Polizzioti Sap in piazza nella giornata della verità

Catanzaro – Nei giorni scorsi il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) catanzarese, ha svolto attività di volantinaggio presso la Questura e gli uffici di Polizia della provincia diCatanzaro, per segnalare il disappunto su quelle che sono le vicende degli ultimi tre anni legate ai trattamenti economici e alle risorse stanziate per la sicurezza che hanno avuto delle ricadute disastrose nei riguardi della comunità, del Paese e dei cittadini.
“Da anni – si legge in un comunicato – i poliziotti si sentono presi in giro perché hanno ricevuto promesse e rassicurazioni false.
Sono stati decantati i cosiddetti 80,00 €, rivelatisi poi qualcosa di effimero e soprattutto non idoneo e non valido né ai fini pensionistici, né della liquidazione e che da questo mese sono decaduti.
Questo è il punto: nella migliore delle ipotesi, contratto futuro compreso, dando fiducia al Governo se manterrà la promessa degli 85,00 € lordi, la situazione di un agente si chiuderà a – 29,00 €, e questo è lo specchio della gran parte di tutte le qualifiche”.
Per questo motivo, nella giornata di ieri, giovedì 26 ottobre dalle ore 11,00alle ore 14,00, sia presso la “Sala Convegni” del Polifunzionale Polizia di Stato che presso la “Sala Giove” dell’Aeroporto di Lamezia Terme (CZ), il Sindacato Autonomo di Polizia ha promosso “la giornata della verita’”organizzando un’assemblea, alla presenza del Segretario Provinciale Sergio Riga e di tutti i componenti la Segreteria presso la sede di Catanzaro e alla presenza del Segretario Regionale Aggiunto Annesi Andrea presso quella di Lamezia Terme, dove numerosi poliziotti si sono ritrovati ed hanno discusso dell’infinità di bugie dettetre anni.
“I poliziotti –prosegue il Sap- sono stati truffati e oggetto di un comportamento indegno, tra l’altro reiterato anche dal Governo Gentiloni che ha violato un obbligo perentorio previsto dalla legge. Gli appartenenti al comparto sicurezza e difesa non hanno diritto di sciopero, eper questo motivo, devono essere convocati a Palazzo Chigi prima della presentazione della legge di stabilità, in ottemperanza all’art. 8bis L.195/1995”.
Questo, sostiene ancora il Sap, “non è stato fatto perché il Governo non vuole assumersi la responsabilità delle infauste politiche della sicurezza, relativamente alle quali il SAPgli avrebbe presentato il conto, segnalando tutte le carenze, non solo dal punto di vista economico nella busta paga, ma tutte quelle di sistema che stanno portando al collasso dell’apparato della sicurezza, come tutto ciò che concerne gli equipaggiamenti, dotazioni, igiene e salubrità, formazione e tagli agli organici di 50.000 uomini”.