Fisco:denunciate 10 persone a Terni per truffa aggravata

foto-gdf60x45-webTerni – Fornivano documenti e fatture false, usando societa’ di comodo, per ottenere in modo illecito finanziamenti pubblici nazionali ed europei: si tratta di dieci persone denunciate dalla guardia di finanza di Terni che ha effettuato un sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro. Secondo la polizia tributaria, la truffa sarebbe stata architettata dall’amministratore unico della Ciam, societa’ ternana che opera nel settore degli ascensori, in concorso con altri 9 imprenditori e professionisti. Attraverso la fornitura di documentazione falsa e l’utilizzo di una trentina di societa’ di comodo, l’amministratore della societa’ era riuscito ad ottenere finanziamenti per 12 progetti di sviluppo in materia di ricerca e innovazione tecnologica in relazione a bandi emanati dal ministero dello Sviluppo economico e delle regioni Umbria e Sardegna. Oltre a favorire lo sviluppo, tali finanziamenti hanno lo scopo di creare sviluppo e nuovi posti di lavoro. I costi di realizzazione dei progetti, come evidenziato dalle indagini, sono risultati di gran lunga inferiori agli oltre 5 milioni di euro di finanziamenti pubblici ricevuti. Le dieci persone denunciate dovranno rispondere, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico commesso da privati in atti pubblici, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed emissioni di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Per assicurare il recupero dei finanziamenti pubblici percepiti in modo illecito, il sostituto procuratore di Terni Stramaglia ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di oltre 5 milioni di euro in immobili e denaro. All’amministratore della societa’, considerato dagli inquirenti l’ideatore della truffa, sono stati sequestrati conti correnti bancari ,una villa con piscina e campo da tennis in Sardegna, un grande appartamento e un locale commerciale. La Ciam era gia’ finita sotto i riflettori nel gennaio 2016 per una verifica fiscale conclusa con la contestazione di violazioni delle imposte dirette e dell’Iva per oltre 70 milioni di euro.