Roma – Da 66 giorni il Centro Italia vive nell’incubo del terremoto. Tutto e’ cominciato il 24 agosto, quando la scossa di magnitudo 6.0 alle 3.36 rade al suolo Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. I tre paesi a cavallo tra Lazio e Marche sono stati i piu’ colpiti dalla scossa con epicentro fu localizzato ad Accumoli a una profondita’ di 9 chilometri. Il bilancio e’ stato di 298 morti, centinaia di feriti e migliaia di sfollati. Il governo ha stimato i danni in 4 miliardi di euro. Quell’evento disastroso e’ stato seguito da una serie interrotta di repliche, molte con magnitudo superiore a 4, mentre la macchina della Protezione civile girava a pieno regime per assistere la popolazione, trovare soluzioni abitative di emergenza, censire i danni, valutare l’agibilita’ degli edifici rimasti in piedi. Le tendopoli erano state appena svuotate quando il 26 ottobre il terremoto ha colpito di nuovo con violenza: una “doppietta sismica”, come l’hanno definita i geologi. Prima scossa di m,agnitudo 5.4 alle 19.10 con epicentro tra Camerino, nelle Marche, e Gualdo Tadino, in Umbria, localizzato precisamente a Castelsantangelo sul Nera, gia’ devastato dal sisma del 24 agosto. Poche ore dopo, la seconda forte scossa: sono le 21.18 quando la terra trema ancora con epicentro a Ussita, nelle Marche, e magnitudo 5.9. Nuove devastazioni si aggiugono a quelle gia’ prodotte dal terremoto del 24 agosto. Non si fa in tempo a contare i danni: oggi la nuova scossa di magnitudo 6.5.