Data Journalism: italiani vedono tv ma smartphone sempre in mano

tv-smartphoneRoma – Gli italiani guardano la TV con lo smartphone in mano. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Social TV 2017 presentati oggi al Maxxi di Roma. L’indagine sul cambiamento di fruizione dei contenuti televisivi condotta dal Digital Lab dell’Universita’ La Sapienza in collaborazione con SWG mostra come l’uso di piu’ device (televisione e smartphone o tablet o computer) sia una pratica oramai normale che permette al pubblico di rimanere costantemente collegato a Internet e ai social media durante la visione del programma scelto. Lo schermo televisivo tradizionale appare sempre piu’ frequentemente accompagnato da un altro schermo (il cosiddetto “second screen”) per rimanere connesso. Alla domanda quanto vengano usati altri device, le risposte hanno visto trionfare lo smartphone (75% di prevalenza, considerando anche chi lo fa saltuariamente), seguito dal computer (61%) e un po’ meno invece dal tablet (47%). C’e’ una piccola fetta di pubblico (7,3%) che usa spesso addirittura due altri apparecchi contemporaneamente: smartphone e tablet. I motivi sono soprattutto mantenere il contatto con familiari e parenti durante la visione, ma anche la necessita’ di soddisfare immediatamente le proprie necessita’ di informazione durante il programma. Poco piu’ di un intervistato su tre (34,5%) ha dichiarato di non potersi staccare dal flusso di informazioni che riguardano il proprio lavoro e altri impegni.

Uno dei principali usi dei social network attraverso il “second screen” e’ quello di soddisfare direttamente durante la visione le curiosita’ sia sui contenuti proposti, sia sui prodotti pubblicizzati al loro interno, sia negli spazi pubblicitari. Il 9,1% del campione dichiara di cercare sempre o spesso informazioni sui prodotti presentati nei break pubblicitari e l’8,3% di farlo sui prodotti pubblicizzati all’interno delle trasmissioni che vedono. il 12,2%, inoltre, dichiara di usare la ricerca online per verificare se le informazioni fornite dal programma siano vere o false; il 12,8% per approfondire termi e personaggi trattati, mentre l’8,6% visita sempre o spesso i siti menzionati dal programma. L’interazione attraverso i social media e le chat sono anche una fonte di stimoli per altri programmi da guardare. Per preadolescenti (77,7%), adolescenti (70%) e venti-trentenni (80,8%) e’ molto o abbastanza vero che hanno ricevuto dai social network stimoli su cosa guardare. Ci sono le serie e i programmi di moda da seguire, che vengono conosciuti attraverso le conversazioni, le citazioni e i meme. Ma anche scoperte casuali o, ancora, la curiosita’ suscitata dalle reazioni che un particolare episodio di una serie ha suscitato sui social network. Secondo i ricercatori dell’Osservatorio Social TV si tratta di un fenomeno circolare (contenuto tv che viene commentato sui social network e provoca la curiosita’ per la visione in altre persone) che e’ particolarmente interessante soprattutto nelle fasce di eta’ piu’ giovani, cioe’ tra i segmenti della popolazione in cui “si registrava uno scollamento simbolico e tangibile verso la TV tradizionale”. Uno scollamento “superato dalla riconfigurazione dell’esperienza di consumo come piu’ fluida, trans e crossmediale”.