Agricoltura: D’Acri, terre ai giovani strada giusta

agricola-generica-600x450Reggio Calabria – “Negli ultimi anni è finalmente mutato l’approccio con il quale ci si riferiva alla terra come risorsa inesauribile, come sostrato che tutto poteva reggere e subire e principi come quello che limita o impedisce il consumo di suolo agricolo sono divenuti centrali nelle politiche di governo. Va letta ed interpretata in questo senso la proposta di legge che ha ad oggetto le “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani al settore primario e contrastare l’abbandono e il consumo dei suoli agricoli”. Lo scrive Mauro D’Acri, Consigliere Regionale, delegato agricoltura, secondo il quale “la proposta, emendata e resa compatibile con le norme nazionali ed europee, stabilisce che la Regione e gli enti locali, nell’ambito delle rispettive competenze, perseguono il coordinamento delle politiche di sviluppo territoriale e la Regione, in particolare, promuove misure per disincentivare l’abbandono delle coltivazioni, sostenerne il recupero produttivo, aiutare il ricambio generazionale e lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile.
Per farlo ogni anno – aggiunge – i dipartimenti regionali competenti in materia di bilancio e di agricoltura dovranno predisporre un elenco annuale dei terreni agricoli ed a vocazione agricola e pastorale di proprietà della Regione e di tutti gli enti controllati; questi terreni, specificamente censiti ed individuati, saranno qualificati come idonei ad essere assegnati a giovani agricoltori singoli o associati in forma cooperativa e a cooperative sociali”. Per D’Acri, “la stessa cosa accadrà per quanto riguarda i terreni di proprietà comunale che potranno essere assegnati a giovani imprenditori agricoli che abbiano un’età inferiore ai 40 anni. La proposta di legge, della quale abbiamo discusso in Seconda Commissione ed i cui obiettivi ripercorrono quelli già indicati a livello nazionale nel cosiddetto Decreto Terre Vive, rappresenta – aggiunge – uno stimolo di non poco conto per recuperare terreni che oggi, quasi sempre, costituiscono un problema e sono improduttivi”. Per D’Acri “l’intenzione è evidentemente quella di garantire superficie agricola e consentire ai giovani di trasformarla in un’occasione di lavoro concorrendo con la loro energia, il loro entusiasmo e le loro competenze a rafforzare il sistema agricolo regionale ed a fornire un utile contributo nel governo complessivo del territorio”. D’Acri si dice certo questa “sia la strada giusta soprattutto se consideriamo l’effetto complessivo che si otterrà sommando i risultati di tutti gli strumenti messi in campo, dal Decreto Terre Vive alla Banca della Terra predisposta da Ismea. I risultati del bando relativo ai primi insediamenti – con più di duemila giovani calabresi che hanno chiesto di essere sostenuti dal Psr – ci confortano e ci spingono – conclude – in questa direzione; se è vero, infatti, che il ricambio generazionale in agricoltura sia ancora un problema allo stesso modo non si può non evidenziare quanto incoraggiante sia l’interesse crescente dei giovani per il comparto primario”.