Corte Conti: Calabria, la gestione “allegra” dei fondi pubblici

corte-conti-anno-giudiziariCatanzaro  – La lente d’ingrandimento della magistratura contabile continua ad evidenziare il cattivo funzionamento della pubblica amministrazione in Calabria. La situazione e’ stata fotografata stamane dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Rossella Scerbo nella relazione letta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario svoltasi a Catanzaro alla presenza delle autorita’ della regione. L’attivita’ della sezione giurisdizionale per la Calabria, nel corso dell’ultimo anno, ha evidenziato i mali di sempre. Il punto dolente e’ il comparto sanitario, peraltro da tempo soggetto a gestione commissariale: dirigenti medici che esercitano l’attivita’ violando il rapporto di esclusiva con l’amministrazione, assunzioni contra legem di personale, rimborsi per i farmacisti di somme non dovute per medicinali mai forniti. L’altro buco nero della spesa pubblica e’ rappresentato dai danni erariali dovuti alla percezione indebita di fondi comunitari che ha fagocitato 67.132.838,73 euro. Esempi che evidenziano la gestione allegra di fondi pubblici, come nel caso, citato dal magistrato, dei rimborsi non dovuti ad un farmacista per medicinali in realta’ mai forniti agli assistiti. Casistiche particolari riguardano ancora la gestione di fondi pubblici “secondo criteri assolutamente estranei alle regole della contabilita’ pubblica”. Scerbo ha citato anche “i debiti fuori bilancio che costituiscono – ha affermato – una patologia costante, laddove il fenomeno preoccupante, e direi nuovo rispetto agli anni preccedenti, e’ quello dell’emersione di una massa imponente di debiti fuori bilancio non riconosciuti, cioe’ letteralmente occultati fino all’epilogo costituito dal dissesto dell’ente, vale a dire il fallimento dell’amministrazione locale”.
A fronte del caos gestionale, ammontano a oltre 22 milioni di euro le sentenze di condanna pronunciate in materia di responsabilita’ dalla stessa Corte in Calabria, come ha reso noto la presidente della sezione Anna Bombino, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. “La maggior parte delle fattispecie sottoposte al giudizio di questa Corte – ha spiegato Bombino – riguarda danni subiti da enti locali e aziende sanitarie, mentre le amministrazioni centrali figurano come soggetti danneggiati essenzialmente in relazione ad illeciti correlati alla percezione di contributi pubblici erogati dal Ministero delle Attivita’ produttive o da quello delle politiche agricole”.

Una bacchettata i magistrati contabili non l’hanno risparmiata al legislature regionale. Nel mirino e’ la leggeì con la quale si e’ intervenuto rispetto alle somme indebitamente percepite dai presidenti dei gruppi consiliari regionali che potrebbe essere incostituzionale perche’, secondo il procuratore Scerbo, “la Regione Calabria ha legiferato in materia stabilendo che la restituzione avvenga mediante compensazione con le somme restituite, perche’ non utilizzate, dai gruppi negli anni precedenti. In altri termini – ha fatto rilevare Scerbo – il debito della Regione e’ stato pagato con somme della Regione. Al di la’ di ogni considerazione di tipo etico ed estetico, tale legge nel disciplinare la materia della responsabilita’ – ha proseguito il procuratore – ha invaso il campo riservato alla potesta’ legislativa esclusiva dello Stato”.
Per questo motivo, il procuratore regionale della Corte dei conti, ha sostenuto di “dubitare della legittimita’ costituzionale della norma” ed “ha chiesto alla Sezione giurisdizionale la remissione alla Corte costituzionale”. Ma fare fronte ai casi crescenti di cattiva gestione delle risorse pubbliche appare sempre piu’ difficile per la Corte. Come denunciato dalla stessa Scerbo, la carenza di personale negli uffici della Corte dei Conti della Calabria si e’ “acuita in maniera esponenziale a causa del collocamento a riposo di un elevato numero di magistrati, tra cui uno in forza alla Procura Calabria. La Procura – ha aggiunto Scerbo – e’ rimasta completamente priva di magistrati con una scopertura totale che, e’ stato promesso, sara’ almeno in parte risolta dall’assegnazione dei referendari vincitori dell’ultimo concorso. Una situazione siffatta non puo’ che incidere sulla produttivita’”. Al riguardo il procuratore sottolinea che “rimane alto il numero di notizie danni specifiche e concrete che pervengono alla Procura e rendono necessario l’apertura dell’istruttoria. Per avere un’idea – ha concluso Scerbo – basti pensare che il numero dei fascicoli istruttori pendenti e’ 2.799”.
Corte Conti: Calabria; danni a enti locali, condanne per 22 mln
Ammontano a oltre 22 milioni di euro le sentenze di condanna pronunciate in materia di responsabilita’ dalla Corte dei Conti della Calabria. A rendere noto il dato e’ stata la presidente Anna Bombino, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
“La maggior parte delle fattispecie sottoposte al giudizio di questa Corte – ha spiegato Bombino – riguarda danni subiti da enti locali e aziende sanitarie, mentre le amministrazioni centrali figurano come soggetti danneggiati essenzialmente in relazione ad illeciti correlati alla percezione di contributi pubblici erogati dal Ministero delle Attivita’ produttive o da quello delle politiche agricole”.
Corte Conti: Calabria, carenza magistrati a causa pensionamenti
La carenza di personale negli uffici della Corte dei conti della Calabria si e’ “acuita in maniera esponenziale a causa del collocamento a riposo di un elevato numero di magistrati, tra cui uno in forza alla Procura Calabria”. A denunciare le difficolta’ organizzative e’ stato il procuratore regionale della Corte dei conti della Calabria, Rossella Scerbo, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si e’ svolta oggi a Catanzaro. “La Procura – ha aggiunto Scerbo – e’ rimasta completamente priva di magistrati con una scopertura totale che, e’ stato promesso, sara’ almeno in parte risolta dall’assegnazione dei referendari vincitori dell’ultimo concorso. Una situazione siffatta non puo’ che incidere sulla produttivita’”.
Disagi, dunque, che incidono sul lavoro della magistratura contabile, considerato anche che, come affermato dal procuratore regionale, “rimane alto il numero di notizie danni specifiche e concrete che pervengono alla Procura e rendono necessario l’apertura dell’istruttoria. Per avere un’idea – ha concluso Scerbo – basti pensare che il numero dei fascicoli istruttori pendenti e’ 2799”.

Corte Conti: Calabria, debiti fuori bilancio parologia costante
Danni erariali per la percezione indebita di fondi comunitari, dirigenti medici che esercitano l’attivita’ violando il rapporto di esclusiva con l’amministrazione, assunzioni contra legem di personale, rimborsi per i faramacisti di somme non dovute per medicinali mai forniti. E’ quadro delle violazioni nella pubblica amministrazione, tracciato oggidal procuratore regionale della Corte dei Conti, Rossella Scerbo. Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, con la cerimonia svoltasi a Catanzaro, si delineano diversi aspetti portati all’attenzione della sezione giurisdizionale per la Calabria nel corso dell’ultimo anno.
Il procuratore Scerbo ha sottolineato alcuni degli aspetti emersi nel durante l’attivita’, a partire proprio dal danno erariale per indebita percezione dei contributi comunitari per un ammontare di 67.132.838,73 euro, quindi lo svolgimento da parte di dirigenti medici dipendenti pubblici di attivita’ extramoenia non autorizzata e in violazione del rapporto di esclusivita’ da cui sono legati con l’amministrazione.
Esempi che evidenziano soprattutto la gestione non proprio oculata di fondi pubblici, come nel caso anche dei rimborsi non dovuti ad un farmacista per medicinali in realta’ mai forniti agli assistiti.
Casistiche particolari riguardano ancora la gestione di fondi pubblici “secondo criteri assolutamente estranei alle regole della contabilita’ pubblica”. Infine, il procuratore Scerbo ha citato anche “i debiti fuori bilancio che costituiscono – ha affermato – una patologia costante, laddove il fenomeno preoccupante, e direi nuovo rispetto agli anni preccedenti, e’ quello dell’emersione di una massa imponente di debiti fuori bilancio non riconosciuti, cioe’ letteralmente occultati fino all’epilogo costituito dal dissesto dell’ente, vale a dire il fallimento dell’amministrazione locale”.