Pedofilia: Marziale, attenti a ‘giustificazioni’ letterarie

Antonio-Marzia600x450-new1Reggio Calabria   – “La pedofilia e’ il piu’ turpe fra i crimini contro l’umanita’ debole e indifesa e non puo’ essere spiegata in alcun modo con finezze pseudo-letterarie lasciate alla libera interpretazione dello scrittore di turno”. Lo dice il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, in merito al romanzo “Bruciare Tutto” di Walter Siti, di recente pubblicato. “Non ho letto il romanzo e mai lo leggero’ – ammette il Garante – perche’ mi e’ bastato prestare attenzione all’intervista rilasciata da Siti al quotidiano La Repubblica per trasecolare e comprendere che lo scrittore non ha capito con che tipo di fenomeno va a misurarsi e la conferma della sua misconoscenza e’ data dalla dichiarazione che la pedofilia non puo’ essere condannata, perche’ ‘filia’, ossia ‘desiderio’, e non molestia. Allora bisognerebbe informarlo sul fatto che, nella contemporaneita’, dietro queste sottigliezze culturali, si nascondono le fondamenta della propaganda pedofila e le strategie difensive dei pederasti. Certamente – sottolinea Marziale – la volonta’ di Siti non e’ quella di alimentare la propaganda pedofila o la sua difesa, e cio’ lo si evince dall’approssimazione con cui parla del fenomeno, attingendo alle perverse visioni di Freud sull’infanzia ‘molestatrice sessuale di adulti’ e dedicando il libro ad una delle figure piu’ innovatrici che la pedagogia annovera, don Lorenzo Milani, di cui ricorre proprio tra poche settimane il cinquantesimo anniversario della morte, liberamente interpretando in chiave pedofilica alcune sue lettere ai ragazzi. Pubblicare un libro di siffatta fattura nel momento storico in cui le lobby pedofile operano per accreditarsi nel panorama culturale per fare breccia sul piano legislativo internazionale, come il partito dei pedofili olandese comprova – conclude il Garante – finisce fatalmente per fare il loro gioco. Pertanto, chiedo alla casa editrice Rizzoli di valutare, sia pur in tempo postumo, che un crimine che annovera milioni di vittime ogni giorno non puo’ diventare diletto romanzesco e trarne le dovute conseguenze”.