Migranti: sbarco a Corigliano Calabro, fermati 3 scafisti

polizia-archivio-web60x45Cosenza  – Tre presunti scafisti sono stati fermati dalla Polizia nell’ambito delle indagini sullo sbarco di 635 migranti avvenuto nel porto di Corigliano Calabro il 26 maggio scorso. Quello stesso giorno, in Calabria, si verificarono altri 4 sbarchi nei porti di Crotone, Reggio e Vibo Marina.

Le persone fermate sono Khaled Thaled, 24 anni, siriano, Ahmad Dej, 24 anni, pure siriano, e Siraj Alakari, 21 anni, libico. Avrebbero condotto un gommone, di colore grigio, privo di bandiera, abbandonato poi alla deriva verso le coste italiane, con a bordo migranti della Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Guinea, Mali, Burkina Faso, Ciad, Gambia, Cameron e Bangladesh. Le indagini, che si sono avvalse della collaborazione di un migrante senegalese, avrebbero consentito di accertare che i fermati facevano parte dell’organizzazione criminale che a Sabrata (Libia) gestisce il traffico di esseri umani verso le coste italiane, assicurando la guardia armata all’interno del campo in cui erano tenuti nascosti i migranti. I tre si sarebbero imbarcati sul gommone, la mattina del 23 maggio scorso, dopo aver lasciato i fucili di cui erano muniti. I poliziotti italiani li hanno trovati in possesso di diversi telefoni cellulari, denaro contante e supporti informatici, che sono stati sequestrati.
“Abbiamo identificato, in occasione di molti degli sbarchi di questo ultimo anno, chi e’ stato costretto ad assumere, anche con la violenza, la guida delle imbarcazioni che trasportavano molte persone. Caso per caso abbiamo valutato le responsabilita’ precise, perche’ in alcuni casi c’erano cause di giustificazione,visto che chi si fosse rifiutato di assumere il controllo delle imbarcazioni veniva anche ucciso o fatto segno di violenze” ha detto Eugenio Facciolla, procuratore di Castrovillari (CS), nel corso della conferenza stampa tenuta a Cosenza per il fermo degli scafisti. In questo caso – ha detto Facciolla – la situazione e’ diversa, perche’ questi erano persone che hanno coordinato le operazioni d’imbarco sulla costa libica, armati, imbarcandosi poi anche loro. E questa e’ anche un’anomalia rispetto ad altre situazioni verificate in altre occasioni. Alcuni migranti – ha aggiunto – ci hanno raccontato di strutture, capannoni in cui, vengono raccolti in attesa di potersi poi imbarcare, letteralmente segregati e in condizione di promiscuita’, donne incinte, bambini, anziani, in totale degrado, senza servizi igienici. I migranti collaborano subito con le forze dell’ordine, perche’ probabilmente ne subiscono tante – ha detto Facciolla – e molti chiedono interventi a livello internazionale per far cessare tutto questo. Siamo seriamente preoccupati anche per i migranti minori non accompagnati che si allontanano dai centri di accoglienza, facendo perdere le proprie tracce. Ma ci preoccupano anche il flusso in aumento e l’intensificazione di questi sbarchi, con i problemi correlati sul territorio – ha detto Facciolla – per l’impiego delle forze dell’ordine, della magistratura, del personale giudiziario, che e’ davvero notevole per ogni sbarco”.