Catanzaro – “La Calabria e’ una delle regioni a piu’ elevato rischio sismico d’Italia e non puo’ permettersi disfunzioni nel sistema dei controlli e delle autorizzazioni antisismiche dei progetti. Il grido d’allarme lanciato dagli ingegneri e a dagli architetti calabresi sulle inefficienze della nuova piattaforma telematica adottata dalla Regione, deve essere raccolto senza indugio per evitare che si piangano lacrime sul latte versato”. Lo afferma la vice coordinatrice regionale di Fi, Wanda Werro che aggiuge: “Non e’ tollerabile che la Regione Calabria, specie in un momento in cui i tragici eventi sismici avvenuti di recente nel Centro Italia hanno provocato vittime e danni incalcolabili, affronti la materia del rischio sismico con la consueta protervia, caratterizzata da una incapacita’ di ascolto senza precedenti che palesa una condizione di vera e propria irresponsabilita’. Gli ordini professionali – dice – continuano a ripetere che il nuovo sistema SISMI.CA, introdotto dalla regione dal 1* gennaio in sostituzione del vecchio sistema SIERC, non aiuterebbe la prevenzione sismica, anzi, talvolta, ne sarebbe di ostacolo! Se e’ vero, come sostengono gli addetti ai lavori, che il nuovo sistema sarebbe privo di alcuna efficacia perche’ non sarebbe in grado di controllare compiutamente le opere complesse e architettonicamente molto articolate (Ponti? Strade? Gallerie? Dighe? Ferrovie? Ospedali? Caserme? Opere di protezione civile?), viene da chiedersi perche’ ci si ostina a tenerlo in vita. Che senso ha – prosegue – adottare una nuova piattaforma informatica capace di controllare compiutamente solo le cosiddette opere minori e non quelle a maggiore rischio sismico? Le regole del buon senso, che dovrebbero costituire l’Abc della buona amministrazione, impongono che l’adozione di un nuovo sistema di tale impatto, che stravolge le procedure di autorizzazione sismica dei progetti (con evidenti riflessi sulla sicurezza delle opere), sia introdotto gradualmente, mediante la previsione di norme transitorie e solo dopo una fase di sperimentazione che veda coinvolti gli addetti ai lavori e gli specialisti del settore”.
Secondo Ferro “la sicurezza dei cittadini non si consegna nelle mani di una piattaforma informatica di fronte alla quale – come accade molto spesso quando si ha a che fare con software complessi – anche i tecnici piu’ esperti e scrupolosi saranno talvolta costretti a ripiegare per conquistare la videata successiva e raggiungere il traguardo del deposito telematico del progetto per il quale e’ richiesta l’autorizzazione sismica. E una volta raggiunta la vetta, riceveranno – afferma – chissa’ dopo quanti mesi, l’autorizzazione sismica ma solo in formato digitale e senza che sia allegata – almeno cosi’ sembra- una copia del progetto autorizzato, ne’ cartacea ne’ digitale. Insomma, se questo rispondesse a verita’, dopo le innumerevoli traversie nessuno, e quindi neppure i collaudatori e gli organi di controllo giurisdizionali, potra’ disporre di una copia cartacea o digitale del progetto autorizzato, sul quale sia apposto il visto di autorizzazione dell’ufficio regionale a cio’ preposto. Un’altra vicenda esemplare – conclude – di una Regione governata all’insegna della superficialita’ e dell’approssimazione”.