Sicurezza: Minniti;servono valori, meglio prevenire che reprimere

Reggio Calabria  – “Dio sa quanto c’e’ bisogno in questo momento di valori nella societa’ italiana”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nel corso del suo intervento alla cerimonia, tenuta nell’Universita’ Mediterranea di Reggio Calabria, di conferimento della laurea honoris causa al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Traendo spunto dall’intervento di ravasi, il ministro dell’Interno ha aggiunto: “Bilanciamento e’ prudenza, che sta nell’evocazione conclusiva della frase di Cesare Beccaria, che il cardinal Ravasi fa a chiusura della sua lectio magistralis, meglio prevenire che reprimere i reati. Io sono ministro dell’Interno – ha detto – considero quella la mia stella polare. Un sistema di sicurezza che funziona e’ un sistema di sicurezza che previene e non reprime. Naturalmente sa che a un certo punto deve reprimere, ma il principale punto di partenza e’ la prevenzione”. “Mi sono immaginato mentre lo ascoltavo – ha aggiunto Minniti – un percorso che nella mia testa ha quattro parole chiave. Il cardinal Ravasi parte dalla natura umana, che a mio avviso e’ l’inizio e la fine di ogni ragionamento. E’ il cuore della nostra esistenza. La natura umana e’ fondata su un principio, del riconoscimento reciproco. Oggi questo principio e’ cosi’ scontato? O non c’e’ in mezzo una gigantesca questione. Quel che rende piu’ difficile questo riconoscimento. Abbiamo il tema della natura umana e del riconoscimento reciproco che e’ separato da un sentire, da un sentirsi, da un sentimento, perche’ la paura e’ tutto questo”.

 

“Non e’ una questione nuova – ha ricordato il ministro dell’Interno – nella storia dell’uomo. Nel secolo scorso un grande storico olandese, Johan Huizinga, affronto’ apertamente questo tema, eravamo nella fase del passaggio tra la prima e la seconda guerra mondiale, si stavano avverando le profezie dei totalitarismi in Europa, fascismo, nazismo. Huizinga era molto preoccupato di questo e scrisse un libro splendido, titolato in Italia “La crisi della civita’”, e il cui titolo vero era “La paura del domani”. L’inizio del libro – ha puntualizzato Minniti – e’ folgorante: “Noi viviamo in un mondo ossessionato. E lo sappiamo”. Vi sembra una frase molto antica? Non la potremmo prendere di peso e trasportarla nella nostra fase? Il punto cruciale, tuttavia, e’ questo: si puo’ vivere in un mondo ossessionato rimanendo paralizzati di fronte all’ossessione? Si puo’ vivere di fronte alla paura, con un duplice sentimento, o di rimanere folgorati dalla paura o di approcciarsi alla paura con l’atteggiamento biasimevole di chi pensa che la paura sia un sentimento poco nobile. In una democrazia – ha sottolineato – compito delle istituzioni democratiche e’ stare vicino a quelli che hanno paura, ascoltarli, per liberarli dalle paure. Compito vero di una democrazia non e’ biasimare chi ha paura, e’ stargli vicino per liberarlo dalle sue ossessioni. Puo’ sembrare singolare – ha detto – ma io considero anche questo una piccola guida per il ministro dell’Interno italiano”.