Caporalato: controlli nel Reggino, multati titolari di due ditte

reggio-prefettura600x450Reggio Calabria – I titolari di due aziende agricole di Taurianova, operanti l’una nel settore florovivaistico e l’altra in quello agrumicolo, sono stati sanzionati per oltre 69.000 euro per violazioni della normativa sul lavoro e per aver attinto abusivamente ad acque pubbliche per il tramite di pozzi artesiani non autorizzati. Ne da’ ntizia, con un comunicato, la prefettura di Reggio Calabria. “Continuano senza sosta – si legge – le operazioni di prevenzione e di contrasto al caporalato ed al lavoro nero disposte dal Prefetto Michele di Bari nell’ambito delle misure di contrasto comprese nella Direttiva del Ministro dell’Interno del 23 aprile 2014 denominata “Focus ‘ndrangheta – Piano d’azione nazionale e transnazionale”, implementate nelle Riunioni Tecniche di Coordinamento ed affidate al Tavolo tecnico interforze istituito presso la locale Questura di Reggio Calabria”. Sempre nella Piana di Gioia Tauro, a Rizziconi, lo scorso 30 novembre sono state controllate 3 aziende e 26 lavoratori dipendenti nonche’ irrogate sanzioni amministrative per un valore di 1.500 euro. “Ad un anno dalla prima operazione, effettuata l’11 novembre 2015, sono 34 – scrive la Prefettura – le operazioni di prevenzione e vigilanza disposte nell’ambito del piano d’azione in 37 Comuni della provincia, 170 le ditte controllate, 1035 le posizioni lavorative verificate, 29 le persone denunciate, 163, infine, le sanzioni irrogate per un importo complessivo ? 1.082.248,25. Delle 37 aziende sottoposte a verifica, 9 sono risultate riconducibili ad esponenti della criminalita’ organizzata ‘ndranghetista, tutte insediate nella Piana di Gioia Tauro. Le iniziative di controllo proseguiranno, al fine di porre in essere concreti interventi preventivi e di chiara deterrenza per coloro che sfruttano la manodopera, anche straniera. Il riacquisto alla legalita’ dei settori economici e produttivi, in un contesto caratterizzato da endemici fenomeni di illegalita’ ed abusivismo, e’, infatti, – secondo quanto si legge – condizione ineludibile di sviluppo in uno con la coscienza da parte delle imprese che la loro azione non e’ avulsa da forme di responsabilita’ sociali e da impegni di sostenibilita’ ambientale”.