Riciclaggio: tentata “combine” contestata a presidente Catanzaro

cosentino-giuseppe6040-1Reggio Calabria  – C’e’ anche il reato di frode sportiva, commesso nella qualita’ di presidente del “Catanzaro Calcio 2011 srl”, tra le contestazioni mosse a Giuseppe Cosentino, amministratore della “Gicos Import-Export S.r.l.”, di Cinquefrondi (Reggio Calabria) finito ai domiciliari nell’ambito dell’operazione “Open Gate”, condotta stamane dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria per reati di natura fiscale. Si sarebbe trattato, come ha spiegato il procuratore capo di Palmi, Ottavio Sferlazza, di un tentativo di aggiustamento di una partita con l’Avellino disputata il 5 maggio 2013. Entrambe le squadre disputavano il campionato di Lega Pro-prima divisione girone B.
“L’avere concordato un risultato di parita’ – ha affermato Sferlazza – doveva servire per consentire all’Avellino la promozione e al Catanzaro di evitare i play out. Senonche’ il risultato di un’altra squadra interessata anche alla promozione, il Perugia, aveva fatto saltare i conti. Per cui l’Avellino si e’ impegnato in campo e ha vinto la partita contrariamente agli accordi. Peraltro – ha detto Sferlazza – vi erano state due occasioni per segnare clamorosamente mancate da un giocatore del Catanzaro. Sostanzialmente, si e’ trattato di un tentativo, poiche’ in corso d’opera la partita aveva avuto poi lo sbocco fisiologico – ha concluso il procuratore di Palmi – tenuto conto dei valori in campo”. La societa’ calcistica giallorossa, comunque, non rientra fra i beni, pari a 4 milioni, sequestrati stamane alla famiglia Cosentino.