Mare: lo stato di salute nei primi tre mesi stagione balneare

Lamezia Terme – Nei primi tre mesi dell’attuale stagione balneare i dati più significativi sullo stato di salute dei mari evidenziano una condizione di perfetta salute su quasi tutta la costa Jonica e parte della Tirrenica, e il permanere di una condizione non buona caratterizzata dall’alternarsi di giorni di mare sporco e giorni di mare pulito su varie aree del Tirreno centro-settentrionale.
Il quadro complessivo emerge dai dati rilevati dall’Agenzia regionale per l’Ambiente preposta al monitoraggio ufficiale delle aree adibite alla balneazione, dalle principali AssociazioniAmbientaliste nazionali e sui social, ed evidenzia inoltre un generale miglioramento rispetto al passato. Tra i vari dati emersi non possono essere sottovalutati:
1) Il primo maggio giorno di apertura della stagione balneare, i dati delle analisi e classificazioni ufficiali delle acque di balneazione fatte dall’Arpacal e pubblicate il 13 marzo con Decreto n.2666 delSettore 7sul sito web della Regione mostrano il prevalere di un eccellente stato di salute sia del Tirreno che dello Jonio calabrese.
L’Arpacal ha certificato la qualità eccellente delle acque marine in corrispondenza di più 600 chilometri di costa calabrese, ben oltre il 90% dei circa 670 chilometri di costa adibita alla balneazione.
Prelievi, analisi e classificazioni effettuate dall’Arpacal documentano acque inquinate e classificate di qualità scarsa solo in corrispondenza di 21 aree che rappresentano meno del 2% di tutte le aree adibite alla balneazione in Calabria. Questi siti classificati con acque di qualità scarsa e con divieto temporaneo di balneazione riguardano: 13 tratti della provincia di Reggio Calabria, 5 tratti della provincia di Cosenza, 2 tratti della provincia Vibo Valentia e un tratto della provincia di Crotone. E corrispondono, come evidenziato al successivo punto 4)ai siti oggetto di una recentissima interrogazione al Parlamento europeo.
Gli stessi dati forniti dall’Arpacal evidenzianoserie criticità in particolare nella città di Reggio Calabria dove lunghi tratti di spiaggia sono vietati alla balneazione. Criticità riportate nel rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente e anche nel sito del Ministero della Salute che dopo un mese e mezzo dall’apertura della stagione balneare per le aree adibite alla balneazione nelle quattro città capoluogo di provincia evidenziava:
Catanzaro 8 aree di balneazione denominate: Bellino, Capitaneria di Porto, Case U.N.R.A., Palace Hotel, Palazzo Bianco, Ristorante Porto, TibiDabo, 200 MTa Nord F. Alli tutte balneabili;
Crotone una sola area denominata “a 500 MT a SUD Fiume Neto” temporaneamente vietata per inquinamento e le altre 19 aree di balneazione tutte balneabili.
Vibo valentia 8 aree di balneazione denominate (Fosso Industriale Porto Salvo, Lido La Capannina, Lido La Marinella, Lido la Vela, Lido Proserpina, Pennello e 200 MT a DX t. Trainiti tutte balneabili;
Reggio Calabria 25 aree destinate alla balneazione con 11 aree non balneabili per inquinamento e denominate: “Pellaro Lume”, “Lido Comunale Zerbi”, “Circolo Nautico”, “Lido Comunale Pontile N”, “Circolo Velico”, “Gallico Limoneto”, “Lido Comunale Pontile S”, “Pentimele”, “500 M a N Tott. Annunziata”, “Catona – Bar Reitano” e “Gallico-Lido Mimmo”.
Per tutto il mese di maggio questo quadro generale, nonostante alcune variazione in peggio e,o in meglio sia sul Tirreno che sullo Jonio non è cambiato in base ai risultati ufficiali del monitoraggio eseguito dall’Arpacal.
Anche segnalazioni e foto di mare sporco inviate a giornali e social sono state di molto inferiori a quelli della stagione balneare precedente.
2) nel mese di Giugno le risultanze delle analisi Arpacal confermano nel complesso la situazione del mese precedente e si rileva anche la riduzione delle immagini e segnalazioni di mare sporco sui social. Gli stessi dati del monitoraggio Arpaca, assieme agli altri aspetti e specificità del patrimonio costiero della Regione sono delineati nelle anticipazioni del Rapporto sullo Stato di salute dei Mari degli Amici della Terra.
In controtendenza invece la posizione della regionenelle classifiche del mare illegale ed ecoreati di Legambiente. E in particolare la “CLASSIFICA DEL MARE ILLEGALE PER KM DI COSTA” pubblicata alle pagine 4 e 5 del Dossier Mare Monstrum dove la Calabria si trova al 12° posto e con un calo di ecoreati rispetto all’anno corso. In pratica nel Dossier con più ecoreati della Calabria per chilometri di costa, sono indicate undici regioni tra cui: – l’Emilia Romagna al 4° posto, il veneto al 5° posto, l’Abruzzo al 6° posto,la Liguria al 9° posto e il Friuli Venezia Giulia al 10° posto.
3) Anche nel mese di Luglio le analisi dell’Arpacal, a parte qualche limitato caso, confermano il quadro d’inizio stagione e un complessivo miglioramento.
Il miglioramento della condizione dei mari emerge anche dai dati rilevati da Goletta Verde in Calabria nello stesso mese di Luglio. In base alle analisi effettuate da Goletta Verde è emersa la diminuzione rispetto alla passata stagione balneare dei punti fortemente inquinati rilevati sulle spiagge calabresi. In pratica nei giorni scorsi su 24 punti esaminati da Goletta Verde sono stati rilevati solo 9 punti fortemente inquinati mentre lo scorso anno sempre su 24 punti monitorati ne risultavano 18, il doppio.
Sul significato e rilevanza di questa diminuzione va considerato che i punti di prelievo e analisi di Goletta Verde avvengono solo in alcune delle aree non adibite alla balneazione e con divieto permanente di balneazione per inquinamento.
E quindi il dato più rilevante è che in 15 punti non adibiti alla balneazione in corrispondenza delle foci con divieto permanente di balneazione Goletta Verde ha rilevato che l’acqua marina è idonea alla balneazione secondo la normativa vigente.
Particolarmente significativo èil prelievo effettuato dai tecnici di Goletta Verde alla foce del Fiume Crati a Cassano allo Jonio e che ha fornito parametri che rientrano nei limiti di legge per la balneazioneanche se “per un soffio”. Un dato non da poco se si considera che si tratta del più grande e importante corso d’acqua della regione e che ovunque nel BelPaesein corrispondenza delle foci dei fiumi esiste il divieto permanente per inquinamento.

Alla rilevanza di questi dati è da aggiunge ancheil fatto che i punti fortemente inquinati rilevati in Calabria sono di meno di quelli rilevati dalla stessa Goletta Verde nella regione Liguria che ha molto meno della metà delle spiagge della Calabria. D’altra parte è da considerare che Goletta Verde rileva solo alcune delle tante criticità e aree con mare inquinato. L’insieme delle aree non adibite alla balneazione con divieto permanente di balneazione, come le cause e rimedi evidenziati ogni anno nei Rapporti sullo Stato di Salute dei mari calabresi degli Amici Terra, sono evidentemente molti di più dei 24 monitorati da Goletta Verde e riguardano com’è noto alcune decine di chilometri.

In corrispondenza di tutte queste aree non sono ancora esposti i cartelli con le dovute informazioni sulla qualità delle acque e sulle specificità e criticità di ogni singolo tratto di litorale. Cartelli necessari per evidenziare sia le eccellenze dei circa 670 Km di spiagge naturali adibite alla balneazione con le acque più trasparenti e i fondali più sani della Penisola sia per impedire danni alla salute in corrispondenza dei tratti non adibiti alla balneazione localizzati alle foci inquinate dei fiumi, zone industriali, scogliere e porti con divieto di balneazione permanente per una lunghezza complessiva di circa 45 chilometri.
Queste carenze informative e i rischi per la salute dei bagnanti evidenziate negli ultimi quindici anni
nei Rapporti annuali degli Amici della Terra continuano anche nell’attuale stagione balneare.A giugno gli Amici della Terra enelle scorse settimane anche Goletta Verde haannotato “che la cartellonistica in spiaggia è inesistente anche se obbligatoria da tre anni per i comuni costieri. E che “in nessuno dei 24 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde hanno avvistato i cartelli informativi previsti dalla normativa, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi 4 anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa.”

Altra novità è rappresentata dal fatto che il 19 luglio a bordo di Goletta Verde i sindaci della costa degli Achei e l’Assessore regionale alla Tutela Ambientale Rizzo hanno firmato il “Manifesto sulla tutela e valorizzazione degli ecosistemi costieri della Calabria” promosso da Legambiente anche in considerazione del fatto che anche la costa ionica della Calabria mostra un elevato grado di biodiversità, essendo presenti habitat dunali, acquatici, igrofili, di prateria, fino a quelli di tipo forestale di maggiore complessità ecologica.

4) Una conferma indiretta del miglioramento dello Stato di Salute dei mari della Calabria nel contesto più generale del Belpaese emerge anche dai dati relativi alla stagione 2016 riportati nelle recentissime interrogazioni al parlamento europeo di due eurodeputate del movimento 5 stelle della Calabria e dell’Abruzzo. Significativo in proposito quanto emerge dal semplice confronto tra numero di siti con acque inquinate e classificate di qualità scarsa e il numero di chilometri di costa disponibile nelle due regioni. I siti con acqua marina classificata di qualità scarsa indicati dalla due eurodeputate sono 15 sui 126 chilometri di costa per l’Abruzzo e 20 su 716 chilometri di costa per la Calabria.
Va ribadito che gli stessi siti con acque scarse sono quelli contenuti nel Decreto sulle acque di balneazione

Sulla rilevanza del patrimonio costiero della Calabria va ribadito che la lunghezza delle spiagge adibite alla balneazione in Calabria è superiore a quella complessivamente di sette regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Marche e Basilicata.
Tra le specificità del patrimonio costiero della Calabria da non oscurare ci sono gli assetti idro-geomorfologici che favoriscono la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre. La straordinaria biodiversità e le specificità degli ecosistemi presenti nelle acque del Tirreno e dello Jonio della regione sono testimoniate, tra l’altro, dall’elevato numero di specie marine rare sottoposte a protezione da Direttive europee e dalla Convenzione di Rio de Janero. Tra le specie marine protette:13 Mammiferi; 14 Molluschi; 7 Crostacei; 8 Squali; 5 Rettili marini; 4 Echinodermi; 5 Spugne; 6 Antozoi; 6 Pesci e oltre 45 Uccelli marini. La specificità e abbondanza del Corallo rosso e bianco del Tirreno reggino e dei Cavallucci marini dello Jonio catanzarese non esiste in nessun’altra regione d’Italia e del Mediterraneo. La ricca geodiversità della regione ha, tra l’altro, favorito una rilevante varietà di spiagge naturali formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche e specificità rare come gli ammassi granitici dello Jonio e del Tirreno calabrese generati dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche della Sardegna dalle quali sono stati separati a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre iniziati milioni di anni fa e ancora in atto nel Tirreno.
Varietà di terre e acque ricche di minerali e sostanze che alimentano una grande varietà di vegetali e animali e anche di quei preziosi prodotti enogastronomici presi in considerazione dal New York Times per inserire la Calabria tra i luoghi da visitare nel 2017.
Oltre alla grande varietà di preziosi aspetti naturalistici, paesaggistici ed ambientali in corrispondenza dei circa 716 chilometri di fascia costiera della Calabria esiste un rilevante e unico patrimonio archeologico a partire dai manufatti risalenti al Paleolitico di Casella di Maida nel Golfo di Sant’Eufemia e del Neolitico di Favella della Corte nella Piana di Sibari a seguire con i resti databili tra l’ VIII ed il V secolo a.C. dei centri abitati della Magna Grecia.
Accendere i riflettori sulle specificità della bio e geodiversità che caratterizzano gli assettiidrogeomorfologici dei litorali e del patrimonio costiero può stimolare le attività e gli interventi per mantenere il mare sempre pulito e per porre fine ai danni provocati dall’erosione costiera, dalle alluvioni e crolli provocati da eventi naturali prevedibili come le correnti marine, mareggiate e pioggia.
Il prezioso patrimonio costiero disponibile, con le ricche specificità alle quali si è fatto cenno, può e deve essere tutelato e valorizzato attraverso interventi e atti concreti dall’insieme delle classi dirigenti locali e nazionali. A partire dagli interventi per l’eliminazione degli scarichi a mare e la nomina del “commissario unico sulla depurazione con poteri straordinari” e con le “disponibilità economiche adeguate” annunciate dal Ministro dell’Ambiente il 21 marzo scorso in Parlamento in occasione della celebrazione della giornata mondiale dell’acqua.
Geologo Mario Pileggi del Consiglio Nazionale Amici della Terra