‘Ndrangheta: a Locri frasi contro don Ciotti e forze dell’ordine

scritta-locri-ciottiLocri (Reggio Calabria)  –  Frasi ingiuriose contro don Luigi Ciotti e le forze dell’ordine sono state scritte in nottata sui muri di Locri, dove ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato alla XXII Giornata della memoria e dell’impegno organizzata ogni anno dall’associazione Libera, di cui Don Ciotti e’ presidente. Le frasi ingiuriose sono tre e sono state scritte sul muro perimetrale del vescovado, sul muro di un centro di aggregazione e su quello di una civile abitazione dietro una scuola. Le scritte recitano: “Don Ciotti e’ sbirro”, “Siete tutti sbirri” e “Meno sbirri e piu’ lavoro”. Addetti del Comune hanno gia’ provveduto a cancellarle. Sull’accaduto indagano i Carabinieri del Gruppo Locri, diretto dal tenente colonnello Pasqualino Toscani, e in particolare la compagnia di Locri agli ordini del capitano Rosario Scotto Di Carlo, e la Polizia del Commissariato di Siderno, diretto dal primo dirigente Giuseppe Anzalone.
‘Ndrangheta: don Ciotti, messaggi vili perche’ anonimi
“Siamo i primi, da sempre, a dire che il lavoro e’ necessario, anzi che e’ il primo antidoto alle mafie. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali”. Lo afferma, in una nota, don Luigi Ciotti, dopo le scritte apparse ciotti-mattarella20sui muri del vescovado di Locri, all’indomani della visita del capo dello Stato e alla vigilia della marcia promossa da Libera, di cui il religioso e’ presidente, per ricordare le vittime di mafia.
“Gli “sbirri” – commenta don Ciotti riferendosi ancora alle scritte apparse sui muri di Locri – sono persone al servizio di noi tutti, sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse cosi’ soffocante. Questi vili messaggi – dice ancora – vili perche’ anonimi, sono comunque un segno che l’impegno concreto da’ fastidio. Risveglia le coscienze, fa vedere un’alternativa alla rassegnazione e al silenzio. Noi – conclude – e’ con questa Calabria viva, positiva, che costruiamo, trovando in tante persone, soprattutto nei giovani, una risposta straordinaria, una straordinaria voglia di riscatto e di cambiamento”.

‘Ndrangheta: Bindi, scritta inquietante, no a giustificazioni
“Questa scritta ci inquieta moltissimo, soprattutto il giorno dopo le parole del presidente scritta-locri-ciotti1Mattarella, che ha richiamato a prosciugare quella ‘zona grigia’ abitata da chi non e’ mafioso ma non combatte le mafie. E’ vero, per sconfiggere la ‘Ndrangheta ci vuole piu’ lavoro ma non meno poliziotti o meno magistrati, ci vuole piu’ lavoro, piu’ cultura ma si deve respingere ogni atteggiamento giustificatorio. La ‘Ndrangheta e le mafie non possono mai essere giustificate. Assolutamente no, sarebbe gravissimo ed inaccettabile”.
Lo afferma all’Agi la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi che invia la propria sentita “solidarieta’ a Don Luigi Ciotti, al Vescovo di Locri, a tutti gli organizzatori e soprattutto a tutti i parenti delle vittime che sono i veri offesi da quella scritta”.

‘Ndrangheta: Fiano(Pd), scritte a Locri sono sfida allo Stato
“Nell’esprimere la nostra solidarieta’ al Vescovado di Locri e a don Ciotti, condanniamo con forza l’atto intimidatorio di cui sono stati vittime. Le scritte apparse questa mattina a Locri sono una sfida allo Stato, alle Istituzioni democratiche e al sentimento nazionale”. Lo dichiara Emanuele Fiano (Pd) che sottolinea: “Una sfida che viene portata il giorno dopo la manifestazione in vista della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di tutte le mafie, a dimostrazione dell’importanza che questa giornata riveste e di quanto sia importante fare terra bruciata alla criminalita’ organizzata. Noi saremo sempre e comunque contro le mafie e a favore della legalita’”, conclude Fiano.
‘Ndrangheta: D’Alia (centristi), da Locri messaggio legalita’
“Le nuove minacce a Don Ciotti confermano quanto sia stato forte e importante il messaggio di legalita’ che il Presidente Mattarella ha lanciato ieri a Locri al fianco dei familiari delle vittime e dell’associazione Libera”. Lo afferma il coordinatore dei Centristi per l’Europa, Gianpiero D’Alia, dopo le scritte apparse sul vescovado di Locri all’indomani dell’iniziativa nel comune calabrese a cui ha partecipato il Capo dello Stato. “Passa anche da giornate come queste, non rituali – aggiunge – ma di grande portata educativa, una lotta alla mafia efficace, nella quale il lavoro straordinario di magistrati e forze dell’ordine sia accompagnato da un lavoro culturale che deve riguardare cittadini, politica e mondo imprenditoriale con lo stesso grado di intensita’. A Don Ciotti – conclude – rinnoviamo la nostra affettuosa vicinanza e solidarieta’”.
‘Ndrangheta: vescovo Locri, no al lavoro offerto dai boss
“Da queste parti il bisogno di lavoro e’ fondamentale e lo conosciamo bene da anni. Su questo problema vogliamo richiamare l’attenzione per il bene di tutti, ma noi il lavoro non lo vogliamo dalla ‘ndrangheta”. Lo dice al Sir (l’agenzia ufficiale dei vescovi italiani) monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, in riferimento alla scritta apparsa questa mattina sulla facciata del vescovado di Locri: “Piu’ lavoro meno sbirri”. “Quello che vogliamo – aggiunge – e’ un lavoro degno, che rispetti i diritti degli operai, non il lavoro per il quale si ricorre al capo pastore o al capo cantoniere o al boss di turno”. Mons. Oliva, infine, richiama “i segnali che sono partiti dalla nostra diocesi attraverso il lavoro delle cooperative”.
‘Ndrangheta: Bova, bisogna costruire una lotta sociale
“La visita a Locri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le parole di Mons. Galantino siano le pietre miliari su cui costruire una lotta sociale alla ‘ndrangheta”. Lo arturo-bova600-450dichiara il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova, nell’imminenza della XXII Giornata nazionale per ricordare le vittime della mafia che si terra’ domani a Locri. Aver ascoltato dal vivo le parole di Mattarella, aver potuto quindi percepirne il sentimento con cui il Capo dello Stato le ha pronunciate, e’ stata – sottolinea il presidente della Commissione antindrangheta – un’esperienza che mi ha segnato in maniera particolare. A dare conforto alle famiglie delle vittime della mafia non e’ stato un politico, non e’ stato solo il Presidente della Repubblica – evidenzia Artuto Bova – ma e’ stato un uomo a cui la mafia ha portato via un fratello. Faccio quindi mie le parole di Mattarella: “La lotta alla mafia e’ una necessita’ per tutti: lo e’, prima ancora che per la propria sicurezza, per la propria dignita’ e per la propria effettiva liberta’. Si tratta di una necessita’ fondamentale per chi tiene, insieme alla liberta’, alla serenita’ personale e familiare; per chi vuole misurarsi con le proprie forze e le proprie capacita’, senza padroni ne’ padrini”. E nel mio personalissimo pantheon ispiratore nel lavoro quotidiano contro la ‘ndrangheta – continua Bova – non posso non inserire anche le parole di Mons. Galantino con il suo forte richiamo “alla responsabilita’ per quanti amministrano a diversi livelli la cosa pubblica, che incontrando queste persone devono sentire forte il bisogno di prendere con chiarezza le distanze dal malaffare. Deve avvertire forte lo schifo del compromesso e della vicinanza di chi vi ha privato di un affetto. Chiesa e Stato, nel fine settimana che si e’ appena concluso, hanno saputo tracciare una linea netta, anzi una rotta che tutti noi cittadini, e soprattutto noi politici e amministratori, dobbiamo avere la forza di seguire. Un impegno – conclude – che gia’ il 21 marzo, sempre a Locri, potra’ trovare concreta applicazione con la manifestazione indetta da Libera e Avviso Pubblico, alla quale mi auguro ci sia una partecipazione straordinaria da parte di politici, amministratori e cittadini, tutti insieme per ribadire un forte “no” alla ‘ndrangheta”.

‘Ndrangheta: Rosato, non lasceremo soli Libera e i calabresi
“Hanno scritto sui muri di una chiesa e di una scuola, cioe’ sui luoghi del presidio contro la violenza, l’arroganza e la malvagita’. Cosi’ oggi la ‘ndrangheta ha ferito la citta’ di Locri dopo le parole durissime di ieri del Presidente Mattarella e di Don Ciotti. Ma lo Stato, la Chiesa e la Scuola non si fanno intimidire e non si arrendono”. Afferma Ettore Rosato. Il capogruppo Pd alla Camera aggiunge che “la nostra solidarieta’ va a Libera a e ai calabresi. Non li lasceremo soli: il lavoro e la sicurezza li porteranno buone leggi e buone pratiche”.

‘Ndrangheta: Locri, cartelli Comune in replica a frasi anonime
L’amministrazione comunale di Locri replica alle frasi comparse stamane sui muri di alcuni edifici cittadini contro le forze dell’ordine e don Ciotti con dei cartelli. Lo ha annunciato la stessa amministrazione. Il sindaco ha tenuto davanti all’ingresso del centro di aggregazione giovanile, uno dei luoghi in cui sono state scritte le frasi, una conferenza stampa per ribadire la posizione dell’amministrazione cittadina. Nel corso dell’incontro con i giornalisti, al quale hanno partecipato, oltre al primo cittadino Giovanni Calabrese anche i componenti della Giunta e del Consiglio comunale, e’ stato esposto un cartello su cui si legge: “Orgogliosamente sbirri per il cambiamento” .
‘Ndrangheta: Mirabelli (Pd), scritte Locri offendono lo Stato
“Le scritte apparse sui muri dell’Arcivescovado di Locri rappresentano il tentativo evidente della ‘ndrangheta, a poche ore dal duro discorso contro le mafie del presidente Mattarella, di ribadire la propria forza e il proprio radicamento in quel territorio”. Lo scrive su Facebook il senatore del Partito Democratico Franco Mirabelli, capogruppo della commissione Antimafia, in merito alle scritte apparse sulla sede del Vescovado contro don Ciotti e forze dell’ordine. “Quelle scritte – continua – offendono lo Stato e appaiono minacciose nei confronti di don Luigi Ciotti e dello stesso vescovo di Locri che proprio ieri ha denunciato il tentativo delle mafie di utilizzare le manifestazioni religiose per affermare il proprio controllo. Una iniziativa cosi’ esplicita e cosi’ diretta da parte della ‘ndrangheta merita una risposta forte da parte dello Stato e di tutta la societa’ civile. A don Ciotti e al vescovo di Locri – conclude – non facciamo mancare vicinanza e solidarieta’”.
‘Ndrangheta: Fondazione Caponnetto, comportamento infame
“Dopo la vergognosa scritta di Locri, chiaro attacco a Don Luigi Ciotti, esprimo la mia vicinanza a lui con un unico grido: siamo sbirri e non tolleriamo i vostri infami comportamenti”. Lo afferma all’Agi il presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri. “Non arretriamo, anzi: andiamo avanti, tutti insieme, perche’ il nemico e’ comune e non possiamo permetterci nessuna divisione”.

‘Ndrangheta: diocesi Locri, Chiesa non si fa intimorire
“La Chiesa di Locri-Gerace, sulla scia del Magistero, delle indicazioni del Santo Padre e delle determinazioni dell’Episcopato calabro continuera’ senza indugi a perseguire la strada indicata dal Vangelo, che non ammette nessuna forma di violenza e di prevaricazione, ribadendo che chiunque aderisce ad associazioni criminali si pone fuori dalla comunita’ cristiana. Rinnoviamo l’invito a non lasciarci intimorire da alcuna forma di minacce e a partecipare con entusiasmo alla Giornata della Memoria e dell’Impegno che si terra’ domani, con la marcia che partira’ dal Lungomare di Locri”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Locri-Gerace “in merito – si legge – alle scritte minacciose e ingiuriose contro don Luigi Ciotti, apparse questa mattina sui muri dell’Episcopio e in altri luoghi di Locri, la comunita’ diocesana attraverso il vescovo, monsignor Francesco Oliva, esprime piena e convinta solidarieta’ a don Luigi. Apprezza e sostiene l’impegno e la scelta fatta da Libera di tenere a Locri la manifestazione principale della Giornata della Memoria e dell’Impegno del 2017. Locri – continua la diocesi – si trova al centro di un territorio in cui troppo a lungo la mafia ha spadroneggiato, creando sudditanze psicologiche, morte e illegalita’ di ogni genere. In quest’area, tra gli altri, – si evidenzia – esistono due grossi problemi: il primo tocca l’ordine pubblico e la tutela della legalita’. Le forze dell’ordine sono costantemente impegnate in un’azione di controllo e di contrasto al fenomeno della ‘ndrangheta molto pervasivo e presente nel territorio; il secondo e’ legato al bisogno di lavoro che qui e’ piu’ il privilegio di alcuni e non un diritto riconosciuto a tutti. A ognuno spetta un lavoro onesto e dignitoso e nessuno deve ricorrere al caporale o al boss di turno per veder soddisfatto un tale diritto. Non accettiamo che sia la ‘ndrangheta a regolare la vita sociale e a dare occupazione a chi vuole. La presenza del Capo dello Stato a Locri – si legge infine – ha dato tanta fiducia e le sue parole contro la ‘ndrangheta sono state precise ed accolte con piena soddisfazione dai cittadini presenti, di Locri, della Locride e dell’intera Calabria”.
‘Ndrangheta: Coisp, mafiosi non sono paladini dei diritti
“La mamma degli imbecilli e’ sempre incinta ed in questo caso oltre ad essere imbecilli sono anche mafiosi e delinquenti. Le peggiori categorie che esistano”. E’ durissima la reazione del Coisp (Sindacato indipendente di polizia) in relazione alle scritte ingiuriose apparse sui muri di Locri il giorno dopo l’incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’ambito della Giornata della memoria e delle vittime di mafia. Il segretario regionale generale del Coisp Calabria, Giuseppe Brugnano, ha aggiunto: “Quella di Locri e’ la classica strategia della ‘ndrangheta che prova a ergersi a paladina dei diritti, quando invece e’ essa stessa la piaga che opprime lo sviluppo e la crescita di un territorio. Siamo davanti a gente ignobile – prosegue Brugnano – che per i propri squallidi interessi prova a condizionare la vita sociale di un territorio che deve liberarsi da certe catene. Siamo vicini a don Ciotti e a tutte le forze dell’ordine – ha proseguito Brugnano – e con loro coloreremo Locri e tutta la Calabria con messaggi opposti a quelli apparsi oggi. Sui muri saremo i primi a scrivere ‘Locri libera, via la ‘ndrangheta dalla Calabria, fuori i mafiosi dal sistema solare!'”.

‘Ndrangheta: Sacro Convento Assisi vicino a don Ciotti
“Queste vili minacce non ti scalfiranno, ma ti renderanno piu’ forte. I frati del Sacro Convento di Assisi ti sono accanto e ti sostengono nella tua battaglia quotidiana per la giustizia e la legalita’”. Cosi’ padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, nell’esprimere solidarieta’ a don Luigi Ciotti.(
‘Ndrangheta: Emiliano su scritte a Locri, don Ciotti troppo solo
“Mi e’ capitato spesso di essere chiamato ‘sbirro’ nella mia vita di magistrato e so bene che si tratta della peggiore offesa che un mafioso puo’ fare al suo avversario. E don Luigi Ciotti e’ uno dei pochissimi veri avversari ‘politici’ delle mafie italiane avendo organizzato la piu’ vasta rete di antimafia sociale del mondo, coinvolgendo migliaia di associazioni e di comuni italiani, continuando a ricordare adeguatamente non solo i nomi e le storie delle vittime, ma anche i nomi e le malefatte dei mafiosi e dei loro fiancheggiatori”. Cosi’ Michele Emiliano, candidato alla segreteria nazionale del PD, ha espresso attraverso la sua pagina di Facebook, solidarieta’ a Don Luigi Ciotti dopo le frasi offensive comparse, a Locri, sui muri dell’arcivescovado a poche ore dall’intervento del presidente Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni per la Giornata della memoria.
“Libera e don Ciotti negli ultimi 25 anni – ricorda Emiliano – hanno suggerito e stimolato continue e puntuali modifiche legislative che hanno reso sempre piu’ efficace il contrasto di questi fenomeni. Ma don Luigi e’ anche rimasto l’unico soggetto diverso dalle forze dell’ordine e dalla magistratura a parlare con credibilita’ e coerenza di lotta alla mafia. Ecco perche’ sono vicino ed immedesimato con don Luigi Ciotti che evidentemente e’ rimasto troppo solo in questo paese nel silenzio assordante della politica che ha pudore di occuparsi della criminalita’ organizzata considerandolo argomento incompatibile con la cultura del nulla che sembra essersi impadronita delle forze politiche”.
“E dunque oggi l’insulto di ‘sbirro’ rivolto a don Luigi – prosegue Emiliano – ce lo carichiamo tutti. Spiegando agli italiani che non lo lasceremo piu’ solo e che ‘sbirro’ per noi non e’ neanche una brutta parola tanto che ci trasformeremo in ‘sbirri’ della legalita’ e dell’antimafia al fianco di tutti coloro che non meritano di essere abbandonati come gia’ accaduto a tante meravigliose persone che dopo la solitudine hanno dovuto accettare anche il martirio come prezzo del dovere compiuto. Deve finire oggi il silenzio che delega sempre agli altri cio’ che in realta’ e’ compito di tutti”.
‘Ndrangheta: Irto, toglie lavoro ai calabresi
“Le scritte contro le forze dell’ordine e contro il rappresentante di una meritoria associazione come Libera, don Luigi Ciotti, apparse sul muro della sede vescovile di Locri, offendono l’intera Calabria. Le condanno con fermezza, nella certezza che gli inquirenti faranno al piu’ presto luce sulla vicenda, ed esprimo piena solidarieta’ a don Luigi, alle forze dell’ordine, a Libera e alla Curia di Locri”. Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che aggiunge: “Questo episodio e’ grave perche’ si verifica all’indomani di un momento di alto valore e di significato non solo simbolico: la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Locri, citta’ divenuta capitale del mondo che si ribella alle mafie. L’ho detto piu’ volte e lo ribadisco: la Calabria ha bisogno di occupazione – conclude Irto – ma e’ proprio la ‘ndrangheta a creare condizioni di bisogno e togliere il lavoro ai figli di questa terra”.

‘Ndrangheta: Bianchi su scritte a Locri,teme risveglio coscienze
“Gesti plateali come quello di questa notte sono il sintomo di una sofferenza da parte della malavita rispetto all’azione dello Stato. Le coscienze si stanno risvegliando e loro ne hanno paura”. A dirlo e’ Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato calabrese di Alternativa Popolare, che esprime piena solidarieta’ a Don Ciotti e alle Forze dell’Ordine. “Siamo fieri di essere dalla loro parte e dalla parte della legalita’ – afferma -. Le frasi ingiuriose apparse oggi a Locri, che vorrebbero offendere lo spirito dell’iniziativa di ieri con il Presidente Mattarella, avranno come risposta una partecipazione ancora piu’ massiccia alla Giornata della memoria che si svolgera’ a Locri e in altre piazze italiane”.
“Il lavoro – aggiunge – e’ un’emergenza ma quello fornito dalla ‘Ndrangheta e dalla malavita organizzata non e’ la soluzione, come ha ben evidenziato vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva, perche’ ci renderebbe schiavi dell’illegalita’ e della prepotenza. Solo la presenza delle forze dell’ordine, dello Stato e delle istituzioni puo’ assicurare la legalita’ e la giustizia. Ora attendiamo che le indagini facciano il loro corso per risalire agli artefici della scritta”.(
‘Ndrangheta: Avviso Pubblico, “vicini a Chiesa e don Ciotti”
“Questi vili messaggi sono una sfida allo Stato, alle istituzioni democratiche e dimostrano quanto la ‘ndrangheta sia ancora forte in alcune zone del nostro Paese. Ma sono anche la dimostrazione di quanto le mafie hanno paura di una societa’ libera, solidale, in cui prevalgono la legalita’ e la giustizia”. Queste le parole del Presidente di “Avviso Pubblico”, Roberto Monta’, dopo le scritte rivolte al Presidente di Libera don Luigi Ciotti, comparse sui muri dell’arcivescovado, di una scuola e del comune di Locri. Secondo Monta’ “utilizzare un tema molto delicato e sensibile come il lavoro e la disoccupazione per infangare un nome e un’associazione, che da oltre vent’anni organizza, insieme ad Avviso Pubblico, una giornata nazionale per ricordare chi e’ stato strappato alla vita dalla violenza mafiosa e che quotidianamente lavora per costruire un’Italia libera dalle mafie, dalla corruzione e dal malaffare, e’ un segnale di forte preoccupazione, di fastidio, di paura”. Avviso Pubblico, spiega, “condanna fermamente le minacce inquietanti rivolte al Presidente di Libera don Luigi Ciotti, comparse sui muri dell’arcivescovado, di una scuola e del comune di Locri. Questi messaggi arrivano poche ore dopo l’incontro a Locri tra i familiari delle vittime delle mafie e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che durante il suo intervento ha espresso parole dure, forti e chiare contro le mafie, in visita nella citta’ in occasione della XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
Monta’ aggiunge: “Queste scritte ci fanno capire ancora di piu’ quanto sia stato importante aver scelto la citta’ di Locri come tappa principale della Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti della mafia – continua Monta’ – Domani dobbiamo essere in tanti, dobbiamo invadere le vie della citta’ per dimostrare che noi siamo di piu’, che noi siamo piu’ forti. Per questo colgo l’occasione per invitare i tanti amministratori locali delle locride e non solo a partecipare alla manifestazione per denunciare tutti insieme coloro che continuano a violare e calpestare il progresso di questa terra e ad ostacolarne lo sviluppo, per stimolare e incoraggiare coloro che vogliono vivere una vita senza condizionamenti, per ricordare uno per uno coloro che hanno dato la loro vita per un futuro migliore, il nostro”. Avviso Pubblico, conclude, “e’ vicina a quella Chiesa, rappresentata da monsignor Francesco Oliva e dall’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi, che concretamente e quotidianamente prova a dare segnali di rottura forti e chiari contro tutte le forme di criminalita’ organizzata e mafiosa”.

‘Ndrangheta: Cgil Calabria  esprime indignazione

La Cgil Calabria esprime indignazione e condanna per quanto avvenuto nell’arcivescovado della Locride, esprime solidarietà a Don Luigi Ciotti e a Monsignor Francesco Oliva, ed invita ad una reazione la società civile calabrese a partecipare domani a Locri contro la ndrangheta. Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Don Luigi Ciotti nel giorno dell’incontro a Locri con i familiari delle vittime di mafia contro il potere mafioso, dei suoi intrecci con la politica, con la massoneria e quella zona grigia che ne mantiene il collegamento sono una boccata di ossigeno per la nostra regione. Parole chiare, forti, senza filtri, contro la mafia e la ndrangheta e che da forza, vivacità a chi la ndrangheta la vuole combattere davvero. La Calabria ha bisogno come il pane di un movimento che parta dal basso, che si crei una rete di legalità che coinvolga le scuole, le associazioni del terzo settore, il sindacato, la parte sana di quella società civile che vuole e può fare di più per il risveglio delle coscienze sopite. Per fare ciò occorre una politica nuova, diversa da quella attuale, che combatta davvero la corruzione e la collusione, che fa meno convegni e che affermi ed applichi la legalità giorno per giorno. Le inchieste in corso contro la cosiddetta zona grigia da parte della Magistratura calabrese che mettono mani al controllo della spesa comunitaria ed alla gestione dei fondi europei e quelli sulla sanità sono la testimonianza che ci sono le condizioni per combattere un sistema di potere, trasversale, che negli anni ha messo in ginocchio la Calabria, togliendole le opportunità di sviluppo e di lavoro e rubandole il futuro. Per anni i cittadini calabresi non hanno mai saputo cosa hanno prodotto miliardi di fondi comunitari, chi li ha presi, come e dove li ha spesi, quanti posti di lavoro hanno prodotto. È arrivato il tempo della chiarezza e della trasparenza. La Cgil Calabria che ha sempre denunciato le storture sulla programmazione e gestione  dei fondi di coesione ritiene utile una operazione verità e trasparenza, nonché un’ indagine a tutto campo anche della commissione antimafia su tutta la spesa che va dal  2000 al 2016,  altrimenti è pronta ad uscire dai comitati di sorveglianza che servono a poco o niente. Abbiamo chiesto al governo centrale e regionale strumenti idonei ed efficaci per la tracciabilità della spesa per sapere chi prende i fondi, come li utilizza e quanti posti di lavoro determina e siamo pronti a sottoscrivere i protocolli di legalità con le clausole sociali per creare un piano regionale per il lavoro. Il potere mafioso si combatte se le istituzioni  intervengono sul patrimonio dei mafiosi e possibilmente facciano la loro parte prima della Magistratura. La Cgil Calabria ringrazia il Presidente della Repubblica per le parole che danno fiducia e speranza, per aver dato un nuovo orizzonte alla Calabria e sarà presente il 21 marzo a Locri nel ricordo delle vittime di mafia e per costruire una rete e una nuova primavera di legalità per una nuova Calabria Parte Civile.

 

‘Ndrangheta: Falcomata’, messaggi subliminali antistato
“Sono gesti idioti ma e’ chiaro che la ‘ndrangheta sta accusando il colpo. Le scritte sui muri di Locri sono un segnale di come le cosche e i loro affiliati temano la perdita del controllo del territorio. A don Ciotti e Libera diciamo grazie, corriamo insieme verso la rinascita di questa terra”. Lo dichiara il Sindaco Metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomata’. “La ‘ndrangheta in Calabria – continua – fonda la sua forza sul controllo del territorio, offrendo a migliaia di persone afflitte dal bisogno una risposta sociale spesso piu’ concreta di quella costruita dalle istituzioni, ponendosi quasi come una sorta di ammortizzatore sociale. Ai messaggi subliminali dell’antistato, che scrive sui muri “piu’ lavoro meno sbirri”, rispondiamo con la voglia di riscatto dei familiari delle vittime innocenti di tutte le mafie che ieri hanno accolto il Presidente Mattarella e con i sorrisi delle migliaia di ragazzi che domani coloreranno le strade di Locri. La Calabria – conclude – vuole rinascere, chi vorrebbe tenerla nelle tenebre se ne faccia una ragione”.
‘Ndrangheta: Cgil, legalita’ e diritti per avere piu’ lavoro
“Esprimiamo indignazione per quanto accaduto a Locri e piena solidarieta’ a Don Luigi Ciotti e a Monsignor Francesco Oliva. Condanniamo quelle parole intimidatorie e come previsto domani, Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, saremo alla manifestazione nazionale di Libera e Avviso Pubblico per ribadire ancora una volta che la nostra battaglia continua e che l’unica strada per avere ‘piu’ lavoro’ e’ quella della legalita’ e dei diritti”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra commentando le scritte comparse questa mattina sul muro della sede del Vescovado di Locri. “Non sono la ‘ndrangheta, lo sfruttamento, la violenza, la corruzione e il malaffare – prosegue Massafra – a poter dare risposte ad un territorio come la Calabria. Sono necessarie invece cultura della legalita’, sviluppo, buona occupazione e pieni diritti. Ed e’ necessario impegno per sconfiggere una piaga che ormai attraversa tutto il Paese. Un impegno – sottolinea il segretario confederale – che la Cgil mette in campo ogni giorno e che continuera’ e si allarghera’ ancor di piu’ dopo intimidazioni come quella di oggi. Per questo – conclude – domani saremo insieme a Libera e Avviso pubblico, alla societa’ civile e ai cittadini che condividono con noi il cammino contro la criminalita’ organizzata e per ricordare le vittime innocenti delle mafie”.

‘Ndrangheta: Oliverio, scritte Locri offendono Calabria civile
“Le scritte offensive e violente apparse sui muri di Locri la scorsa notte contro don Ciotti rappresentano un’offesa alla Calabria civile, laboriosa e democratica che vuole vivere nel rispetto della legalita’ e delle regole e sono il segno evidente che la presenza dello Stato sul nostro territorio da’ fastidio”. Lo afferma, in una nota, il Presidente della Regione Mario Oliverio il quale ha raggiunto telefonicamente don Ciotti, fondatore di “Libera” e il Prefetto di Reggio Calabria “a cui – si legge in una nota – ha ribadito con forza l’impegno della Regione a favore della legalita’ e contro ogni tipo di imposizione mafiosa ed ha espresso solidarieta’, vicinanza ed impegno concreto al sacerdote, alla sua associazione e ai familiari delle vittime di mafia. Piccoli e squalificati gruppi di uomini che intendono mantenere la nostra regione sotto il ricatto della violenza, della minaccia e della paura – ha aggiunto Oliverio – non possono offuscare i valori e l’immagine di una terra operosa e accogliente come la nostra, amante della propria storia, della propria liberta’ e della propria dignita’. La presenza del Capo dello Stato ieri e la grande manifestazione programmata per domani a Locri, evidentemente – continua Oliverio – hanno fatto saltare i nervi a chi non ama che si accendano i riflettori su una realta’ come quella calabrese in cui la stragrande maggioranza delle persone e’ contro la ‘ndrangheta ed e’ pronta a combatterla quotidianamente per debellarla definitivamente. Ai calabresi e a tutti quelli che non vogliono rassegnarsi e cedere al ricatto e al sopruso della violenza e della intimidazione criminale – conclude il Presidente della Regione Calabria – rivolgo un appello forte ed accorato ad essere insieme a noi, domani a Locri, per testimoniare che la Calabria sta dalla parte di quanti, come don Ciotti, si battono per liberare questa terra e tutte le terre in cui la mafia, ogni tipo di mafia, cerca di imporre il proprio dominio e il proprio potere”.
‘Ndrangheta: Orlando,torna menzogna balorda che mafia da’ lavoro
“Trovo vergognose le scritte ‘Piu’ lavoro meno sbirri’, ‘don Ciotti sbirro’, comparse a Locri, dopo le parole di verita’ pronunciate dal Capo dello Stato, nei giorni in cui don Luigi e’ ospite in citta’, impegnato nelle manifestazioni contro la mafia e per la memoria delle vittime. Torna cosi’ quella menzogna balorda, che credevamo dimenticata, secondo cui l’illegalita’, la mafia, da’ lavoro”. Lo scrive il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che, con un post su Facebook, sottolinea che “invece e’ l’esatto contrario: la legalita’ e’ la prima infrastruttura, e’ la condizione perche’ si attraggano investimenti e si crei sviluppo vero. La lotta contro la mafia, nella storia e ancora oggi, e’ soprattutto questo: battaglia culturale, civile e politica per il progresso economico, sociale, democratico”. Per questo, “oggi, come ieri e come sempre, al fianco di don Ciotti e di tutti quelli che combattono contro le mafie, per lo sviluppo e la legalita’, contro gli ‘uomini senza onore’, per tenere alta la dignita’ dell’uomo”, conclude il Guardasigilli.