Truffe: Gdf Livorno scopre ‘finto’ promotore finanziario

Firenze – ‘Finto’ promotore finanziario si appropria di un mln di euro. E’ quanto scoperto dai finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Livorno che, su ordine della procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un decreto, emesso dal gip del Tribunale labronico, Marco Sacquegna – finalizzato al sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, collegato a fatti di truffa aggravata e riciclaggio di capitali illeciti, commessi da due soggetti, originari e residenti ad Avellino (padre e figlio). Le indagini, dirette dal pm Massimo Mannucci, sono state sviluppate dai militari delle fiamme gialle distaccati presso la sezione di polizia giudiziaria della procura di Livorno e hanno avuto origine a seguito di una denuncia presentata, nella primavera del 2016, da due persone di Livorno, rispettivamente madre (invalida civile al 100%) e figlio, alle quali e’ stato sottratto, in piu’ occasioni con artifizi e raggiri, circa 1 milione di euro, parte di un consistente lascito ereditario proveniente dal Marocco e ricevuto nel 2014, dopo la morte di un parente. Dietro la promessa di una rendita le vittime vengono indotte ad affidare una prima tranche dell’eredita’, pari a 30mila euro, ad una societa’ romana, che effettivamente corrispondeva. Fino a quando i due ‘finti’ promotori, chiedono un incremento dell’investimento che arriva a 977.000 euro. Le successive investigazioni di polizia giudiziaria hanno confermato l’ipotesi della truffa aggravata, atteso che nessuna somma di denaro ricevuta e’ stata di fatto impiegata in investimenti od operazioni finanziarie nell’interesse dei clienti. Il fatto e’ stato commesso, inoltre, nei confronti di persone offese in precarie condizioni economiche, amplificando oltremodo il danno derivante dalla subita truffa, posto che ora sono persino morosi nel pagamento dei canoni di locazione dell’abitazione presa in affitto.

La ricostruzione operata dagli investigatori del percorso del denaro ha evidenziato come tutti gli assegni ricevuti dalle vittime siano stati negoziati, tra il luglio del 2015 e il febbraio del 2016, presso quattro differenti filiali di un istituto bancario con versamento su un conto corrente poi estinto nel luglio 2016. Ma non e’ tutto. A brevissima distanza dalla negoziazione dei titoli, venivano effettuate dall’autore della truffa disposizioni per circa 1 milione di euro a favore del figlio, di 27anni, che ora e’ indagato per riciclaggio per il compimento di una serie di operazioni di ripulitura del denaro, poste in essere mediante numerosi conti correnti, molti dei quali accesi solo dopo che le vittime della truffa avevano iniziato a consegnare le proprie somme. Le fiamme gialle hanno ricostruito tutti i flussi e le movimentazioni: del denaro ricevuto, e’ risultato che il figlio ha retrocesso al padre circa 120 mila euro, ha acquistato 2 kg in lingotti d’oro puro per un valore di circa 80mila euro, ha effettuato numerosi giroconti e disposizioni verso societa’ a lui riconducibili, di cui circa 350 mila euro a favore di un soggetto giuridico con sede ad Anzio operante nel settore della compravendita immobiliare (con volume d’affari di circa 30 mila euro). I militari della sezione di p.g. della guardia di finanza, con il supporto del nucleo di polizia tributaria, hanno provveduto a ricostruire – anche valorizzando il patrimonio informativo a disposizione attraverso le molteplici banche dati in uso al Corpo – i beni riconducibili al soggetto indagato per riciclaggio, sottoponendo a vincolo cautelativo 19 unita’ immobiliari (di cui n. 10 appartamenti, 7 garage e 2 negozi) e 8 terreni, ubicati prevalentemente in provincia di Avellino, oltre che a Napoli e Caserta, sino all’importo di 947 mila euro.