Codice antimafia: Bova, Pio La Torre ne sarebbe felice

Reggio Calabria – Il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova, in una dichiarazione, esprime “soddisfazione per l’approvazione della Camera dei Deputati in via definitiva del nuovo Codice antimafia, una delle piu’ belle pagine di antimafia vera scritte nella storia del Parlamento italiano. Importantissime novita’ – dice Bova – vengono introdotte in materia di beni confiscati e sul loro riuso a fini sociali. Ma assume un valore illuminante l’estensione della normativa in materia di beni confiscati ai condannati per reati di mafia – sottolinea Arturo Bova – anche ai condannati per reati in materia di corruzione. Finalmente si fa sul serio. I beni accumulati con la corruzione saranno infatti confiscati e restituiti alla collettivita’ ingiustamente defraudata. Il fenomeno della corruzione dilagante, considerato ormai l’altra faccia del fenomeno mafioso, finalmente viene contrastato con uno strumento particolarmente efficace. Oggi l’indimenticabile on. Pio La Torre sarebbe particolarmente felice. Possiamo dire con orgoglio che abbiamo la normativa piu’ avanzata e che ha gia’ raccolto l’ammirazione del mondo intero. Certo non potra’ passare inosservata la circostanza che la legge sia stata approvata grazie ai voti di PD, MDP e SI e che abbiano votato contro Forza Italia e Movimento 5 Stelle, mentre la Lega Nord si e’ astenuta. La divaricazione netta del voto parlamentare – ha detto ancora Bova – conferma che sui grandi temi di fondo della societa’, la differenza tra centrodestra e centrosinistra c’e’, eccome! Non si tratta di dispute ideologiche, come spesso viene affermato con superficialita’, ma di due modi diversi di affrontare un dato storico endemico della societa’ italiana, come la corruzione, il cui costo non mina soltanto le finanze dello Stato, ma incide ormai in maniera preponderante sulle coscienze e sulla qualita’ della vita di milioni di cittadini e migliaia di imprese senza santi in paradiso o con alle spalle boss mafiosi, e destabilizza la coesione sociale del Paese”.