Terremoto: a Norcia crolla “casa” Benedetto, come Assisi

norcia-basilica-crollataRoma – San Francesco e San Benedetto, gli amatissimi Santi protettori dell’Italia e dell’Europa, sono ora accomunati dal destino delle basiliche a loro intitolate a Norcia e ad Assisi, due simboli del Medio Evo cristiano entrambi gravemente danneggiati dal terremoto. La basilica di San Benedetto a Norcia con l’adiacente concattaedrale di Santa Maria Argentea, anch’essa crollata, sorgeva su quella che secondo la tradizione era la casa natale dei santi Benedetto e Scolastica, nati nel 480 d.C.da una nobile famiglia. La chiesa era il cuore storico e religioso del borgo della Valnerina.
La basilica, la cui costruzione fu avviata nel 1200, era a forma di croce latina, con un’unica navata. La tipica facciata a capanna, con il grande rosone centrale e i simboli dei quattro evangelisti, il portale laterale e la base del campanile erano della fine del XIV secolo. I muri laterali erano riportati a un’altezza unica durante il restauro terminato nel 1958; in quell’occasione si demolirono le volte a vela del portico laterale e furono rimesse in luce le strutture della fabbrica trecentesca.
Il crollo della basilica benedettina aveva un precedente in Umbria nel crollo parziale della Basilica di San Francesco ad Assisi. Il terremoto del 26 settembre 1997 causo’ profonde lesioni alla basilica superiore, con il crollo della volta in due punti (che provoco’ la morte di quattro persone ricordate con un’iscrizione nel pavimento all’ingresso della basilica) e ingenti danni al timpano sud del transetto: 130 metri quadrati di affreschi medievali furono ridotti in frammenti. La chiesa durante la notte aveva subito danni agli affreschi di Giotto e Cimabue ed in quel momento era in atto un sopralluogo da parte di alcuni tecnici, ingegneri, giornalisti e frati.
Durante la scossa una delle volte della basilica superiore crollo’ sopra a padre Angelo Api, Zdzis?aw Borowiec, Bruno Brunacci e Claudio Bugiantella, tutti e quattro morti sul colpo. La basilica rimase chiusa fino al 29 novembre 1999, per interventi di conservazione e restauro. Il 26 settembre 2001 vennero ricollocati gli otto santi dell’arcone (oltre a Rufino e Vittorino, Benedetto, Antonio di Padova, Francesco, Chiara, Domenico, Pietro martire). Le lacune vennero compensate tramite la tecnica del tratteggio e dell’abbassamento ottico della lacuna stessa. Dopo un anno, il 26 settembre 2002 fu ricollocata anche la vela di san Girolamo: circa 80.000 frammenti su una superficie di 80 metri quadrati. Il 5 aprile 2006 si e’ svolta l’inaugurazione della vela di San Matteo e del cielo stellato. Decine i restauratori furono impegnati nel lavoro di quello che e’ stato chiamato Il cantiere dell’utopia; 60.000 le ore impiegate, per un costo di 72 miliardi di lire, circa 37 milioni di euro.