Codice Antimafia,giro di vite su corrotti e terroristi

Roma  – Diventa legge il nuovo Codice Antimafia, che introduce novita’ rilevanti, in particolare sul fronte del sequestro dei beni. Con le nuove norme, infatti, le misure di prevenzione come la confisca dei beni si applicano non piu’ solo ai mafiosi ma anche a chi ha commesso reati di corruzione, concussione, terrorismo e stalking. Infine, si introduce un giro di vite sulle parentopoli. In sostanza, la normativa che finora riguardava solo i mafiosi d’ora in avanti avra’ un piu’ ampio spettro d’azione.
Questi i punti cardine della riforma:

– CORROTTI E TERRORISTI COME MAFIOSI: Si allarga il perimetro dei possibili destinatari cui possono essere applicate le misure di prevenzione personali e di natura patrimoniale: da un lato a chi e’ indiziato di terrorismo o di assistenza agli associati a delinquere e dall’altro a chi e’ indiziato di associazione a delinquere finalizzata ad alcuni gravi delitti contro la pubblica amministrazione, tra cui peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilita’.

– NUOVE NORME ANCHE PER GLI STALKER: Le misure di prevenzione sono applicabili anche agli indiziati di stalking.

– PROCEDIMENTI DI PREVENZIONE GARANTITI E CON TEMPI CERTI: Il procedimento di applicazione delle misure di prevenzione e’ reso piu’ trasparente, garantito e veloce (trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti, copertura immediata delle vacanze, relazioni periodiche sull’operativita’ delle sezioni, utilizzo delle videoconferenze, immediata decisione sulle questioni di competenza). Si introduce la distrettualizzazione delle misure di prevenzione prevedendo sezioni o collegi distrettuali specializzati, mentre il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e’ inserito tra i soggetti titolari del potere di proposta delle misure di prevenzione. E’ peraltro meglio definito il coordinamento tra le figure dei proponenti. Ai fini delle indagini patrimoniali tutti i titolari del potere di proposta di prevenzione avranno accesso al Sid, al sistema di interscambio flussi dell’Agenzia delle entrate.

– SEQUESTRO PIU’ EFFICACE: Il sequestro di partecipazioni sociali ‘totalitarie’ si estende a tutti i beni aziendali. A provvedere materialmente al sequestro sara’ ora la polizia giudiziaria (non piu’ l’ufficiale giudiziario). Se il bene immobile e’ occupato senza titolo, il giudice delegato ordina lo sgombero. Gli immobili, tra l’altro, potranno anche essere concessi in locazione alle forze di polizia o alle forze armate e ai vigili del fuoco.

– CONFISCA RAFFORZATA: E’ stabilito espressamente che non si puo’ giustificare la legittima provenienza dei beni adducendo che il denaro utilizzato per acquistarli e’ frutto di evasione fiscale. Se il tribunale non dispone la confisca, puo’ nel caso applicare l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. E’ ampliato l’ambito di applicazione di sequestro e confisca per equivalente, mentre la confisca allargata diventa obbligatoria anche per alcuni ecoreati e per l’autoriciclaggio e trova applicazione anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l’ha subita. In caso di revoca della confisca, la restituzione del bene avviene per equivalente se nel frattempo sia stato destinato a finalita’ di interesse pubblico.

– CONTROLLO IMPRESE INFILTRATE: E’ introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussiste il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l’attivita’. Il controllo giudiziario, previsto per un periodo che va da un anno a tre anni, puo’ essere chiesto volontariamente anche dalle imprese che abbiano impugnato l’informazione antimafia interdittiva di cui sono oggetto. Una volta disposto, gli effetti dell’interdittiva restano sospesi.

– ESTENSIONE AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA: L’amministrazione giudiziaria di beni e aziende sara’ possibile anche in presenza di indizi da cui risulti che il libero esercizio di attivita’ economiche agevola l’attivita’ dei soggetti colpiti da una misura di prevenzione patrimoniale o che abbiano comunque in corso un procedimento penale per specifici delitti di mafia o gravi reati contro la Pa. La durata raddoppia, con possibile proroga per un periodo comunque massimo di due anni. Alla scadenza, puo’ essere revocata e trasformata in controllo giudiziario. L’amministratore giudiziario esercita tutti i poteri che spettano ai titolari.

– TRASPARENZA IN INCARICHI AD AMMINISTRATORI GIUDIZIARI: Dovranno essere scelti tra gli iscritti all’apposito Albo secondo regole di trasparenza che assicurino la rotazione degli incarichi, al ministro della Giustizia spettera’ individuare criteri di nomina che tra l’altro tengano conto del numero degli incarichi in corso (comunque non superiori a 3). Gli amministratori di aziende sequestrate vanno scelti tra gli iscritti all’Albo come esperti di gestione aziendale. Se la gestione dei beni sequestrati e’ particolarmente complessa, il tribunale puo’ nominare piu’ amministratori giudiziari. E puo’ anche nominare, nei sequestri di aziende di particolare interesse socio-economico, esperti iscritti all’Albo indicati tra i suoi dipendenti da Invitalia Spa (societa’ interamente partecipata dal Mise). In tal caso l’incarico non sara’ retribuito.

– STOP A PARENTOPOLI NEGLI INCARICHI: Non potranno piu’ assumere l’ufficio di amministratore giudiziario, coadiutore o diretto collaboratore il coniuge, i parenti e gli affini, i conviventi o i commensali abituali del magistrato che conferisce l’incarico. Il governo poi e’ delegato a disciplinare un regime sistematico di incompatibilita’ da estendere ai curatori fallimentari vietando di nominare chi abbia rapporti di parentela, affinita’, convivenza e comunque assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell’ufficio giudiziario che conferisce l’incarico.

– TEMPI CERTI PER RECUPERO A LEGALITA’ AZIENDE SEQUESTRATE: Entro 3 mesi dalla nomina l’amministratore giudiziario dovra’ presentare una relazione che evidenzi le concrete possibilita’ di prosecuzione dell’attivita’ allegando un piano e censendo creditori e lavoratori impiegati. In mancanza di prospettive, l’impresa sara’ liquidata o cessera’ l’attivita’ secondo modalita’ semplificate.

– SOSTEGNO ECONOMICO AD AZIENDE CONFISCATE MERITEVOLI: Le aziende sequestrate per il proseguimento dell’attivita’ potranno contare su apposite sezioni del Fondo di garanzia (3 milioni di euro all’anno) e del Fondo per la crescita sostenibile (7 milioni di euro all’anno) istituite dalla legge di stabilita’ 2016. Il governo e’ poi delegato a individuare altre misure a sostegno dell’occupazione. Al fine di favorire la continuita’ produttiva saranno anche istituiti tavoli provinciali permanenti presso la prefettura con i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni datoriali e dei lavoratori ed e’ previsto il supporto tecnico a titolo gratuito di imprenditori del settore che matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell’azienda.

– TERZI IN BUONA FEDE PIU’ TUTELATI: Sono garantiti i diritti dei terzi in buona fede che risultano da atti anteriori al sequestro. L’amministratore giudiziario puo’ essere autorizzato a pagare subito i ‘creditori strategici’ a beneficio della continuita’ aziendale. La tutela dei terzi creditori e’ peraltro disciplinata in modo piu’ funzionale per cio’ che riguarda domande di ammissione del credito, tempi di accertamento e udienza di verifica ed eventuale vendita dei beni a confisca definitiva per il pagamento dei creditori ammessi. Nell’elenco dei creditori in vista dell’udienza di verifica va inserito anche chi vanta un diritto di godimento o garanzia. Chi ha un diritto di garanzia sul bene in sequestro puo’ intervenire nel procedimento di prevenzione patrimoniale.
Segnalazione banche colluse. Si fa piu’ rigorosa la disciplina dei presupposti che consentono alla banca titolare di ipoteca sul bene confiscato di ottenere parte di quanto prestato. Se in corso di verifica alla banca che vanta un credito non e’ riconosciuta la buona fede, il decreto che rigetta la domanda di ammissione al credito deve essere comunicato alla Banca d’Italia.

– RESTYLING E RAFFORZAMENTO AGENZIA BENI CONFISCATI: L’Agenzia nazionale resta sotto la vigilanza del ministero dell’Interno ma vengono ridefiniti i compiti, con particolare riferimento allo scambio di flussi informativi. Il direttore, scelto tra specifiche figure professionali, non necessariamente dovra’ essere un prefetto, e presiedera’ il Comitato consultivo di indirizzo, un nuovo organo interno che esprime pareri e presenta proposte. L’Agenzia ha competenza, dopo la conferma della confisca in sede di appello, tanto sui sequestri di prevenzione quanto su quelli penali. Al riguardo, nel ridefinirne i compiti, viene potenziata l’attivita’ di acquisizione dati e valorizzato il ruolo in fase di sequestro con l’obiettivo di consentire un’assegnazione provvisoria dei beni e delle aziende e la funzione di assistenza all’autorita’ giudiziaria nella gestione del bene fino alla confisca definitiva. L’Agenzia puo’ destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.

 

Codice antimafia: Marcon, a favore legge ambiziosa
“Sinistra Italiana-Possibile vota a favore del Codice Antimafia. Un voto che ci da ulteriori responsabilita’ ma che ci permette di svolgere un ruolo piu’ efficace nella lotta alle mafie, rappresentando finalmente la parte piu’ sana di questo Paese. Le mafie mutano, cambiano, tendono ad adattarsi ai nuovi scenari, ad aggirare le leggi. Le leggi devono seguirne i mutamenti e stare al passo e anzi, stare un passo avanti. I numerosi punti qualificanti di questa riforma offrono una grande spinta alla lotta e al contrasto contro le mafie e il crimine organizzato”, afferma in Aula a Montecitorio il capogruppo di Sinistra Italiana-Possibile, Giulio Marcon, nel corso della dichiarazione di voto sul Codice Antimafia. “La riforma del codice antimafia, su cui le Camere stanno lavorando ormai da 4 anni, e’ uno degli obiettivi piu’ ambiziosi di questo Parlamento – prosegue – C’e’ urgenza di varare il nuovo codice anche per dare il tempo al governo di esercitare la sua delega. Ma soprattutto abbiamo il dovere di rispondere alle associazioni antimafia, Libera, Arci, SOS impresa, Acli, Centro Studi Pio La Torre, che da tempo, anche con la presentazione di una legge di iniziativa popolare, hanno chiesto al Parlamento di approvare rapidamente il nuovo codice antimafia. E oggi – conclude Marcon – il nuovo Codice Antimafia e’ legge”.

 

Codice Antimafia: Bindi, un buon risultato e bel regalo al Paese
“Un buon risultato e un bel regalo al Paese. Sono soddisfatta e a nome della Commissione Antimafia ringrazio i parlamentari che hanno permesso di concludere con successo un lungo e impegnativo percorso legislativo”. E’ il commento di Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, all’approvazione finale del nuovo Codice Antimafia. Da L’Aja, dove si trova in missione con una delegazione della Commissione, Bindi sottolinea che “fin dall’inizio della legislatura avevamo messo in cima all’agenda dei nostri lavori una profonda revisione del Codice Antimafia. A questo obiettivo abbiamo dedicato la nostra prima Relazione e poi una organica proposta di riforma che e’ diventata il testo base del nuovo Codice approvato oggi”. Per Bindi “la Commissione ha dato un impulso decisivo a rafforzare tutto il sistema delle misure di prevenzione patrimoniale. Il nuovo Codice rende piu’ garantista e trasparente la fase del sequestro e della confisca dei beni mafiosi e piu’ efficace il ruolo dell’Agenzia nazionale. Siamo intervenuti con importanti innovazioni legislative per regolare i criteri di nomina e gli incarichi degli amministratori giudiziari; per rafforzare la tutela dei lavoratori in buona fede delle aziende in modo da assicurare la regolarizzazione dei contratti fittizi o al nero; per potenziare le risorse e le competenze dell’Agenzia per rendere piu’ veloce la destinazione finale dei beni. La lotta alle mafie non puo’ rinunciare a colpire i patrimoni accumulati illecitamente dai mafiosi”. La presidente dell’Antimafia aggiunge che il crimine organizzato “sempre piu’ spesso si serve della corruzione per accrescere la propria capacita’ di manovra e di infiltrazione nell’economia legale e dobbiamo dotarci di strumenti sempre piu’ incisivi per contrastare diffusi comportamenti criminali. Non e’ un caso se il ricorso a questo strumento e’ stato via via esteso anche ad altri reati, dalla tratta al caporalato, dalla corruzione all’evasione fiscale continuativa e seriale”.

 

Codice Antimafia: Mirabelli (Pd), temano solo mafiosi e corrotti
“Oggi e’ una bella giornata per la lotta alla mafia, l’approvazione della riforma del Codice Antimafia da’ piu’ forza al contrasto della criminalita’ organizzata, colpisce l’indissolubile rapporto tra mafie e corruzione e risponde alle tante domande che in questi anni abbiamo riscontrato per il miglioramento della gestione die beni confiscati. E’ un provvedimento al quale il Parlamento e la Commissione Antimafia hanno lavorato per gran parte di questa legislatura, con l’apporto di tante associazioni e che ha ricevuto il contributo decisivo dei magistrati che si occupano delle misure di prevenzione patrimoniali. Voglio tranquillizzare chi continua inspiegabilmente a presentarlo come un provvedimento liberticida, gli unici che devono temere questa legge sono i mafiosi e i corrotti. E’ un provvedimento costruito dalla buona politica per tutti i cittadini onesti di questo Paese”. Lo dice il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia.

 

Codice antimafia: Camusso, risultato importante per democrazia
“L’approvazione del nuovo Codice antimafia e’ un risultato importante per la democrazia del nostro Paese” Lo afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. “Un risultato – aggiunge il leader della Cgil – frutto di una discussione approfondita che parte da un’iniziativa popolare ‘Io Riattivo il Lavoro’ promossa dalla Cgil attraverso il coinvolgimento di un vasto schieramento di associazioni e di un costante e quotidiano lavoro di sensibilizzazione e di lotta alla criminalita’ organizzata”.
“Un risultato importante – conclude Camusso – che, ci auguriamo, potra’ agevolare il contrasto a due fenomeni come quelli delle mafie e della corruzione che rappresentano un cappio al collo per la democrazia, lo sviluppo economico e la creazione di buona occupazione nel nostro Paese”.

 

Codice Antimafia: Finocchiaro, importante per cultura legalita’
“La riforma del Codice antimafia consentira’ finalmente di riutilizzare in maniera piu’ rapida ed efficiente i beni confiscati alla criminalita’ organizzata, cosi’ come chiesto da numerose associazioni che operano in tutta Italia. Al di la’ degli effetti pratici che cio’ comporta, e’ importante il valore simbolico che assumera’ nell’opinione pubblica il fatto stesso di vedere beni e aziende precedentemente in mano alla mafia rivivere in nome della cultura della legalita’”. Lo afferma la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, dopo l’approvazione definitiva alla Camera delle nuove norme.
“Naturalmente, sara’ importante monitorare gli effetti dell’applicazione della legge – spiega la ministra – ma il risultato di oggi non poteva essere messo in discussione da tardive perplessita’, seppur provenienti da fonti autorevoli e degne di considerazione”. “Trentacinque anni dopo, la legge Rognoni-La Torre puo’ rinnovare la propria efficacia, opportunamente adeguata alle esigenze del tempo: questo risultato non puo’ che renderci soddisfatti”, conclude Finocchiaro.

 

Codice Antimafia: sindacati e associazioni, deciso passo avanti
L’approvazione della riforma del Codice antimafia “costituisce un atto di responsabilita’ politica importante, un deciso passo migliorativo nell’azione di prevenzione e di contrasto alle mafie e alla corruzione. Fenomeni che minacciano da troppo tempo la nostra democrazia, la nostra sicurezza e che sottraggono ingenti risorse alla collettivita’, impedendo uno sviluppo economico e sociale, sano e diffuso, in tutto il nostro Paese”. Lo scrivono in una nota congiunta i sindacati Cgil, Cisl e Uil e ele associazioni Acli, Arci, Avviso Pubblico, Centro studi Pio La Torre, Legambiente, Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie, Sos Impresa.
“Siamo consapevoli che non e’ stato ne’ semplice ne’ facile giungere all’approvazione di questo provvedimento”, scrivono, “la sua gestazione e’ durata quattro anni, un tempo nel quale diverse organizzazioni sindacali, dell’associazionismo e della cooperazione hanno dato vita alla campagna nazionale ‘Io riattivo il lavoro’ per promuovere una legge di iniziativa popolare. Un tempo in cui si e’ registrato un contributo significativo della Commissione parlamentare antimafia e del Consiglio superiore della magistratura, in cui si sono moltiplicate le discussioni pubbliche, i dibattiti parlamentari e gli interventi sui giornali. Non dimentichiamo le obiezioni e le osservazioni critiche, alcune fondate e legittime, altre legate a tecnicismi e opportunismi, che hanno accompagnato la discussione del provvedimento”.

 

E ancora: “Il testo che oggi e’ diventato legge rafforza alcuni strumenti gia’ esistenti – come ad esempio l’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati – ma, soprattutto, migliora la normativa riguardante l’aggressione ai patrimoni criminali e illegali, tenendo conto dell’esperienza applicativa e di alcune criticita’ che si sono manifestate recentemente sul versante della destinazione e gestione dei beni e delle aziende confiscate alle mafie. L’espropriazione delle ricchezze alle organizzazioni criminali e ai corrotti, insieme alla loro restituzione alla collettivita’, costituiscono lo strumento piu’ concreto per dimostrare che le mafie e la corruzione sono fenomeni che possono essere affrontati e debellati, che lo Stato e’ presente e autorevole, che si possono rigenerare e riconoscere i diritti fondamentali, a partire da quello del lavoro e della sicurezza, laddove per lungo tempo essi sono stati negati”. Un ringraziamento particolare, concludono i rappresentanti di sindacati e associazioni, “va a tutti i parlamentari che con impegno, competenza, passione e tenacia hanno presentato, discusso e, quando si e’ reso necessario, hanno anche difeso il provvedimento, sino a permetterne la sua odierna approvazione. Nel 25esimo anniversario delle stragi di Capaci e di via d’Amelio e nel 35esimo anniversario dell’approvazione della leggeRognoni-La Torre non poteva esserci modo migliore per onorare tutte le vittime innocenti delle mafie”.