Catanzaro – Nazzareno Salerno, ex assessore regionale al Lavoro della Regione Calabria, eletto nelle fila di Forza Italia, avrebbe minacciato, anche attraverso metodi mafiosi, l’allora dirigente del Dipartimento politiche sociali della Regione Calabria, Bruno Calvetta, per costringerlo ad affidare la gestione del credito sociale a Calabria Etica e non a Fincalabra, la finanziaria della Regione che avrebbe potuto garantire la certificazione della spesa. Il rifiuto opposto da Calvetta avrebbe spinto Salerno a sostenere la sostituzione del dirigente con Vincenzo Caserta, coinvolto nell’operazione di oggi. Le minacce sarebbero state riprese dai Carabinieri del Ros. La notizia e’ stata resa nota nel corso della conferenza stampa che si e’ svolta a Catanzaro per illustrare i dettagli dell’operazione che ha portato in carcere nove persone, tra le quali l’ex assessore regionale ed esponenti della cosca Mancuso di Vibo Valentia.
Salerno si sarebbe rivolto a due pregiudicati notoriamente indicati come riferibili alla potente cosca Mancuso di Limbadi che avrebbero minacciato il funzionario riottoso nel corso di un incontro svoltosi all’interno di un vivaio, davanti alle videocamere degli uomini del Ros. Calvetta fu costretto a desistere e consentire lo svolgimento delle operazioni di gestione del progetto secondo i voleri di Salerno e del comitato affaristico interessato all’operazione.
‘Ndrangheta: Dda, a Salerno 230.000 euro da finanziaria
Le accuse rivolte al consigliere regionale di Forza Italia Nazzareno Salerno, sino al novembre 2014 assessore regionale al Lavoro, sono abuso d’ufficio, turbativa d’asta, corruzione e minaccia a pubblico ufficiale aggravata dal metodo mafioso. Avrebbe esercitato pressioni continue nei confronti di dirigenti preposti al suo assessorato al fine di imporre le sue scelte che gli avrebbero garantito ampia discrezionalita’ nella gestione del progetto del “credito sociale” e dei relativi fondi comunitari. Con la complicita’ di Vincenzo Caserta, all’epoca direttore generale reggente del Dipartimento di riferimento dell’assessorato e di Pasqualino Ruberto, all’epoca presidente della Fondazione “Calabria Etica”, Nazzareno Salerno avrebbe affidato la gestione “economica” e “finanziaria” del fondo, cioe’ l’attivita’ di erogazione dei sussidi in questione, ad un soggetto esterno, individuato nella societa’ finanziaria Cooperfin Spa, di cui era amministratore delegato l’indagato Ortenzio Marano. Gli accertamenti bancari avrebbero consentito di tracciare il corrispettivo in denaro percepito da Salerno per l’esternalizzazione del servizio di erogazione dei mini-crediti, in base a un accordo corruttivo in virtu’ del quale l’affidamento alla societa’ Cooperfin sarebbe avvenuto in cambio di una somma di circa 230.000 euro. Salerno avrebbe anche organizzato un’intimidazione nei confronti di un funzionario della Regione che si era opposto alle sue pretese.