Moro: chi sparo’ lo guardo’ in faccia, arma era in via Silvani

aldo-moroRoma – Chi sparo’ ad Aldo Moro lo guardo’ in faccia. Lo si evince dal report del Ris con le nuove tecnologie d’indagine scientifica sugli ultimi attimi della vita dello statista Dc. A sparare furono la mitraglietta Skorpion calibro 7,65 e la pistola Walther calibro 9. Quest’ultima fu ritrovata nel 1980 nel covo Br di via Silvani.
Il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, Giuseppe Fioroni, trae le seguenti conclusioni dal report del Ris: “Il memorandum di Morucci e Faranda non e’ vero. Senza ombra di dubbio spararono la mitraglietta Skorpion e la pistola Walther. Quest’ultima fu ritrovata nel 1980 nel covo di via Silvani. Su Moro furono sparati 12 colpi. Silenziatore o no, e’ difficile ipotizzare che 12 colpi nel garage di via Montalcini non abbiano fatto rumore. Dobbiamo capire come e perche’ la Walther calibro 9 arrivo’ nel covo di via Silvani. Il report del Ris non coincide con le ricostruzioni finora fatte sulla morte di Moro e con le modalita’ finora raccontate”.

Le ipotesi del Ris, presentate oggi alla Commissione parlamentare d’inchiesta, sugli ultimi attimi della vita di Moro sono soltanto due: 1) Moro era seduto sul sedile posteriore della Renault4 e i primi colpi partirono dalla parte anteriore dell’auto, dove furono ritrovati 5 bossoli. Il corpo di Moro fu poi trasportato nel portabagagli e li’ furono sparati almeno altri due colpi dalla mitraglietta Skorpion e dalla pistola Walther; 2) la seconda ipotesi e’ quella che il Ris ritiene “piu’ probabile”. Con il portellone del portabagagli della Renault 4 sollevato, Moro fu fatto sedere sul pianale con il busto eretto e le spalle rivolte verso l’interno dell’abitacolo. Almeno i primi tre colpi furono sparati dall’esterno dell’auto con direzione pressoche’ ortogonale al torace. Dopo che Moro si accascio’ nel portabagagli, gli furono sparati almeno altri due colpi dalla mitraglietta Skorpion e dalla pistola Walther. Unica variante all’ipotesi 2 e’ che Moro non fosse all’inizio seduto sul portabagagli ma in piedi. Complessivamente i colpi su Moro furono 12: 8 sono stati ritrovati nel corpo; 2 tra il corpo e la camicia; 2 hanno perforato il corpo di Moro in entrata e in uscita, tra cui il proiettile sparato dalla pistola Walther calibro 9, ritrovato conficcato nel portabagagli.

La mitraglietta Skorpion che sparo’ a Moro e il silenziatore furono sequestrati nel 1979 nel covo Br di viale Giulio Cesare a Roma ed erano fino a settembre 2016 nell’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Roma. A fronte dei 12 colpi sparati – si legge nel report del Ris – 5 bossoli furono ritrovati nella parte anteriore dell’abitacolo della Renault, 3 bossoli nel vano portabagagli e 3 bossoli non furono ritrovati.
A sostegno dell’ipotesi 2 con Moro seduto sul portabagagli e i bossoli ritrovati nella parte anteriore della Renault 4, il Ris calcola che i bossoli della Skorpion possono essere espulsi “con una traiettoria parabolica di oltre 4 metri”. In sostanza l’ipotesi 2 configura che i bossoli ritrovati nell’auto siano quelli espulsi dalla Skorpion quando Moro era gia’ accasciato nel portabagagli. Alcuni colpi furono infatti sparati a contatto del corpo di Moro. I tre bossoli calbro 7,65 non ritrovati “potrebbero proprio essere quelli dei 3 colpi sparati con direzione quasi ortogonale al torace, allorquando Moro era seduto col busto eretto sul pianale dell’auto e con le spalle rivolte verso l’interno della Renault 4”.
Fioroni esclude l’ipotesi “di un superkiller che firmo’ l’omicidio con un’aureola di colpi intorno al cuore senza toccare l’organo cardiaco. La presenza di un’aureola e’ dovuta al fatto che spararono a Moro da vicino”.
Il Ris ritiene “residuale” la possibilita’ che le tracce biologiche rinvenute all’interno della Renault “possano essere associate agli eventi della primavera 1978”. La Renault 4 fu infatti addirittura restituita ai legittimi proprietari.
La certezza che Moro fosse con il busto eretto nella prima fase della dinamica delittuosa deriva da: 1) almeno 3 colpi ortogonali al torace dall’avanti all’indietro; 2) colature di sangue dall’alto al basso sulla maglia a carne; 3) proiezioni e colature di fluido biologico dall’alto al basso sui pantaloni. Durante l’esplosione dei colpi non si esclude che Moro abbia proteso in avanti la mano sinistra in un istintivo gesto di autodifesa e il relativo pollice sia stato trafitto da uno dei proiettili sparati. Il report del Ris conferma che “la vittima sarebbe stata sistemata a forza nel vano portabagagli con le gambe flesse all’indietro”.