Siccita’: la Calabria chiede stato di calamita’

Catanzaro – La Calabria ha gia’ avviato l’iter per chiedere al governo la dichiarazione dello stato di calamita’ naturale per i danni dovuti alla siccita’. Lo ha detto all’AGI il consigliere regionale delegato per l’Agricoltura, Mauro D’Acri. “Ne abbiamo gia’ discusso in Giunta ed abbiamo scritto al ministro per segnalare la situazione che investe tutte le produzioni, a partire dall’olivicoltura”. I danni ammontano a 310 mln di euro, secondo le stime della Coldiretti. Il 30% delle colture risulta compromesso e con le riserve idriche ridotte al 30%, la confederazione agricola aveva sollecitato la dichiarazione dello stato di calamita’ naturale. La situazione piu’ critica e’ quella del Crotonese. Potrebbe risultare compromessa la produzione di finocchi, per la quale l’area e’ particolarmente vocata.
L’approvvigionamento idrico della regione e’ assicurato da 25 invasi, fra grandi dighe e invasi di media e piccola dimensione, la cui gestione e’ ripartita fra i consorzi di bonifica, cui fanno capo 9 dighe; Enel e Sorical, la societa’ mista a cui e’ demandata la distribuzione dell’acqua ad uso potabile. La capacita’ e’ di 898 milioni di metri cubi d’acqua, ma le riserve sono gia’ sottodimensionate.
Il problema deriva innanzitutto dalle scarse nevicate dello scorso inverno sugli altopiani, in particolare sul massiccio della Sila. Per questa ragione la Sorical, nei mesi scorsi, ha inviato una lettera ai Comuni, invitandoli a gestire al meglio l’acqua disponibile, evitando in primo luogo gli sprechi derivanti da un utilizzo impropri,o ma anche a vigilare sul fenomeno sugli allacci abusivi e a individuare e sanare eventuali perdite lungo le condotte.