Nicola Gratteri, Roma gli assegna il Premio Internazionale Falcone Borsellino

gratteri-nicola-19-699x450di Giulio Natoli – Roma – Gratteri, e poi ancora Gratteri, per ripartire da Gratteri e finire a Gratteri. Sembra una “follia letteraria”, ma in Italia ormai non si parla d’altro e non si parla che di lui. Nel giro di qualche mese in Calabria ha messo in ginocchio le cosche organizzate dell’intera regione, facendo tremare i palazzi che più contano e gli uomini che in tutti questi anni hanno guidato la vita politica della regione.
Andando di questo passo- si vocifera negli uffici della DDA di Catanzaro, di cui Nicola Gratteri è il Capo carismatico- bisognerà tornare alle urne per rinnovare l’intera classe politica della regione. In realtà le inchieste aperte e sul tavolo del Procuratore Gratteri sono così tante e così diverse da immaginare da un momento all’altro una sorta di ciclone giudiziario senza precedenti. Ma solo un uomo come lui, libero da ogni vincolo e da ogni possibile condizionamento, non legato a nessuna lobby, e a nessuna corrente all’interno della magistratura, arrivato lì dove è arrivato, solo per meriti assolutamente professionali e oggettivi, può davvero riservare sorprese di ogni tipo. La garanzia che Gratteri offre al Paese- il giudizio su di lui al CSM è forte e unanime- è la sua trasparenza, ma anche la sua severità. Soprattutto, la sua oggettiva serenità di spirito, e questo lo rende ancora più forte di prima. L’ultima cerimonia ufficiale in suo onore, l’altra sera a Roma. La cornice è davvero solenne, Palazzo San Macuto, Camera dei Deputati, sede istituzionale della Commissione Parlamentare Antimafia, prestigiosissima Sala del Refettorio a via del Seminario numero 76, nel cuore più antico di Roma Capital. Ed è qui che ogni anno viene conferito il “Premio Internazionale Giuridico Scientifico Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Il Premio è giunto quest’anno alla sua XXI Edizione ed è organizzato dall’Istituto Giuridico di Ricerca Comparata con il patrocinio dell’Università Cattaneo, la LIUC. Come accade ormai da sempre, da quando cioè il Premio è stato istituito per la prima volta, la manifestazione conclusiva ha solitamente un testimonial d’eccezione, e l’edizione 2017 ha di fatto consacrato come Testimonial assoluto del “Premio Falcone e Borsellino” proprio lui, il Procuratore Nicola gratteri-ingroiaGratteri, “uno dei magistrati italiani più famosi al mondo” (nella foto accanto ad Antonio Ingroia), un uomo che vive da oltre vent’anni blindato e sotto scorta, e che da vent’anni a questa parte è diventato “oscuro oggetto del desiderio” dei gruppi criminali più agguerriti e organizzati di mezzo mondo. Ma questo “piccolo dettaglio” -come lo chiama lui stesso- pare non abbia mai scalfito la sua serenità personale e la sua vita professionale. Anche qui, in questa occasione così solenne, in una sala dove ci sono fior di giuristi e di professori universitari, la maggior parte di loro titolari di prestigiosissime cattedre di diritto penale, a tutti loro il Procuratore Gratteri si presenta con la sua solita modestia di sempre, quasi disarmante e adorabile insieme, un misto di follia razionale e di genialità goliardica, un uomo profondamente vissuto ma che sembra ancora il ragazzo di un tempo, un magistrato, beato lui!, capace ancora di sorridere alla vita, di scherzare di se stesso, di ironizzare sulla sua condizione di “detenuto” ma “libero di andare dovunque”, anche se in realtà nessuno meglio di lui sa che la sua vita ormai è fatta di mille gabbie invisibili e insidiose, e che la solennità di Palazzo San Macuto non ha nulla a che vedere con le mille miserie umane che ogni giorno un Procuratore Antimafia, autorevole come lui, tocca con mano. A ricordare la sua vita, il suo coraggio, la sua cocciutaggine nelle indagini, il disprezzo che lui stesso per anni ha volutamente e palesemtente dichiarato all’esterno contro la corruzione pubblica, la conoscenza assoluta della ‘Ndrangheta, che oggi conta più di Cosa Nostra o della Triade cinese, a ricordare il suo valore professionale e la stima profonda che i magistrati italiani hanno di lui c’è in sala un ex magistrato, Antonio Ingroia, famoso quanto lui, e che dopo aver lavorato fianco a fianco alla Procura di Palermo con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non ha nessuna difficoltà qui a ripetere che Gratteri è “uno di loro”, perché è come “erano loro a Palermo in quegli anni”, la stessa forza, la stessa passione, la stessa incoscienza, lo stesso atteggiamento di sfida contro i poteri forti del Paese, e la stessa illusione di poter sconfiggere una volta per tutte le tante mafie che respiriamo ogni giorno. Ma tutti, qui in sala, intuiscono perfettamente bene che per molti anni ancora, tutto questo, sarà soltanto una grande illusione collettiva. A fare da corollario a questa sorta di “consacrazione ufficiale” di Nicola Gratteri nel “Palazzo del Potere”, che Gratteri però conosce meglio e più di chiunque altro, per via delle sue storiche frequentazioni con la Commissione Parlamentare Antimafia, ma anche per via della famosa “Commissione” che lui stesso era stato chiamato a presiedere da Matteo Renzi , e che avrebbe dovuto riformare il processo penale italiano, e che lo avrebbe poi riportato sulla soglia del Quirinale, quasi ministro della giustizia, ma tagliato via dalla lista ufficiale all’ultimo momento solo perché il Presidente della Repubblica lo avrebbe giudicato e ritenuto assolutamente “indipendente” e del tutto “ingestibile” come “pezzo dello Stato” al Governo, a fare da corollario alla sua bella festa ci sono questa sera nomi davvero illustri: da Roberta Aprati, Professore Associato di Procedura Penale all’Università La Sapienza di Roma, a Mario Zanchetti, Ordinario di Procedura Penale all’Istituto Carlo Cattaneo e Presidente del premio-gratteriComitato Scientifico del Premio, da Gianmarco Cesari, Professore Associato all’Università di Firenze, ad Alfredo Bassioni, Direttore dell’Istituto Giuridico di Ricerca Comparata, dalla criminologa Roberta Bruzzone, ai professori Francesco Benigno, Giuseppe Giura, Floriana Colao, Luigi Iacchè, Maria Claudia Storti, Michele De Lucia, Massimo Frontoni. C’è anche lo stesso giornalista Alessandro Cecchi Paone, invitato qui a presentare l’ultimo libro di Alfredo Bassioni, “La democrazia partecipativa, attualità del pensiero di Pierluigi Zampetti nella crisi del sistema partitico”. Dopo Nicola Gratteri sarebbe dovuto salire sul palco dei premiati anche il giornalista Maurizio Costanzo, ma problemi di salute dell’ultima ora lo hanno purtroppo tenuto a casa. Gratteri e Costanzo, una bellissima coppia. La motivazione del Premio non lascia dubbi: è stato assegnato alla unanimità al Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri per il suo lavoro, le sue ricerche, i suoi libri, il suo valore professionale di magistrato antimafia, i suoi metodi di indagine che ormai hanno fatto scuola dappertutto, le sue inchieste coraggiosissime contro i narcotrafficanti sud americani, le sue idee, i suoi giudizi morali, i suoi processi, giusti severi formalmente inattacabili, e infine per la sua disarmante modestia di uomo “legato alla terra”. Difficile immaginare che sia vero, ma tra una battuta e l’altra il Procuratore Gratteri si lascia sfuggire un particolare di cosa saranno le sue prossime 48 ore, e allora: appena tutto sarà finito, si ritorna a Fiumicino, da Fiumicino a Reggio Calabria, da Reggio Calabria a casa a Locri, poi l’indomani si riparte da Locri per Lecce, si rientra a Locri a tarda sera, domenica mattina intera mattinata dedicata ai pomodori del suo orto nella sua vecchia casa natale, e poi si riparte per l’Albania, per rientrare poi martedì a Catanzaro e ricominciare la nuova settimana di lavoro, da “dove eravamo rimasti”. Se Giovanni Falcone e Paolo Borsellino avessero avuto la fortuna di lavorare con Nicola Gratteri si sarebbero presto innamorati di lui, perché un magistrato così vale davvero più di qualunque altra cosa al mondo. Premio Falcone Borsellino “alla sua grande onestà intellettuale”! Ma per favore, la società civile non lasci mai solo.