Giornalisti: Grasso, non abbassare guardia contro minacce

grasso600x400Roma – Ai giornalisti che vivono una “difficile situazione dobbiamo essere vicini, tanto idealmente quanto concretamente: il nostro impegno non puo’ limitarsi alla giornata di oggi ma deve essere costante, in ogni circostanza. Ne va della forza della nostra democrazia, della qualita’ del dibattito pubblico, in breve, del nostro futuro”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani, in occasione del Convegno ‘Informazione. Diritto violabile? In memoria dei giornalisti uccisi, a sostegno dei cronisti minacciati’ in occasione del ‘World Press Freedom Day.
Il presidente del Senato ha ricordato “i ventotto giornalisti uccisi proprio perche’ la loro voce, libera e autorevole, dava fastidio e, per questo, andava silenziata. Nel luglio dello scorso anno mi avete consegnato un pannello con impressi i loro nomi, intitolato: “cercavano la verita’. 28 nomi una sola storia”. Come sapete prima di “spostarmi in politica” ho per oltre quarant’anni svolto la professione di magistrato. Fu proprio in quella veste che conobbi uno di quei ventotto nomi. Mario Francese veniva spesso in procura, arrivava col suo taccuino, chiedeva sempre novita’ sulle attivita’ che noi magistrati stavamo svolgendo. Non potevo certo metterlo al corrente degli sviluppi delle nostre indagini ma lo ascoltavo sempre molto volentieri quando mi raccontava delle voci che provenivano dalle strade di Palermo, quelle che instancabilmente batteva, sempre in cerca di nuove storie o conferme alle sue inchieste. Sapeva intercettare l’anima piu’ intima e inconfessabile di Palermo, descriverla in maniera puntuale, rappresentare i movimenti della societa’ e della criminalita’ organizzata: pago’ con la vita quella sua insopprimibile curiosita’, il desiderio di essere utile ai cittadini siciliani attraverso i suoi articoli”.

Grasso ha proseguito: “Vedo in sala la mamma di Ilaria Alpi. Sono passati ventitre’ anni da quando Ilaria fu uccisa in Somalia insieme a Miran Hrovatin: sono troppe le domande, troppi i punti oscuri di una vicenda che non abbiamo alcuna intenzione di archiviare o dimenticare. Non ci arrenderemo, continueremo a cercare la verita’: non possiamo certamente in questo modo lenire il dolore che lacera i vostri cuori ma abbiamo comunque il dovere morale di insistere perche’ sia fatta giustizia di quanto e’ avvenuto e degli anni persi dietro a depistaggi. L’esempio degli uomini e delle donne che tristemente compongono il pannello che mi avete donato, e’ un patrimonio che appartiene non solo a chi sceglie questa professione ma a tutto il paese. Le loro vicende ci aiutano anche a non abbassare la guardia – ha ammonito – sulle decine, centinaia, di casi in cui i giornalisti, spesso cronisti locali, oggetto di minacce, aggressioni e delegittimazioni. Penso, per esempio, a Federica Angeli la cui vita si e’ trasformata in un incubo e che, proprio negli ultimi giorni, ha subito un’altra violenta intimidazione. Proprio il Lazio detiene il triste primato del maggior numero di giornalisti minacciati”.