Terrorismo: ceceno arrestato in Puglia legato all’Isis

Bari – Un uomo di grande carisma, un presunto combattente del “Califfato caucasico”, continuamente itinerante e temporaneamente residente a Foggia con regolare permesso di soggiorno ma in grado in pochi giorni di diventare imam del centro islamico foggiano, in grado di reclutare e indottrinare altri verso la guerra santa : questo il quadro tracciato oggi dagli inquirenti della Procura dell Repubblica di Bari che hanno incontrato i giornalisti dopo il fermo del 38enne ceceno. L’accusa e’ di ” partecipazione a organizzazione finalizzata a terrorismo internazionale come componente dell’Isis” ha detto il Procuratore di Bari Giuseppe Volpe che coordina la Direzione Distrettuale Antimafia del Distretto di Bari e Foggia. “Egli stesso in alcune intercettazioni afferma di aver fatto parte della rete che ha organizzato il sanguinoso attentatro a Grozny, in Cecenia, il 4 dicembre 1014 con 19 morti” ha riferito il Procuratore, accompagnato dai due pm che hanno coordinato le indagini svolte su imput dell’AISI nazionale e poi dalla Digos in collaborazione con la Guardia di FInanza relativamente ai movimenti finanziari della rete che il ceceno stava costruendo. “C’e’ poi l’istigazione a commettere delitti terroristici con il ricorso a cinture esplosive” in particolare la sua seconda moglie, una cittadina russa di 49 anni, espulsa insieme a due cittadini albanesi” ha ricostruito ancora il procuratore Volpe accennando al contenuto di numerose intercettazioni telefoniche intercorse tra il fermato e la donna russa. Nel corso delle indagini non sono tuttavia state rinvenute armi o esplosivi.

“Non vi e’ dubbio che qui si tratta di modalita’ stragiste – ha detto ancora Volpe – perche’ quando la persona che abbiamo fermato istiga la moglie a indossare una cintura eplosiva sono chiari i suoi propositi. Anche quando afferma che non puo’ organizzare una famiglia normale perche’ quando lo chiameranno lui deve essere pronto a immolarsi, questo fa chiaramente pensare alla possibilita’ di attentati”. Quanto ad altri eventuali complici, il Procuratore ha parlato di ” soggetti in relazione ai quali sono ancora in corso indagini, alcuni sono stati esplusi dal territorio nazionale ma in ogni caso Bari, il capoluogo non e’ coinvolto in questa vicenda”.
Secondo il pm Giuseppe Gatti che insieme alla collega Lidia Giorgio ha coordinato le indagini, “tutto e’ partito dopo il fermo di un cittadino tunisino a maggio scorso, accusato di apologia delle attivita’ terroristiche dell’ISIS laddove la Polizia con indubbio intuito investigativo ha ricostruito la rete di contatti vedendo emergere la figura dell ceceno fermato ieri. Il modello caucasico sembra diverso da quello mediorientale anche per il carisma che circonda questi combattenti, reduci dalle guerre contro la Russia, ma poi espulsi in massa e oggi riversatisi prima nell’area dell’Unione Europea con lo status di rifugiati e con notevole liberta’ di movimento. Come e’ noto tantissimi ex combattenti ceceni – ha precisato – sono passati dalle guerre anti Russia a quelle contro l’Occidente e contro tutti i musulmani moderati”.