Milano – Si e’ definito “capro espiatorio” e ha detto di essere pronto allo “sciopero della fame” in caso di condanna. Prima che i giudici della Corte d’Assise di Milano si ritirassero in camera di consiglio per decidere il verdetto del processo che lo vede imputato per l’omicidio del magistrato Bruno Caccia, Rocco Schirripa ha reso dichiarazioni spontanee proclamandosi “innocente”. La sentenza del processo bis al panettiere arrestato il 22 dicembre 2015 per l’omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia, ucciso da un commando della ‘ndrangheta il 26 giugno del 1983, e’ attesa in giornata.
“Sono pronto allo sciopero della fame – ha spiegato Schirripa – con tutte le conseguenze che puo’ avere alla mia eta’, non per condizionare la Corte ma per protestare contro l’accusa che ha voluto cercare un capro espiatorio e ha trovato in me il soggetto perfetto. Sono calabrese, terrone e compare di Domenico Belfiore (gia’ condannato all’ergastolo come mandante, ndr). Mi trovo costretto a fare lo sciopero della fame, se l’accusa verra’ accolta. Mi spiace per la mia famiglia, ma meglio piangere per la mia morte che farli soffrire per tutta la vita”. Quello che si concludera’ oggi e’ il secondo processo a Schirripa dopo che il primo era stato annullato nel novembre del 2016 a causa di un errore procedurale del pm Marcello Tatangelo.