Turismo: Bevacqua, troppi disservizi nelle stazioni sciistiche

domenico-bevacqua600x450Reggio Calabria – “Ci vogliamo rendere conto, una buona volta, che il tanto auspicato rilancio della Calabria non puo’ che passare dalle risorse che maggiormente ci sono proprie e ci caratterizzano? La montagna e’ fra queste e Camigliatello ne rappresenta una perla, ma al turismo odierno non basta la semplice visione delle bellezze naturali: per la necessaria e desiderata fruizione, c’e’ bisogno di accoglienza, di strutture efficienti, di servizi garantiti”. E’ quanto si chiede il presidente della IV Commissione regionale Domenico Bevacqua che rilancia: “Come possiamo pensare a una seria stagione turistica sulla neve in Sila se le piste aperte, lungi dall’essere liberate da pietre e pericoli a ogni pie’ sospinto, non sono nemmeno battute? Com’e’ possibile che l’unico elemento in linea con gli standard delle localita’ sciistiche italiane piu’ rinomate, sia soltanto il prezzo dello skipass? Chi e’ responsabile di orari di apertura irragionevolmente ritardati e di tutta una serie di illogiche amenita’ che indurrebbero a desistere anche il turista sciatore piu’ appassionato? Le proteste abbondano, accompagnano puntualmente ogni arrivo della stagione invernale e stanno diventato un roboante leit motiv al quale paiono restare sordi solo i responsabili cui competerebbe porre rimedio”. Aggiunge Bevacqua: “La situazione e’ semplicemente inaccettabile, e lo e’ di piu’ se la gestione di tale struttura e’ affidata ad un ente regionale, che vanifica ogni sforzo compiuto per conferire alla nostra Regione un’immagine e una realta’ finalmente all’altezza delle enormi potenzialita’ turistiche ch’essa possiede. Nel pieno rispetto della funzione che mi e’ stata assegnata dai cittadini elettori, preannuncio il deposito nei prossimi giorni di un’apposita interrogazione consiliare, finalizzata a comprendere le ragioni di una simile e paradossale situazione, nonche’ le iniziative che l’esecutivo regionale ha in programma di intraprendere per ristabilire quelle minime condizioni di agibilita’ senza le quali il pur fervido dibattito sul turismo montano restera’ un vuoto nugolo di parole”.