Giustizia: Marziale a Senato, no soppressione tribunali minorenni

marziale-antonio600x450Reggio Calabria – Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, ascoltato dalla Commissione Giustizia del Senato, ha ribadito la sua ferma e decisa contrarieta’ alla riforma del Tribunale per i minorenni in ‘sezioni specializzate presso i Tribunali ordinari’. “Perche’ – ha spiegato – il minorenne, amalgamato agli interessi piu’ generali della famiglia e non piu’ percepito quale soggetto debole delle controversie perderebbe di centralita’ e di tutela, e cio’ significherebbe un passo indietro della nostra legislazione, che pure e’ tra le migliori esistenti a livello mondiale al punto che i Paesi piu’ evoluti ad essa attingono per legiferare, senza considerare che proprio la famiglia e’ il luogo dove maggiormente vengono perpetrati i reati peggiori”. Il Garante si e’ molto soffermato sull’esempio del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria: “Laddove e’ in atto un esperimento che non ha precedenti in Italia e che ha polarizzato l’attenzione di tutto il mondo – ha sottolineato Marziale – dall’Australia alla Cina, voluto dal presidente Roberto Di Bella, che riguarda l’allontanamento dei minorenni appartenenti a famiglie mafiose, dietro richiesta addirittura delle proprie madri. Un esperimento che nel tempo sta registrando notevole successo, reso intelligibile dalle lettere e dagli attestati di ringraziamento che ogni giorno pervengono al presidente Di Bella proprio dai ragazzi interessati o dalle stesse famiglie. La soppressione del Tribunale per i Minorenni manderebbe in fumo la possibilita’ di affrancare giovani esistenze dal controllo della ‘ndrangheta. Pertanto – ha ribadito Marziale – la riforma prevista dal ministro Orlando si assumerebbe una responsabilita’ abnorme, in quanto una sezione specializzata nel Tribunale ordinario non avrebbe la stessa autonomia del Tribunale per i Minorenni nell’intraprendere iniziative cosi’ forti”. Il Garante, nel corso dell’audizione, ha esposto inoltre la necessita’ a che “la stessa definizione “Tribunale per i Minorenni” sia salvaguardata allo scopo di favorirne la percezione dell’infanzia e dell’adolescenza da un punto di vista culturale, in un’era contrassegnata da una forte spinta adultizzatrice riscontrabile finanche all’interno delle famiglie e delle Istituzioni: non e’ un caso che esistano proposte di legge orientate ad abbassare la soglia di ingresso della maggiore eta’ a 16 anni. E poi, non prendiamoci in giro – ha affermato Marziale – sappiamo bene che ogni riforma di questo periodo storico ha il solo precipuo fine di contenere i costi, ma davanti ad un problema cosi’ delicato che riguarda i bambini piu’ sfortunati e la loro sorte non c’e’ spending review che tenga”.