‘Ndrangheta: vescovo, isolamento santuario Polsi favorisce i clan

Reggio Calabria – “Liberare Polsi dal suo stato di isolamento. Il santuario e’ raggiungibile attraverso strade impervie e pericolose. Ogni anno qualche fedele ha subito qualche incidente. E credo che solo la protezione di Maria abbia impedito che sia stato mortale. Dei collegamenti telefonici e informatici non e’ il caso di parlare. Da piu’ parti e’ stato osservato e scritto sui giornali che il territorio di Polsi e’ stato un territorio molto frequentato dalla ‘ndrangheta. Pochi hanno pensato che cio’ fosse favorito proprio dall’impraticabilita’ del luogo”. Lo ha detto oggi, in occasone dell’omelia pronunciata in occasione della festa della Madonna della Montagna, mons. Francesco Oliva, vescovo della diocesi Locri-Gerace.
Secondo tradizione, il santuario, situato nel comune aspromontano di San Luca, sarebbe ogni anno, in occasione della festa, scenario di summit dei boss della ‘ndrangheta provenienti da tutta la Calabria che vi si riuniscono per definire le loro strategie. “Una cosa – ha detto – mi sembra scontata: l’isolamento di un territorio favorisce le attivita’ della criminalita’. La storia insegna che laddove lo Stato non fa sentire la sua presenza attraverso interventi importanti, servizi ed opere di sviluppo del territorio, la mafia e’ sempre presente e comanda al suo posto”.

Allora, secondo mons. Oliva, la prima urgenza “e su questo – ha detto – mi sembra di cogliere una convergenza tra le istituzioni, dopo la visita al santuario del ministro dell’Interno, Marco Minniti, e’ liberare Polsi dal suo stato di isolamento. Dando priorita’ alla realizzazione di una nuova strada o alla sistemazione al meglio di quelle esistenti attraverso un intervento importante. Il Santuario si e’ sempre attivato con i propri mezzi, per limitare i disagi e rendere percorribili le strade esistenti. Ma oggi – ha spiegato mons. Oliva – non bastano piu’ i rattoppi annuali, con continui dispendi di risorse economiche. Occorrono interventi strutturali di una certa importanza. Credo (ma penso di non sbagliarmi) che il santuario di Polsi per la sua importanza e notorieta’ sia l’unico a non avere una strada di accesso veramente percorribile”. Mons. Oliva si e’ detto “convinto che liberare Polsi dal suo isolamento e’ un bene per tutti. Polsi e’ un santuario molto noto, direi tristemente noto, presenta – ha aggiunto – all’esterno l’immagine della Calabria. Perche’ essa non dev’essere l’immagine piu’ bella e positiva? Come chiesa cerchiamo di fare la nostra parte. Ma ora lo Stato deve fare la sua, progettando una strada che sia degna dei tanti pellegrini che la percorrono”.
Rivolto alle autorita’ presenti, mons. Oliva ha aggiunto: “Non dovrei essere io a dovervi dire che dal santuario passa un messaggio di speranza per tutta questa terra che troppo lamenta l’assenza delle istituzioni. Una strada per Polsi dal versante San Luca e dal versante Montalto lascerebbe passare un messaggio di fiducia nella vicinanza dello Stato a questo aspro monte”.