Reggio Calabria – “E’ la famiglia stessa che chiede al minore di delinquere come forma di sostentamento alla famiglia; mi e’ capitato piu’ volte di parlare con magistrati della Procura di Napoli. Il caso del ricambio ai vertici dei clan ha fatto emergere intercettazioni inquietanti, le madri chiedevano ai figli di partecipare ai fatti di sangue”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nel corso del suo intervento, nella prefettura di Reggio Calabria, dove, insieme al ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha firmato il protocollo d’intesa per la realizzazione del progetto “Liberi di scegliere” rivolto ai minori provenienti dalle famiglie mafiose, sulla scorta dell’esperienza dei tribunali e delle procure per i minorenni di Catanzaro e Reggio Calabria, che in alcuni casi hanno allontanato i figli minorenni dalle famiglie mafiose.
“Riteniamo – ha spiegato – che i provvedimenti assunti dal Tribunale dei minori affrontino secondo il giusto spirito il fenomeno. Abbiamo cercato di mettere spesso l’accento in questi anni su due questioni: che senso deve avere la pena e quali sono gli strumenti di prevenzione da affiancare alla repressione nel contrasto alla criminalita’ organizzata. Questi provvedimenti sono la risposta piu’ alta a queste due domande”.
Secondo il ministro, “il circuito minorile italiano e’ un’eccellenza a livello europeo, anche se oggi e’ chiamato a fronteggiare delle nuove sfide, pensiamo a quella della radicalizzazione che ha una particolare rilevanza. Siamo un Paese che sul fronte della esecuzione penale per i minori ha fatto molto e sta facendo molto. I provvedimenti dei Tribunali dei minori sono una risposta coraggiosa – ha detto ancora Orlando – perche’ e’ del tutto evidente che in un Paese come il nostro, dove fortunatamente, la famiglia ha un ruolo cosi’ importante, cercare di entrare in quell’intreccio di affetti, di potere, di dominio che e’ rappresentata da una famiglia mafiosa, e’ un’operazione non soltanto coraggiosa, ma che necessita di una capacita’ di lettura assai avanzata e sostenuta da professionalita’, e da questo punto di vista il ringraziamento e’ duplice. Non solo – ha spiegato – per i provvedimenti adottati, ma se quei provvedimenti fossero stati in qualche modo caratterizzati da un approccio rozzo, avrebbero avuto un effetto boomerang”. Secondo Orlando, “questo e’ un percorso che va encomiato anche da questo punto di vista. Con grandissimo equilibrio ci si e’ mossi e con grandissimo equilibrio si e’ costruita una strada. Una strada – ha detto – che credo debba essere percorsa anche in altri contesti, che ci pongono delle domande cui dobbiamo dare una risposta. Noi ci dobbiamo chiedere qual e’ liberta’ di scelta del minore che cresce in determinati contesti, non solo dentro la rigida struttura familistica della ‘ndrina, ma anche nei quartieri Spagnoli piuttosto che a Scampi o allo Zen”.