Locri ricorda Francesco Fortugno a dodici anni dall’omicidio

Locri – E’ stato celebrato a Locri il dodicesimo anniversario dell’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre del 2005. L’evento ha preso il via con la deposizione di una corona d’alloro a Palazzo Nieddu Del Rio dove avvenne l’agguato, seguita dalla messa nella cappella dell’ospedale cittadino celebrata dal vescovo mons. Francesco Oliva e dall’evento “Tracce di legalità”.

 

Fortugno: 5 colpi di pistola nel seggio dell’Unione
Ucciso con cinque colpi di pistola nel seggio per le primarie dell’Unione: l’omicidio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, rappresenta uno dei momenti piu’ drammatici della vita politica calabrese.
Era il 16 ottobre 2005 quando Fortugno venne ucciso a Locri, nell’androne di Palazzo Nieddu, con cinque colpi di pistola calibro 9. Un agguato in piena regola, compiuto con estrema freddezza, in un luogo affollato nel centro cittadino, nella sede del seggio per le primarie, mentre Fortugno stava parlando con altre persone. L’esponente della Margherita aveva 54 anni e da pochi mesi era stato eletto in Consiglio regionale, decidendo di lasciare per un periodo di aspettativa il lavoro di primario nel pronto soccorso dell’ospedale di Locri. Ha lasciato due figli e la moglie, Maria Grazia Lagana’, che successivamente venne eletta parlamentare del Partito democratico. I processi scaturiti dagli arresti per il delitto Fortugno hanno portato nel 2012 alla prima decisione della Corte di Cassazione che ha confermato definitivamente le condanne all’ergastolo di Giuseppe Marciano’, Salvatore Ritorto e Domenico Audino. Il padre di Giuseppe Marciano’, Alessandro, e’ stato giudicato, nel 2014, con una sentenza della Cassazione che ha confermato il carcere a vita. Sentenze che hanno segnato il ruolo dei Marciano’ come mandanti, ma che non hanno spento le perplessita’ rispetto ad un livello superiore che avrebbe influito sul delitto. Perplessita’ che esistono ancora oggi, dodici anni dopo il delitto che stravolse la politica calabrese e non solo.

 

Fortugno: vescovo Locri, “questa terra ha bisogno di speranza”
La cappella dell’ospedale di Locri ha ospitato la messa celebrata dal Vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, in memoria di Francesco Fortugno. Alla funzione hanno preso parte tra gli altri anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette e i sottosegretari di Stato Gianpiero Bocci e Vito De Filippo.
Nel corso dell’omelia il presule ha ricordato la figura di Francesco Fortugno esprimendo l’auspicio che “la fede vada oltre il sangue versato. E’ necessario – ha proseguito mons. Oliva – che tutti si ritrovino uniti nello spirito della fede. Il dovere del ricordo agisca contro l’oblio. La memoria del sacrificio di Franco e’ un riferimento costante cosi’ come la sua voglia di cambiamento. Questo territorio ha urgente bisogno di un sussulto di umanita’, o ci si salva insieme o non ci si salvera’. E’ necessario andare oltre la logica individualistica dell’io. Il sangue versato da Franco Fortugno non sia vano. Il suo barbaro assassino ha segnato una stagione di violenza, ma la sua morte ha risvegliato il bisogno di riconciliazione e pace. Questa terra, la Locride, ha bisogno di orizzonti di speranza. Tracce di legalita’, il titolo che caratterizza questa giornata, segnala esattamente questa urgenza. Ma non basta il legalismo, serve maggiore senso di umanita’ e di responsabilita’. Il sacrificio di Franco Fortugno – ha concluso il vescovo – apra nuovi orizzonti nuovi per una umanita’ piu’ giusta”.

 

Fortugno: Del Sette, nel Sud forte presenza dello Stato
“Dopo l’omicidio di Franco Fortugno sono stati rafforzati i presidii sul territorio. Un impegno che ha continuato a crescere nel tempo e che oggi ci vede lavorare su vari fronti, consapevoli che siano necessari strutture, mezzi e personale qualificato”. Lo ha detto il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata, Tullio Del Sette Del Sette intervenendo nella Casa della cultura di Locri per l’evento “Tracce di legalita’” in memoria di Francesco Fortugno.
“In questo contesto – ha aggiunto – stiamo portando avanti progetto, che e’ prossimo alla realizzazione, per l’attivazione di numerose caserme sul territorio reggino. Tredici nuove strutture in sostituzione di quelle inefficienti o fatiscenti. Credo che siano queste le testimonianze migliori – ha concluso Del Sette – e le risposte concrete che occorre dare ai territori del Mezzogiorno dove e’ piu’ forte l’esigenza di essere presenti sul fronte del contrasto alla criminalita’ organizzata”.

 

Fortugno: Irto, la lotta alla ‘indrangheta cominicia dai giovani
“Oggi la Calabria si ferma per ricordare e riflettere sulla barbarie che ha strappato Franco Fortugno, un uomo perbene impegnato in politica, ai suoi cari e alla nostra comunita’. Un delitto che rappresento’ un attentato alla democrazia di questa terra ma che non produsse i propri effetti eversivi anche grazie alla mobilitazione spontanea di tantissimi ragazzi”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, intervenendo all’iniziativa ‘Tracce di legalita” organizzata a Locri a 12 anni dal delitto Fortugno. Irto ha aggiunto: “La lotta alla ‘ndrangheta comincia dai giovani e dalla promozione di una cultura della legalita’. Una lotta che e’ una priorita’ nazionale – ha aggiunto il Presidente – come dimostra l’eccellente lavoro di forze dell’ordine, magistratura e degli organi di governo, testimoniato dall’azione del ministro dell’Interno, Marco Minniti. Guardare all’esempio di Franco Fortugno – ha concluso il presidente del Consiglio regionale – significa rilanciare l’impegno della politica e della societa’ civile per un riscatto autentico che si fondi sul ripudio del consenso mafioso, sulla riaffermazione del valore delle liberta’ democratiche e sull’impegno collettivo per il bene comune”.

 

 

Fortugno: De Filippo, scuola indispensabile contro criminalita’
– “La memoria e’ un luogo fertile che non muore mai”. E’ quanto affermato dal sottosegretario di Stato del ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, Vito De Filippo, intervenendo nella Casa della Cultura di Locri per l’evento “Tracce di legalita’” in memoria di Francesco Fortugno. “La giornata di oggi e’ estremamente importante in questa direzione, perche’ indica una strada molto bella per queste comunita’, fatta di esempio che in alcuni momenti e’ addirittura piu’ incombente di quando una persona e’ in vita. Quelle comunita’ che sanno conservare e accudire la memoria hanno davanti a loro un futuro straordinario. La scuola ha un ruolo centrale in questo progetto promosso dalla famiglia Fortugno e cio’ e’ estremamente significativo. E’ la scuola, infatti, il luogo ideale per contrastare l’anticultura mafiosa fatta di silenzi e omerta’, grazie alla parola, alla cultura e alla conoscenza. Gli stessi elementi – ha concluso De Filippo – che caratterizzano il percorso nato a Locri nel segno di Franco Fortugno”.

 

 

Fortugno: Bocci, zona grigia alimenta criminalita’ organizzata
“L’omicidio di Franco Fortugno segna uno spartiacque per questo territorio, ovvero il

Giampiero Bocci

Giampiero Bocci

risveglio di una coscienza nuova e di un nuovo impegno civile”. E’ quanto ha detto il Sottosegretario di Stato del ministero dell’Interno, Gianpiero Bocci, intervenendo nella Casa della Cultura di Locri per l’evento “Tracce di legalita’” in memoria di Francesco Fortugno.
“I delitti di mafia ha aggiunto – non sono solo fenomeni riconducibili alle organizzazioni criminali. Troppi silenzi e troppe complicita’ hanno favorito l’espansione del crimine e del malaffare. L’esempio di Franco e’ quello delle persone che hanno deciso di stare dalla parte dello Stato. Per troppo tempo donne e uomini hanno fatto finta di non vedere o hanno deciso di stare in mezzo. Oggi noi ribadiamo la necessita’ di stare dalla parte giusta. Il pericolo piu’ grande arriva proprio da chi decide di stare in mezzo alimentando quella zona grigia da cui trae forza la malapianta della criminalita’ organizzata. E non potra’ esserci mai investimento davvero efficace – ha concluso Bocci – se non ci sara’ un risveglio culturale radicale rispetto a quanto abbiamo visto negli anni passati”.

 

 

Fortugno: Cgil, in campo con chi pretende un futuro migliore
Nell’inviare un messaggio di vicinanza alla moglie Maria Grazia e all’intera famiglia Fortugno e onorare la memoria del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, il segretario della Cgil di Reggio Calabria – Locri, Gregorio Pititto, “attraverso questa triste ricorrenza, vuole onorare le speranze e le attese di questa terra, e in particolare dei suoi giovani. L’omicidio politico-mafioso di Franco Fortugno, avvenuto dodici anni fa – aggiunge Pititto – rappresento’ uno spartiacque. E’ stato il segno per il modo efferato e audace, il tempo e il luogo in cui avvenne, che qualcosa mutava radicalmente nei riti della criminalita’ organizzata del nostro Paese. Si e’ trattato di un episodio che ha deturpato l’immagine di una regione per molti versi complicata, mettendo in ombra tutto il positivo che la Calabria pure esprime sul piano della solidarieta’ e dell’accoglienza. Dodici anni non sono passati invano ma la strada da percorrere e’ ancora molto lunga.”

“Siamo stati privati di una persona perbene e capace – sottolinea ancora Pititto – ed e’ necessario che la doverosa memoria svolga la sua insostituibile funzione all’interno delle diverse istituzioni della Repubblica. Sono l’illegalita’ e la ‘ndrangheta a togliere il lavoro ai nostri giovani e a impedire lo sviluppo della Calabria. Esiste la necessita’ di mettere il Mezzogiorno nelle condizioni di riprendere in mano il proprio destino, perche’ nessuno potra’ essere protagonista del riscatto di queste terre al posto delle donne e degli uomini del Sud. Per raggiungere questo obiettivo vanno chiamate a raccolta le energie migliori”.
“La Cgil – conclude Pititto – continuera’ ad essere presente in questi territori; e affinche’ il sangue versato sia fecondo, collaborera’ instancabilmente ad animare e mettere insieme quanti, la stragrande maggioranza degli abitanti della Locride, pretendono un futuro migliore. Proprio come desiderava Franco Fortugno”.

 

Fortugno: Bindi, aiutiamo la Calabria a emarginare la ‘ndrangheta
“Franco Fortugno era un uomo perbene, un medico competente e onesto, un sincero democratico. Come spesso avviene a chi la sacrifica per una causa giusta, la sua vita e’ stata resa piu’ luminosa e feconda dalla sua morte”. Lo scrive Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, inviato agli organizzatori della commemorazione oggi a Locri del XII anniversario dell’assassinio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria.
“La causa di Franco era certamente il riscatto della sua terra – aggiunge – alla quale aveva dedicato un lungo e appassionato impegno politico, al servizio delle istituzioni come rappresentante del popolo calabrese nel Consiglio regionale. Il suo brutale assassinio, dodici anni fa, mentre varcava la soglia del seggio per le primarie che avrebbero designato Romano Prodi candidato premier del centrosinistra fu l’ennesima dimostrazione di quanto le mafie siano insofferenti della democrazia e di ogni forma di partecipazione libera e trasparente alla vita pubblica”.

 

“Sappiamo – scrive ancora Rosy Bindi – quanto sia forte il condizionamento che la ‘ndrangheta ha esercitato e continua a esercitare in questa regione. E come sia difficile contrastare un potere occulto e violento che ostacola lo sviluppo sano della Calabria ma che rappresenta una minaccia per tutto il paese, come raccontano tante cronache giudiziarie nel resto dell’Italia. La lotta alla ‘ndrangheta e’ un problema che ci riguarda tutti e non puo’ essere lasciato solo sulle spalle dei calabresi che possono fare molto, ma non vanno lasciati soli. Un ruolo decisivo spetta alla formazione, alla scuola e all’associazionismo rivolto ai ragazzi e ai giovani. Il sapere e la cultura, che in questa terra ha radici antichissime, sono da sempre un fattore di crescita civile, una leva potente di emancipazione dalla paura e dai silenzi che rendono forti le mafie”. “Ma occorre anche – secondo il presidente della Commissione antimafia – un grande investimento in risorse e progetti per la buona occupazione e il lavoro, la promozione della salute e di un welfare moderno, la tutela del territorio e dell’ambiente. Progetti in grado di coinvolgere e motivare le nuove generazioni ad essere protagoniste del futuro, consapevoli che il valore della legalita’ e’ un requisito fondamentale per vivere in una societa’ coesa e solidale in cui ciascuno avverte l’orgoglio di fare il proprio dovere per il bene comune”. “La giornata di oggi – conclude Bindi – ne e’ una testimonianza significativa, che raccoglie e rilancia il seme fecondo lasciato dal sacrificio di Franco Fortugno”.

 

 

Fortugno: Iacucci, lotta alle mafie tutti i giorni Il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, ricorda la figura di Franco Fortugno per onorarne la memoria a dodici anni di distanza dall’efferato delitto. “Medico, politico, uomo delle Istituzioni, amico. Non si puo’ dimenticare – afferma – quello che per tutta la Calabria e’ stata la figura di Franco Fortugno. L’attenzione rispetto al passato, la memoria collettiva deve essere alta, altissima rispetto a quello che ha rappresentato il suo omicidio in parallelo alla sua condotta amministrativa. Da Presidente sono vicino e lineare a questo modo di agire, di essere politico e amministratore. Ogni giorno, non solo oggi, deve essere il giorno della memoria, della lotta alle mafie, della denuncia indispensabile per rompere il silenzio. Segni concreti della vita calabrese”. (

 

Fortugno: Coisp, parta dalla Calabria netto messaggio di lotgta
“Nel giorno del dodicesimo anniversario dall’omicidio di Franco Fortugno, parta dalla Calabria un netto messaggio di lotta alla ‘ndrangheta che coinvolga prima di tutto la politica, affinche’ ci sia una netta rottura con i legami che in passato, troppe volte, hanno intrecciato gli interessi della malavita con quelli di politici senza scrupoli”. Lo afferma il segretario nazionale del Sindacato di Polizia Coisp, Giuseppe Brugnano, che oggi ha guidato la delegazione del sindacato indipendente di Polizia alle iniziative in memoria di Francesco Fortugno. Con Brugnano era presente a Locri anche Emilio Musacchio, segretario generale provinciale di Reggio Calabria, il segretario regionale aggiunto, Raffaele Maurotti, ed una rappresentaza del Coisp reggino. “Rispetto alla rottura con il passato – ha spiegato Brugnano – un primo passo sarebbe quello di completare una volta per tutte la legge Lazzati, ma cio’ che deve cambiare e’ prima di tutto la coscienza dei politici, con la consapevolezza che non deve esserci alcun margine tra la politica fatta con impegno e passione e gli affari della ‘ndrangheta e dei suoi ‘colletti bianchi’. In questa direzione – ha aggiunto – si svegliassero le coscienze dei politici che, oltre a partorire l’ennesima legge elettorale, sblocchino una volta per tutte la legge che impedirebbe di svolgere campagna elettorale a soggetti appartenenti ad associazioni mafiose e sorvegliati speciali”.