Lamezia Terme – In prossimità del giorno del ricordo(10 Febbraio), Il Movimento Noi con Salvini intende ricordare le migliaia di Italiani che negli anni drammatici, a cavallo del 1945, persero la vita in territori controllati dai comunisti, e che in gran parte, vennero gettati (molti ancora vivi) dentro le voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso, le “foibe”.
“Un massacro – commenta Antonio Furgiuele Del coordinamento cittadino di Noi con Salvini – Lamezia Terme – nascosto per decenni dalla storiografia ufficiale e dai libri di testo, testimonianza di come siano ancora molte le pagine di storia scritte che devono essere riviste.
Difatti – aggiunge – mentre ogni studente italiano conosce bene gli orrori “dell’olocausto”, la tragedia istriana, giuliano dalmata, al contrario, è quasi totalmente sconosciuta ai più. Una circostanza grottesca, che trova responsabilità anche e soprattutto in coloro che si occupano di cultura e formazione scolastica.
Eppure con la legge n. 92 del 30 marzo2004 è stata istituita dallo stato il giorno del ricordo, una solennità civile-nazionale che per legge viene celebrata dalle massime autorità politiche e culturali italiane con una cerimonia solenne nel palazzo del Quirinale al cospetto del Presidente della Repubblica, che conferisce le onorificenze alla memoria ai parenti delle vittime”.
“Nostro malgrado, questo “capitolo” – aggiunge Furgiuele – non sembra proprio trovare verità e giustizia neanche nei numeri, ancora oggi non si sa con esattezza quante furono le vittime di questo ignobile e crudele massacro, date le difficoltà di rinvenire i corpi all’interno delle voragini”. Furgiuele ricorda che “nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia guidata dal Comunista Maresciallo Tito occupò Trieste, Gorizia e l’Istria, ci furono innumerevoli vittime italiane. Secondo la storia delle foibe, furono infoibati non solo fascisti, ma anche cattolici, liberaldemocratici, suore, preti, socialisti, donne e bambini. Molti innocenti furono massacrati, giustiziati, ed infine gettati nelle fosse carsiche, destinati pertanto a morte certa.
I martiri delle foibe – fa rilevare – rappresentano le vittime di un genocidio voluto da Tito per liberare i territori della Jugoslavia da coloro i quali non erano comunisti. Nella primavera del 1947 viene stabilito il confine fra l’Italia e la Jugoslavia, con la fine della II guerra mondiale, l’Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. L’Italia, allora, non accolse, né aiutò, trecentocinquantamila profughi che scapparono dalla Jugoslavia comunista alleata con l’URS”.
NcS ribadisce che “le memorie siano tutte importanti, e contro chi vuole sensibilizzare i giovani guidandoli verso una sola verità, continuerà a ricordare quanti, italiani e non, furono vittime di massacri perpetrati all’ombra della “falce e il martello””.