Carabinieri: ricordati due militari uccisi in agguato in Calabria

fava-e-garofaloScilla (Reggio Calabria) – Sono stati commemorati stamane, a 23 anni dalla spietata esecuzione, i carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, assassinati il 18 gennaio 1994 sulla corsia sud del vecchio tracciato dell’A3, in circostanze ancora misteriose. La cerimonia si e’ svolta davanti al cippo eretto nella piazzola di sosta, a poca distanza dall’uscita di Scilla, dove avvenne l’agguato, per ricordare i due militari dell’Arma, alla presenza delle vedove dei due appuntanti scelti, Antonia Anile e Patrizia Scanu, che hanno ribadito piena fiducia nel lavoro della magistratura reggina, rivolgendo un ulteriore appello al Procuratore capo Federico Cafiero de Raho affinche’ si giunga alla verita’. Oltre alle vedove dei due Carabinieri, c’erano le massime autorita’ civili e militari della provincia di Reggio Calabria, il Sindaco del Comune di Palmi Giovanni Barone, centro dove i due appuntanti prestavano servizio, il Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, il Presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova, rappresentanti della prefettura e di tutte le forze dell’ordine provinciali.
Il picchetto d’onore ha reso omaggio alla memoria di Antonino Fava e Giuseppe Garofalo e le note del “silenzio” hanno accompagnato la deposizione di una corona di alloro ai piedi della stele, davanti alla quale, a rivolgere il loro saluto, c’era anche il Procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho, accompagnato dal generale Andrea Rispoli e dal colonnello Gianluca Scafuri, rispettivamente Comandanti della Legione Carabinieri Calabria e del Comando provinciale di Reggio Calabria. E’ seguita, nella cattedrale di Palmi, una messa solenne officiata dal vescovo della diocesi, Francesco Milito.

Carabinieri: Fava e Garofalo forse vittime strategia stragista
Potrebbe avere una correlazione con la strategia stragista federico-cafiero-de-rahonell’ambito della trattativa Stato-Mafia di quegli anni l’uccisione di Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, trucidati a colpi d’arma da fuoco, 23 anni, fa nei pressi dello svincolo di Scilla (Rc) dell’autostrada A3/ salerno Reggio. Lo ha detto oggi il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, in occasione della cerimonia commemorativa. “In quel periodo ci furono altri tentativi di omicidio nei confronti di militari dell’Arma, un piano di adesione a quello stragista su cui, come Procura di Reggio – ha dichiarato de Raho all’emittente televisiva calabrese Rtv – abbiamo lavorato e spero a breve di avere delle notizie da potervi riferire. Al momento – ha aggiunto – ci sono due condannati, ma la storia giudiziaria non ci ha ancora aperto quella pagine di verita’ che vorremo fosse scritta”.
Sono molti, quindi, i punti oscuri da chiarire su cosa avvenne realmente la sera del 18 gennaio 1994, sulla corsia sud del vecchio tracciato dell’A/3 (oggi A/2) Chi ha armato il commando omicida, chi ha dato ordine di far fuoco con estrema crudelta’? Gli unici responsabili riconosciuti come autori del massacro sono Giuseppe Calabro’ e Consolato Villani, uomini ritenuti affiliati alla cosca reggina dei Lo Giudice. Proprio le loro recenti dichiarazioni, assieme a quelle del pentito di Cosa Nostra Gaspare Spatuzza, hanno aperto un nuovo fronte nella ricostruzione dell’intera vicenda, lasciando supporre una matrice non esclusivamente ‘ndranghetistica, ma un interesse anche della mafia siciliana. I due militari furono uccisi al termine di una giornata che li aveva visti scortare anche un gruppo di magistrati del pool antimafia di Messina diretti al carcere di Palmi per interrogare il boss messinese pentito Luigi Sparacio.