Aeroporto Reggio: Dieni, Regione e Comune indifferenti

dieni-federica-cameraeggio Calabria – “Forse chi di dovere non si sta rendendo conto della gravita’ della situazione e del rischio che corre Reggio Calabria: l’addio di Alitalia, senza il contestuale arrivo di una nuova compagnia aerea, determinerebbe la chiusura di fatto dell’aeroporto e il totale isolamento di un’intera provincia”. E’ quanto afferma la deputata del M5S Federica Dieni. “Dopo l’annuncio dell’ex compagnia di bandiera, che a fine mese lascera’ il “Minniti” – aggiunge la rappresentante dei 5 Stelle -, ci saremmo aspettati prese di posizione forti da parte del sindaco di Reggio Falcomata’, del governatore Oliverio e della nuova societa’ di gestione, Sacal. Pensavamo, nella nostra ingenuita’, che i soggetti maggiormente responsabili avrebbero avviato clamorose iniziative di protesta, a Roma e nello scalo, al fine di obbligare il governo a un pressing costante nei confronti di Alitalia. Invece -prosegue – siamo costretti a constatare, con profonda amarezza, che a parte le solite parole di circostanza e le ribellioni affidate alle non impegnative note stampa, tutto resta com’e’: Alitalia vuole andar via e, allo stato, nessuna iniziativa e’ stata concretamente avviata per trattenerla e quindi per dare un futuro all’aeroporto dello Stretto, ai suoi lavoratori e alle migliaia di viaggiatori che lo frequenta(va)no. I sospetti, come sempre quando si tratta del Pd – prosegue Dieni -, affiorano con naturalezza: forse Falcomata’ non vuol guastare il suo rapporto con il governicchio Gentiloni/Renzi perche’ sogna un futuro da parlamentare e da membro della segreteria del Pd? Forse Oliverio non vuol guastare il suo rapporto con i vertici dem perche’ spera, sogna, di diventare commissario della Sanita’? Forse Sacal non ha interesse a che Alitalia rimanga a Reggio perche’ cosi’ aumenterebbe il volume passeggeri dell’aeroporto di Lamezia Terme?. Sono domande maliziose, e’ vero – ammette e conclude Dieni -, ma sono suggerite dall’atteggiamento al limite dell’indifferenza di chi dovrebbe mettere a soqquadro il mondo e invece si limita a indignarsi a mezzo stampa, senza avviare alcuna iniziativa concreta per difendere un’infrastruttura fondamentale”.