Universita’ Catanzaro: Cisl, scenari oscuri su precariato

Catanzaro – Il segretario generale della Cisl Universita’, Francesco De Simone Sorrentino, torna, con una lettera al rettore, sulla vicenda dei precari dell’ateneo di Catanzaro, ricordando di aver inviato al direttore generae, appena duegiorni fa, una nota concernente il precariato. Nella nota, ricorda Sorrentino, “lamentando l’indisponibilita’ dell’ateneo ad avviare un confronto per discutere della programmazione con specifico riferimento al tema delle stabilizzazioni ai sensi dell’art.20 del D.Lgs. n.75/2017, abbiamo manifestato tutto il nostro disappunto e il disagio dei lavoratori precari nel constatare come il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, nella piu’ generale accezione di reclutamento, avvenisse a “corrente alternata”. A partire dal tardo pomeriggio del 5 luglio – continua – siamo stati contattati da numerosi lavoratori precari dell’Ateneo “Magna Graecia” che ci hanno manifestato l’esigenza di capire cosa stava accadendo atteso che, un’altra Organizzazione sindacale, anzi piu’ precisamente un solo dirigente di un’altra organizzazione sindacale, stava diffondendo alcune notizie che, se fossero confermate, ci indurrebbero inevitabilmente a pensare a scenari particolarmente oscuri e perniciosi che non si addicono ad una istituzione pubblica, specie a una universita’ e su cui saremmo costretti a richiamare l’attenzione dei competenti organi di vigilanza e controllo attivando, nel contempo, tutte le iniziative che la gravita’ della fattispecie imporrebbe. Irecisamente – scrive – si proclama un “impegno formale” dell’Amministrazione a dedicare 2 punti organico entro il 31.12.2017 per l’assunzione a Tempo Indeterminato part-time al 66%, di 12 unita’ di Personale attraverso lo scorrimento della graduatoria del concorso in categoria C; un “impegno formale” dell’Amministrazione per l’assunzione a tempo determinato entro il 31.12.2017 del numero massimo possibile di unita’ di personale attraverso lo scorrimento della graduatoria del concorso in categoria C; un “impegno formale” dell’amministrazione ad individuare ed utilizzare al massimo le risorse disponibili x la stabilizzazione del personale (Legge Madia). A tal riguardo – si legge nella nota – si precisa anche che “appena la circolare esplicativa ci togliera’ i dubbi sul modo di quantificare le risorse e sul numero di precari che possono essere stabilizzati, sara’ necessario avviare le procedure. Qualora le risorse disponibili per la stabilizzazione non fossero sufficienti a salvaguardare tutti, sara’ necessario utilizzare i punti organico disponibili, a partire da quelli che arriveranno a luglio, per l’assunzione a tempo indeterminato dei precari non stabilizzati, attraverso lo scorrimento della graduatoria del concorso in C”.

“Nel caso in cui dopo aver utilizzato la Madia e fatto le assunzioni – afferma ancora la Cisl – ci fossero ancora precari sara’ necessario scorrere la graduatoria del concorso in C per il numero massimo di unita’ per garantire la continuita’ stipendiale in attesa di utilizzare i punti organico degli anni successivi. Cio’ premesso ci chiediamo se a seguito della ricezione della nostra nota vi sia stato in Ateneo un nuovo e significativo “sussulto partecipativo” per cui si e’ aperto subito un dialogo con le parti sociali a cui, magari, non ha partecipato la Federazione Cisl universita’ oppure si tratta di altro? Nel primo caso, scusandoci per l’assenza, chiediamo copia dell’atto formale prodotto dall’Amministrazione che tuttavia, formulato nel senso di cui sopra, appare particolarmente critico e non ci convince in quanto non tutela il personale precario”. Ad avviso della Cisl “i 2 punti organico assegnati al reclutamento del personale tecnico-amministrativo entro il 31.12.2017 dovrebbero essere utilizzati interamente per l’applicazione del decreto “Madia” consentendo la stabilizzazione dal 1 gennaio 2018 di 10 precari a tempo pieno in categoria B ulteriori rispetto a quelli che potrebbero essere gia’ stabilizzati dalla medesima data utilizzando le risorse speciali di cui al comma 3 dell’art.20 del DLgs 75/2017. A tale riguardo si fa presente che per l’utilizzo di dette risorse (forse e’ meglio ribadirlo a chi si ostina a far finta di non capire) non e’ necessario attendere ulteriori circolari esplicative: basta quantificate le risorse storiche previste dal richiamato comma 3 riconducendole ad un valore in termini di punti organico. Stabilizzata, quindi, una significativa quota di precari dalla data del 01.01.2018 crediamo che non sia particolarmente gravoso per l’Ateneo programmare la trasformazione dei contratti rimanenti da tempo determinato a tempo indeterminato nel triennio 2018-2020 fermo restando la proroga dei contratti stessi fino alla stabilizzazione ai sensi dell’art.20 del richiamato decreto legislativo. A tal punto – scrive Sorrentino – rimarrebbe, per quanto concerne la Cisl Universita’, un solo rammarico: se fossero stati utilizzati in passato gli strumenti offerti dalla norma Nicolais o quelli previsti dal DL n.101/2013 forse non ci troveremmo nella condizione attuale. Ma si e’ scelto di assumere per ben oltre un decennio solo docenti e qualche unita’ di categoria EP”.

“Sarebbe interessante – secondo la Cisl – entrare nel merito di queste scelte. Magari lo affronteremo successivamente con lo stesso impegno che stiamo dedicando alla risoluzione del precariato. Non vogliamo pensare, invece, al secondo caso. Questo perche’ ci troveremmo ad affrontare una fattispecie che non attiene alle competenze del Sindacato ma che, comunque la Federazione Cisl Universita’, in quanto organizzazione sindacale confederale, ha il dovere di segnalare a presidio dell’interesse generale, valore imprescindibile per la confederalita’. Certo in questo caso sarebbero tante le domande da porsi anche perche’ sarebbe confermata l’ipotesi preconizzata dalla scrivente segreteria nazionale nella nota inviata ai Ministeri competenti prima dell’espletamento del concorso di categoria”. Tuttavia, sercondo la Cisl, puo’ esistere una terza ipotesi: qualcuno ipotizza impegni formali inesistenti. “In tal caso – continua la cIsl – ribadiamo la necessita’ di un incontro con l’Ateneo per discutere della stabilizzazione dei precari”.

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