Carabinieri: nel calendario 2017 simboli dell’Arma e scala valori

calendario-carabinieri17Roma – Un mix delle tendenze della grafica di ieri e di oggi, con in primo piano i simboli dell’Arma dei carabinieri e cosi’ facendo viene raccontato mese dopo mese il significato e il modo di operare e anche di intendere l’appartenenza all’Arma stessa. E’ il Calendario Storico 2017 presentato questa mattina, in una gremita Aula magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, alla presenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, e naturalmente del comandante generale dell’Arma, Tullio del Sette. Le tavole del Calendario sono state ideate e realizzate sotto la direzione artistica di Silvia di Paolo, intervenuta questa mattina con lo storico dell’arte Philippe Daverio, del presidente-sovrintendente e direttore artistico dell’Accademia di Santa Cecilia, Michele Dall’Ongaro, e il grafico Armando Milani. Iinterventi guidati da Massimo Giletti, ormai ‘carabiniere ad honorem’ visto che e’ la nona volta che presenta l’evento. Contributi video di Gillo Dorfles, 106 anni, grandissima figura della storia, della filosofia e dell’arte italiana e appassionato da sempre dell’Arma – tanto che, come mostrato dalle immagini, il generale Del Sette gli ha donato una divisa da capitano dei carabinieri, un grado di ufficiale che Dorfles ha scherzosamente ritenuto basso rispetto alle aspettative…e alla fedelta’ nel tempo – e del Maestro Antonio Pappano, direttore musicale dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia.

Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 il Calendario torno’ a vivere nel 1950 e da allora e’ stato puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dei carabinieri e della stessa storia d’Italia. E’ divenuto ormai un cult, quest’anno e’ stato tirato in un milione 300mila copie, di cui quasi 10mila in altre lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco e arabo), indice dell’attenzione per un prodotto editoriale apprezzato e presente in piu’ ambiti (dalle case agli uffici). E’ un cammino attraverso l’arte grafica si e’ evoluta nel tempo, a partire dall’anno di fondazione dei carabinieri, il 1814. L’immagine della prima di copertina mostra i contorni dei volti vicini di due carabinieri – l’uno nell’uniforme solenne e l’altro in quella ordinaria – e sullo sfondo i tetti di edifici e case di una citta’ anonima, a rappresentare – e’ stato sottolineato – l’amicizia, il vegliare sulla tutela e sicurezza di tutti, ovunque sia, dal piccolo al grande centro urbano. La seconda e la terza di copertina sono due enormi lettere C, quelle che caratterizzano la sigla dei carabinieri, lettere in carattere Bodoni con all’interno dell’una riflessioni di Dorfles e Daverio e all’interno dell’altra l’intervento del generale Del Sette che spiega per l’appunto come i simboli siano “rappresentazioni estetiche” del significato del’Arma. E quindi ecco la carabina (da cui l’Arma prende il nome d’origine), l’elmo dei corazzieri, la daga, l’alamaro, la bandoliera, la giberna, la banda rossa dei pantaloni dell’uniforme, la fiamma, il pennacchio rossoblu, il mantello, la lucerna, il basco (le diverse colorazioni richiamano i reparti che l’indossano, ultimo arrivato il verde del Cfs che dal primo gennaio sara’ parte dell’Arma). Per chiudere con la saetta e il numero di emergenza 112 e, mese di dicembre, il polso di un carabiniere il cui orologio dice cos’e’ l’Arma, cioe’ tute le sue articolazioni operative. Nella tavola finale, in carattere Helvetica (il piu’ diffuso al mondo), ecco una sorta di scala i cui gradini rappresentano virtu’ e qualita’ dei carabinieri: e quindi, dal basso verso l’alto, ecco indicate etica, onore, integrita’, rispetto, competenza, impegno, efficienza, coesione, serenita’, tradizione, fedelta’ e fede. Quanto all’Agenda 2017, e’ in un formato moderno e funzionale e con l’inserto dedicato alla “Musica nell’Arma”, con un dettagliato excursus storico sui complessi musicali dell’Arma, dalla mitica Banda alle varie Fanfare.

Il generale Del Sette nel suo intervento ha sottolineato che il Calendario “fa parte della memoria collettiva del Paese”, ricordando quanto detto nel 2014 dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e cioe’ che l’Arma e’ “simbolo che e’ parte integrante e nutrimento continuo della nostra identita’ nazionale”. Del Sette ha parlato di Arma dei carabinieri come “una forza coesa, affidabile, efficiente, moderna e dinamica, protesa al futuro, che guarda con ottimismo e rinnovato vigore”. E ha anche sottolineato che nel calendario da tavolo l’ultima immagine e’ quella di alberi tra i piu’ longevi al mondo, a ribadire la sensibilita’ dell’Arma per i temi ambientali e che a breve si arricchira’ appunto con l’integrazione con il Corpo forestale dello Stato. A sua volta il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Graziano, ha evidenziato la capacita’ continua di rinnovarsi del calendario, e definito quella dei carabinieri una “forza armata che svolge servizio permanente di pubblica sicurezza”, e sono proprio i simboli rappresentati nel Calendario ad evidenziarlo una volta di piu’. E a proposito di ruolo dei militari in genere, il gen. Graziano ha anche rilevato che “mai avrei pensato in passato, nel mio percorso in Accademia e nei primi anni di attivita’, che avremmo avuto militari italiani a Mosul o impegnati a contribuire all’attivazione e ai compiti dell’ospedale di Misurata in Libia o ad occuparsi di migranti, oppure del loro impegno nella sicurezza interna o che sarebbero tornati ad essere l’essenza stessa del Paese e a continuare a servire la patria”. Infine il ministro della Difesa, Pinotti ha parlato di “evento, di momento di vissuto culturale condiviso, un momento per nulla retorico ma molto significativo”. Il Calendario e’ un momento culturale, che lega simboli del passato a quelli del presente, e questa scelta “e’ un’idea originale, non era facile” percorrerla ma quanto cominciato con l’edizione di un anno fa e proseguita dimostra che si e’ riusciti in quest’opera. A proposito della scala dei valori che animano l’operato dei carabinieri, il ministro ha voluto richiamare le ‘Lezioni americane’ di Italo Calvino, in particolare la professione di fede proprio nei valori morali.