Botte e minacce ad alunni, insegnante sospesa a Reggio Calabria

alunni-picchiatiReggio Calabria – Schiaffi e minacce, addirittura con un bastone brandito contro gli alunni “renitenti”. E’ lo scenario emerso dalle indagini della squadra mobile di Reggio Calabria che ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della sospensione per dodici mesi dall’esercizio del pubblico ufficio ad un’insegnante. Il provvedimento e’ stato emesso dal Gip del Tribunale della citta’ calabrese nei confronti di P.T.D., 66 anni, ritenuta responsabile del reato di maltrattamenti aggravati nei confronti degli alunni di una scuola della citta’ in cui insegnava. E’ stata la denuncia dei genitori di un bambino che frequenta una classe dell’istituto scolastico a far scattare le indagini dei poliziotti.
La coppia era preoccupata per il figlio, che avrebbe piu’ volte manifestato insofferenza a frequentare le lezioni, per paura di quanto, con i compagni di scuola, subiva da parte dell’insegnante. La squadra mobile,su disposizione della Procura della Repubblica, ha dato il via alle indagini, attivando la strumentazione tecnica necassaria per acquisire elementi di prova relativi ai gravi fatti denunciati. Le immagini riprese dalle alunni-picchiati1telecamere nascoste all’interno dell’aula dove la donna insegnava hanno registrato gli schiaffi dati ai bambini quando sbagliavano una divisione o facevano male i compiti scolastici. Un fischietto suonato dalla maestra con il fine di stabilire l’ordine e la minaccia di “far saltare il cervello” se i bambini non avessero seguito le sue direttive, nonche’ un bastone impugnato e sbattuto sulla cattedra per richiamare l’attenzione, erano i mezzi “didattici” utilizzati dall’insegnante. E quando, secondo gli inquirenti, le minacce non erano sufficienti a frenare la normale vivacita’ dei bambini, si passava alle vie di fatto: l’insegnante e’ stata ripresa mentre trascinava per i capelli un bambino da una parte all’altra dell’aula perche’ aveva abbracciato un amichetto per gioco. Gli elementi di prova raccolti durante le indagini, condotte con il massimo riserbo per tutelare i minorenni coinvolti, hanno inotto il Gip ad accogliere la richiesta di misura cautelare formulata dal pubblico ministero a carico dell’indagata.

,