamento minorile che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO). Un fenomeno diffuso nel tempo della globalizzazione dei mercati che si fa paradossalmente finta di non vedere solo perche’ avviene in Paesi lontani e che viene spesso addirittura incentivato da accordi europei agevolati per l’importazione di prodotti alimentari, dal riso del Myanmar all’olio dalla Tunisia fino alle trattative in corso, anche per i prodotti frutticoli, con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) dove non ci sono le stesse norme di tutela dei lavoro vigenti in Italia. Un flusso sul quale spesso lucra la criminalita’ con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali che rendono ancora piu’ pericolose le frodi agroalimentari che per questo – ha continuato Moncalvo – vanno perseguite con un sistema punitivo piu’ adeguato come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, presentata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando ad ottobre dell’anno scorso e successivamente oggetto di un’ampia consultazione tra le parti sociali dalla Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presieduta da Giancarlo Caselli. E’ importante – ha concluso Moncalvo – la volonta’ di procedere ad attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalita’ organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone”.

Caporalato: Biondo (Uil), legge e’ una pietra miliare
“E’ una legge che rappresenta certamente una pietra miliare per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento del lavoro nel settore dell’agricoltura, in quanto eleva a reato penale l’intermediazione illegale di mano d’opera punendo non soltanto il caporale ma anche le imprese che utilizzano intermediazione illegale, favorendo quelle imprese che invece applicano contratti e leggi e che fino a oggi sono state penalizzate dalla concorrenza sleale da parte delle aziende che hanno fatto utilizzo di mano d’opera a basso costo”. Lo ha detto il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo, oggi a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dove il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha presentato la legge sul caporalato.
“E’ una legge – ha aggiunto Biondo – che rappresenta un’evoluzione positiva nel mondo del lavoro agricolo e un passo in avanti nei diritti dei lavoratori. E’ anche una legge che evidenzia che quando si lavora in sinergia tra istituzioni, associazioni datoriali e sindacati dei lavorati, si possono raggiungere risultati importanti per la crescita del mondo del lavoro, e quindi, contrariamente a quanto si e’ pensato fino ad oggi, la concertazione non e’ da buttare. Adesso – ha sottolineato il segretario generale Uil Calabria – la legge richiede altrettanta sinergia nella parte attuativa da parte di tutti quei soggetti, sindacati associazioni datoriali e istituzioni, perche’ fatta la legge adesso e’ importante che questo strumento venga utilizzato dai territori e su questo – ha concluso – spingeremo la regione e il governo a partire dalla Calabria per dare un segnale concreto di attuazione della legge, per la valorizzazione del settore agricolo che rappresenta una leva importante per l’economia calabrese”.

Caporalato: Oliverio, legge frutto fote volonta’ parlamento
Il Presidente della Regione, Mario Oliverio, e’ intervenuto stamane a Rosarno all’iniziativa nel corso della quale il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha presentato la Legge contro il caporalato, di recente approvata. ” Al Ministro Martina va un ringraziamento per aver voluto presentare la legge di contrasto al caporalato qui a Rosarno” ha detto il Presidente aprendo il suo intervento.” E’ una scelta non casuale – ha proseguito -, carica di significato. Un anno e mezzo fa ci siamo ritrovati qui, con le forze sociali, con il Ministro stesso per discutere nel merito la necessita’ di dotare il Paese di uno strumento di contrasto al caporalato, alla piaga che ha costretto migliaia di lavoratori a subire uno sfruttamento atroce, fino al limite di esprimersi come nuova forma di schiavitu’. Nel 2015 sono state 13 le persone che hanno perso la vita nei campi. E’ importante che il Parlamento italiano dopo cinque anni abbia licenziato questa legge, in un percorso non senza ostacoli, ma del quale va sottolineata la determinazione. La legge – ha aggiunto Oliverio – e’ frutto di una iniziativa larga delle forze piu’ avanzate di questo Paese, delle forze sociali, del sindacato, ma anche nostra. Lo scorso febbraio e’ stato approvato dal Consiglio regionale un disegno di legge, presentato dal capogruppo Pd Sebi Romeo, di contrasto al caporalato, i cui contenuti si integrano perfettamente con la legge nazionale, che eleva a reato penale lo sfruttamento determinato da azioni di caporalato. Nella nostra legge sono previste alcune misure, come convenzioni con gli enti locali per quanto riguarda l’organizzazione del trasporto, a sostegno dei Comuni, andando in questo senso incontro all’impresa ed al lavoro. Altrettanto bisognera’ fare per quanto riguarda il marchio etico sui prodotti, per sostenere ed incentivare l’impresa, dentro il concetto di responsabilita’ sociale”.
“La legge- ha detto ancora- e’ un atto di civilta’, di rispetto non solo del lavoro ma della persona, ed e’ anche un risultato a garanzia, nell’interesse delle imprese perche’ rimuove un fattore di concorrenza sleale. Oggi si pongono problemi di tutela delle produzioni agricole. Siamo in una delle regioni che subisce di piu’ rispetto ad altre, competizione sregolata. E’ un problema che si colloca anche nella dimensione europea, a tutela dei nostri prodotti. Tutela e valorizzazione sono le strade che stiamo seguendo. In questo anno – ha ripreso il Presidente Oliverio- sono state assunte importanti misure: l’azzeramento dell’Irpef che viene dopo quello dell’Imu e dell’Irap per quanto riguarda i terreni agricoli. La legge e’ ora uno strumento importante, un punto fermo, da valorizzare che, se necessario, potra’ essere oggetto di eventuali aggiustamenti. Per nostra parte stiamo lavorando attraverso il PSR a bandi per valorizzare le filiere produttive. Proprio nella scorsa settimana abbiamo pubblicato un bando relativo all’agroindustria, per sostenere gli investimenti nella trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli che prevede la presentazione di contratti di conferimento che tutelino i costi di produzione delle aziende”.