Catanzaro – La Regione Calabria si dotera’ di una legge , tra le poche in Italia, per la promozione della tutela e conservazione delle praterie di Posidonia Oceanica lungo le proprie coste. L’Assessore alla Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, Antonella Rizzo, illustrera’ i dettagli di questa proposta di legge mercoledi’ 28 giugno 2017, in occasione di un Workshop Scientifico che l’Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria) terra’ nel Complesso Turistico “Baia degli Dei” a Le Castella di Isola Capo Rizzuto (Crotone). Proprio in questa occasione – anticipa una nota della setessa Arpacal – saranno presentati i risultati del progetto pilota “Metodi innovativi per la mappatura delle praterie di Posidonia Oceanica e Cymodocea nodosa nella Regione Calabria”, finanziato dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria all’Arpacal che, attraverso la propria Unita’ Organizzativa “Marine Strategy”, diretta dal Dott. Emilio Cellini, ha coordinato il gruppo di lavoro composto da ISPRA (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale), Area Marina Protetta Capo Rizzuto e l’UNICAL con il DIBEST (Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra) e il DIMEG (Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale). Il progetto consiste nella rivisitazione cartografica, in chiave aggiornata, della precedente mappatura delle Fanerogame marine eseguita in Calabria nel periodo 2002 – 2004 nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e denominato “Mappatura delle praterie di Posidonia Oceanica e di altre fanerogame marine lungo le coste della Calabria e delle isole minori circostanti”. Le fanerogame marine, infatti, costituiscono un habitat di grande pregio negli ambienti marini e salmastri costieri, sia per quanto riguarda il paesaggio sommerso e sia per il ruolo ecologico che rivestono. Le fanerogame marine, presenti nel Mare Mediterraneo, sono rappresentate da circa cinque specie e le piu’ rappresentative, in termini di importanza e dominanza sono la Posidonia oceanica e la Cymodocea nodosa. La Calabria, in particolare, presenta diverse aree in cui la loro distribuzione assume caratteristiche di pregio ed alta valenza ecologica. La prateria di Posidonia oceanica rappresenta, infatti, un ecosistema delicato che risente molto delle variazioni della qualita’ dell’ambiente; essa scompare allorche’ l’inquinamento, inteso in senso lato, e’ troppo accentuato.
Per questo motivo la Posidonia oceanica e’ ritenuta un eccellente indicatore della qualita’ dell’ambiente. Attualmente si assiste ad un crescente processo di regressione delle fanerogame marine. Le principali cause di regressione delle praterie sono comunque da collegare alla crescente pressione antropica sull’ambiente costiero. In particolare, l’aumento di torbidita’ e la conseguente riduzione della trasparenza delle acque riduce la capacita’ fotosintetica della pianta e risulta essere una delle cause piu’ frequenti di regressione delle praterie. Sostanze chimiche di vario genere (es. tensioattivi, metalli pesanti ecc.) possono causare necrosi dei tessuti, alterazioni morfologiche e comunque interferire negativamente con i normali processi di sviluppo delle piante. Il progetto dell’Arpacal, denominato MUSMAP, nello specifico ha previsto l’esecuzione di indagini a varie scale di osservazione mediante l’impiego di strumenti e tecnologie all’avanguardia come il telerilevamento marino mediante satelliti, i velivoli a pilotaggio remoto, i cosiddetti droni e veicoli subacquei filoguidati (ROV). A supporto delle attivita’ e’ stata impiegata l’imbarcazione “Fiore del Levante” dell’Area Marina Protetta Capo Rizzuto. Nell’ambito del progetto – e’ scritto – sono state realizzate, a livello sperimentale, acquisizioni fotogrammetriche in 3D mediante l’impiego di speciali fotocamere. Analisi a livello di ultrascala eseguite con tecniche fisiologiche e molecolari hanno consentito di valutare lo stato di salute e la qualita’ delle praterie di Posidonia oceanica distribuita lungo le coste della Calabria. Lo studio, a carattere multidisciplinare, e’ stato eseguito in 6 aree pilota ubicate lungo le coste della Regione Calabria: l’Isola di Dino, l’Isola di Cirella, Briatico, Scilla sulla costa tirrenica, e l’Area Marina Protetta Capo Rizzuto e Calopezzati sulla costa ionica. Il progetto ha restituito una serie di mappe accurate “ad elevata risoluzione” dei fondali. Tale attivita’ di studio – si legge – sara’ propedeutica al fine di garantire una corretta gestione delle risorse ambientali sommerse della Regione Calabria, nonche’ per testare e validare nuove procedure di monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica da condividere a livello nazionale ed internazionale con gli operatori del settore.