Cane ucciso: pm chiede condanna 4 giovani responsabili

Angelo-ok-600x400Paola (Cosenza) – E’ entrato oggi nel vivo a Paola (Cosenza) il procedimento con rito abbreviato a carico dei quattro giovani di Sangineto (Cs) accusati di avere brutalmente seviziato e ucciso il cane Angelo, postando poi la sequenza delle torture sui social, vantandosene. La vicenda scateno’ l’indignazione della rete e i responsabili furono alla fine individuati e denunciati dalle forze dell’ordine. L’Enpa (Ente nazionale protezione snimali) si e’ costituito come parte civile con l’avvocato Claudia Ricci e, come rende noto un comunicato dello stesso Enpa, il giudice ha rigettato la domanda di messa alla prova presentata dagli imputati. “Se fosse stata accolta, il processo – spiega l’Enpa – si sarebbe sospeso e il reato si sarebbe estinto al termine della misura alternativa disposta dal giudice a carico degli imputati”. Per i quattro giovani il Pm ha chiesto una condanna a 16 mesi ciascuno, senza sospensione della pena. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha sottolineato “l’opportunita’ di riconoscere l’aggravante dei futili motivi unitamente a una dichiarazione di pericolosita’ sociale degli imputati. Dopo l’intervento delle difese, il giudice ha rinviato l’udienza al 26 maggio per le repliche e la lettura del dispositivo”.
“In attesa della sentenza – commenta la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi – mi sembra che oggi, con il rigetto della messa alla prova, vi sia un primo punto a favore di tutti coloro i quali chiedono giustizia per Angelo. L’auspicio di tutti noi e’ che agli imputati in caso di condanna non sia concessa alcuna attenuante: le torture inflitte al povero animale e il modo in cui e’ stato finito sono un chiaro indice se non di pericolosita’ quanto meno di allarme sociale. Ma, soprattutto, bisogna dare un messaggio chiaro ed inequivocabile. Bisogna dire che nel nostro Paese per i reati a danno gli animali e’ tolleranza zero”. Anche oggi, come in occasione della prima udienza, un gruppo di animalisti ha stazionato davanti al palazzo di giustizia.